Presentato progetto “life strade” contro mortalità fauna selvatica sulle strade
Accertare quali sono i fattori che causano la mortalità della fauna selvatica sulle strade e i conseguenti incidenti stradali, organizzare un sistema interattivo per gestire le collisioni tra fauna e veicoli, anche attraverso l’utilizzo di appositi sensori che provvederanno ad allertare il guidatore e dissuadere la fauna selvatica dall’attraversamento. È quanto propone il Progetto “Life Strade” presentato stamani a Perugia nel corso di un incontro al quale hanno preso parte l’assessore regionale alla caccia, Fernanda Cecchini, l’Assessore della Provincia di Perugia, Domenico caprini, la project manager, Annette Mertens, i rappresentanti delle istituzioni che partecipano come partner all’iniziativa.
Il progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea mediante il “Programma Life+” e che può contare su un budget totale di 1 milione 978 mila euro, è coordinato dalla Regione Umbria con l’associazione delle Regioni Toscana e Marche, le Province di Terni, Perugia, Siena, Grosseto, Pesaro-Urbino ed avrà termine il 31 marzo 2017.
“Il Progetto, punta alla riduzione della perdita di biodiversità causata dall’impatto del traffico veicolare, attraverso la sperimentazione e la messa in opera di un pacchetto di misure volte a prevenire gli incidenti stradali – ha spiegato l’assessore Cecchini - Le infrastrutture viarie costituiscono uno degli elementi portanti del nostro sistema economico e sociale, però queste, d’altro canto, rappresentano una seria minaccia alla conservazione della biodiversità in quanto causa di degrado e frammentazione degli habitat, fonte di disturbo e inquinamento, ostacolo ai movimenti e alla diffusione della fauna”.
“Le infrastrutture sono anche un rilevante fattore di mortalità diretta per molte specie – ha aggiunto - in tutta Europa si stima vengano uccisi dai veicoli ogni anno un numero compreso tra 10 e 100 milioni di uccelli e mammiferi. Solo nel nostro paese si calcola che in ciascuna provincia oltre 15.000 animali vengono travolti ogni anno, con una tendenza che è in continua crescita. Gli incidenti stradali causati dagli ungulati costituiscono motivo di preoccupazione sia per quel che concerne l’incolumità degli automobilisti, sia per le ricadute economiche legate agli indennizzi che gli enti preposti sono tenuti a pagare ogniqualvolta questi eventi si verificano”.
“Le richieste di risarcimento arrivate alla Regione Umbria per danni alle coltivazioni agricole sono state rilevanti - - ha sottolineato l’assessore - ma lo sono state ancora di più quelle di risarcimento dei danni a seguito di incidenti stradali, causati nella maggior parte da cinghiali e caprioli, e comprensivi del premio assicurativo a carico dell’Ente, che in due anni sono stati di circa 2 milioni di euro. Abbiamo cercato di contenere il problema ha aggiunto – con la caccia di selezione anticipandone l’apertura nel caso del capriolo, ma per il cinghiale risulta particolarmente difficile, vista anche la particolare morfologia del territorio umbro”.
“Queste problematiche – ha concluso - richiedono risposte ed interventi urgenti anche a livello preventivo attraverso una pianificazione dell’uso del territorio che includa tra i propri obiettivi anche quello di istituire reti ecologiche, atte a mantenere o ripristinare la connettività tra popolazioni ed ecosistemi in paesaggi frammentati, sia a livello mitigativo, mettendo in atto tutte quelle misure in grado di ridurre l’impatto delle infrastrutture esistenti sulla biodiversità”.
Life Strade – è stato spiegato durante l’incontro – nel dettaglio punta alla sperimentazione di sistemi di prevenzione innovativi per il contesto italiano che possano costituire un esempio esportabile sul territorio nazionale, inoltre intende indurre le autorità locali e nazionali a mettere in atto interventi concreti per ridurre l’impatto delle strade sulla biodiversità”.
Tra le problematiche segnalate durante l’incontro al primo posto è stata evidenziata l’assenza e l’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione del fenomeno che attualmente sono rappresentati principalmente dalle recinzioni lungo la carreggiata e dalla segnaletica stradale, mentre sono ancora poco diffusi i dissuasori ottici, acustici e olfattivi che dovrebbero scoraggiare l’attraversamento della strada da parte della fauna selvatica in caso di passaggio di un veicolo. Inoltre, a tutto ciò si aggiunge la mancanza di chiare basi procedurali per la gestione del fenomeno degli investimenti stradali di fauna, per i quali infatti, la normativa vigente a livello nazionale, regionale e provinciale, si limita esclusivamente a prevedere l’indennizzo dei danni relativo agli incidenti causati dalla fauna selvatica e, considerando che la gestione della fauna selvatica è di competenza regionale (incluso l’indennizzo dei danni a seguito di incidenti stradali) si assiste ad una forte disomogeneità normativa, con situazioni estremamente differenti tra le Regioni.
Infine è stato rilevato il comportamento di guida inadeguato che si caratterizza per l’eccesso di velocità che è spesso una concausa significativa delle collisioni con la fauna selvatica. La mancanza di cautela a volte è anche dovuta ad una segnaletica stradale scarsa o insufficiente, ma anche inadeguata a suscitare la necessaria consapevolezza del pericolo.
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