Presentato a Perugia il volume “Contratti di fiume”
PERUGIA - Valorizzare e tutelare i fiumi in maniera partecipata mettendo a sistema le risorse territoriali, ambientali e umane nell'ottica di una maggiore sostenibilita', della difesa del suolo e della tutela delle bellezze degli ambienti naturali: e' quanto propone il volume dal titolo ''Dalla Valorizzazione degli ambiti fluviali ai contratti di fiume'', a cura dell'architetto nonche' coordinatore scientifico del Tavolo nazionale sui contratti di fiume A21 Italy, Massimo Bastiani.
Una pubblicazione edita da Dario Flaccovio e presentata stamani a Perugia. All'incontro, organizzato dalla Regione Umbria - che ne riderisce in un comunicato -, sono intervenuti la presidente Catiuscia Marini l'assessore regionale all'Ambiente, Silvano Rometti, lo stesso Bastiani, Mario Clerici della Regione Lombardia, Giorgio Pineschi del ministero dell'Ambiente, il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, e rappresentanti dei Comuni.
Il volume - e' stato spiegato - e' una sorta di ''viaggio ideale'' lungo i piu' importanti corsi d'acqua italiani da nord a sud per esaminare le nuove strategie, come appunto i Contratti di fiume, da mettere in atto per quelli piu' grandi, tra questi il Po, l'Arno, il Tevere, ma anche per fiumi di recente interesse di cronaca come il Lambro ed il Sarno.
Uno dei capitoli e' dedicato ampiamente all'Umbria che, cosi' come altre regioni italiane - e' stato spiegato -, sta ponendo una crescente attenzione alle politiche inerenti la tutela e la gestione dei corsi d'acqua. ''Nel caso della nostra regione - ha detto la Marini - tale processo fa perno sul riconoscimento del Tevere come elemento identitario regionale da valorizzare. A questo fine e' nato il Progetto Tevere, uno dei sette progetti individuati nel disegno strategico territoriale (Dst) per lo sviluppo sostenibile della Regione Umbria. Il Tevere rappresenta un elemento socio-economico, paesaggistico ambientale e culturale di grande valore, che attraversa tutta l'Umbria, intersecando piu' comunita' locali e patrimoni storico-culturali. In questo contesto la tipologia del Contratto di Fiume potra' rappresentare un elemento per riqualificare e sviluppare patrimoni identitari in modo integrato e partecipato, alla cui base c'e' una visione del fiume come risorsa da valorizzare e, di conseguenza, come strumento di sviluppo. Tutto cio' permettera' all'Umbria di fare un salto in avanti e far crescere la cultura della programmazione e dell'esperienza in materia''.
Rometti ha precisato che ''quello dei Contratti di fiume e' uno strumento che la Regione Umbria ha sinora imparato a 'conoscere', sperimentandone la fattibilita' in alcuni contesti per poi adottarlo per azioni di piu' ampio respiro da portare avanti per tutelare e migliorare lo sviluppo dell'ecosistema fluviale''.
''In Umbria e per gli umbri - ha proseguito - l'acqua ha un valore importante e, da sempre, e' stata dimostrata attenzione verso la tutela dei fiumi, a partire dal Tevere. Nel corso degli anni il ruolo dei Comuni e' stato fondamentale, ma la Regione Umbria anche con la stesura del Piano di tutela delle acque, ha avuto e continua ad avere un ruolo importante sul fronte della programmazione''.
Nello specifico i Contratti di fiume hanno lo scopo di prevenire i principali problemi che affliggono i corsi d'acqua, tra cui appunto il rischio idrogeologico e idraulico, nell'ottica di una maggiore sostenibilita', della difesa del suolo e della tutela delle bellezze degli ambienti naturali, configurandosi quindi, come nuovi ed efficaci strumenti di programmazione negoziata, interrelati a processi di pianificazione strategica, per la riqualificazione dei bacini fluviali.
Concretamente prevedono la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilita' pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilita' ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
''L'attenzione dell'opinione pubblica verso i fiumi - ha spiegato l'autore del testo - viene tenuta alta solo in occasione di alluvioni, esondazioni e frane talvolta accennando alle cause, ma quasi mai incentrandosi su cosa fare per prevenire e ridurre questi fenomeni. Di certo la storia dei fiumi in Italia da diversi anni ruota attorno alla gestione di emergenze, inquinamento, dissesti idrogeologici. Ma come viene sottolineato in questo libro, accanto all'Italia rassegnata a questa perenne emergenza, esiste un'altra Italia capace di muoversi tra le mille difficolta' e pronta a reagire e a ridisegnare il proprio futuro. E' proprio questa Italia che vuole cambiare che viene raccontata nel libro attraverso piu' di 20 esperienze realizzate in 11 regioni''.
La parte conclusiva del volume e' dedicata alla presentazione della Carta nazionale dei contratti di fiume che rappresenta una proposta finalizzata ad aprire il confronto sul futuro della gestione delle risorse idriche in Italia. Lo scopo della Carta e' di essere divulgata nelle diverse realta' locali per condividerne i termini fondativi e per essere adottata ufficialmente da Regioni, Province, Comuni che vorranno contribuire alla realizzazione delle nuove politiche fluviali.
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