PERUGIA – Nel pomeriggio di ieri l’assessore regionale Fernanda Cecchini ha illustrato ai membri della Terza commissione, presieduta da Attilio Solinas, il nuovo calendario venatorio 2018-2019 che prevede un’intera giornata di preapertura domenica 2 settembre e un’altra mezza giornata (fino alle ore 13) nella domenica successiva, 9 settembre.

SPECIE CACCIABILI E PERIODI
Nei due giorni di preapertura sarà consentita la caccia (esclusivamente da appostamento temporaneo, fisso con richiami vivi e appostamento per gli acquatici) alle seguenti specie: alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza.

A partire dal 16 settembre 2018 sarà consentito cacciare le seguenti specie: quaglia (fino al 29 dicembre); tortora (fino al 31 ottobre); alzavola, marzaiola, germano reale, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza (fino al 28 gennaio 2019); tortora (fino al 31 ottobre); allodola, coniglio selvatico, fagiano, merlo, starna, pernice rossa, silvilago (fino al 31 dicembre); fagiano femmina (fino al 29 novembre); beccaccia, beccaccino, canapiglia, cesena, codone, colombaccio, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone, moretta, moriglione, pavoncella, porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, volpe (fino al 31 gennaio 2019); lepre (fino al 9 dicembre).

La caccia al cinghiale viene consentita dal 6 ottobre al 6 gennaio 2019 esclusivamente nei giorni di giovedì, sabato e domenica, ma potranno essere predisposti interventi di contenimento anche nei giorni di settembre in cui è consentito il prelievo venatorio. 
La caccia di selezione alle specie daino, capriolo, cervo e muflone, solo in determinate zone e con sufficiente consistenza, è consentita dal 17 giugno al 16 luglio 2018, dal 12 agosto al 30 settembre e dal 1 gennaio al 15 marzo. Dovrà essere osservato silenzio venatorio nei giorni di martedì e venerdì.

Nelle aziende faunistico-venatorie il prelievo delle specie autorizzate (tranne gli ungulati per cui valgono le precedenti date)  inizia il 16 settembre e termina il 31 dicembre, con esclusione delle specie fagiano maschio e femmina, volpe, germano reale e colombaccio, per le quali il termine di chiusura è spostato al 31 gennaio 2019. Nelle aziende agrituristico-venatorie il prelievo delle specie autorizzate ha inizio il 1 settembre 2018 e termina il 31 gennaio 2019.

Per la salvaguardia delle popolazioni svernanti di beccaccia, in occasione di eventi climatici avversi, la regione si riserva la possibilità di sospendere la caccia in occasione di ondate di gelo che si prolunghino per più di tre giorni consecutivi.

Il 4 ottobre, San Francesco, è vietato l’esercizio venatorio in tutto il comune di Assisi.

CARNIERE
Per ogni giornata di caccia è consentito abbattere 2 capi della seguente selvaggina: fagiano, starna, pernice rossa, lepre, coniglio selvatico (di cui 1 sola lepre e 1 sola starna); 10 quaglie (con un massimo di 25 a stagione), 20 capi complessivi fra le specie tordo, merlo e cesena; 10 allodole (con un massimo di 50 a stagione); 10 capi complessivamente fra le specie alzavola, canapiglia, codone, fischione, germano reale, marzaiola, mestolone, moretta, moriglione, folaga, gallinella d’acqua, porciglione, beccaccino, frullino, pavoncella e colombaccio; 3 capi di beccaccia per un massimo di 20 a stagione; 10 tortore con un massimo di 25 a stagione; 20 capi di selvaggina migratoria.

APPOSTAMENTI
Gli appostamenti fissi non possono essere installati a una distanza inferiore a 400 metri da oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura e centri di riproduzione fauna selvatica. Ciascun appostamento fisso non può essere installato a meno di 200 metri da un altro appostamento fisso. Per il colombaccio la distanza deve essere di 500 metri. 
Gli appostamenti temporanei devono essere ad almeno 200 metri di distanza da quelli fissi e a meno di 100 metri da oasi di protezione e centri di ripopolamento. 
Negli appostamenti fissi è consentito l’uso di richiami vivi con limite massimo di 40 unità di cattura e 40 di allevamento. Negli appostamenti temporanei il limite è di 10 unità di cattura e 10 di allevamento. 

DIVIETI
Vietato l’utilizzo di richiami vivi accecati o mutilati e richiami acustici elettronici, con o senza amplificazione del suono. Vietata l’attività venatoria nel territorio dei parchi naturali e delle aree protette, nel Parco dei Sibillini, all’interno delle aree contigue del parco di Monte Cucco e del parco fluviale del Tevere. 

La Commissione ha discusso con l’assessore Cecchini anche la mozione presentata da Carla Casciari (Pd) circa l’instaurazione di un sistema di filiera corta per valorizzare  la carne ottenuta dall’attività di contenimento della specie cinghiale, arrivando a creare un marchio di qualità da promuovere sul mercato. Tale ipotesi prevede la verifica degli animali e la lavorazione delle carni presso mattatoi specificamente autorizzati.
L’assessore ha detto che per vendere la carne di cinghiale serve una filiera già attrezzata oppure la riorganizzazione di tutto il sistema dei mattatoi. Se ne parlerà con i nuovi Ambiti territoriali di caccia appena operativi e dopo un’audizione con le associazioni venatorie che la Commissione ha previsto in giugno. 

   

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