ORVIETO – E’ stata presentata stamani, al Teatro Mancinelli, la Terza edizione del festival cinematografico “Diritti a Orvieto”, presenti il direttore artistico Francesco Cordio, il produttore dello stesso Alfredo Borelli, il presidente della Federazione Italiana Diritti Umani Antonio Stango, Roberta Cotigni Assessora allo sviluppo economico e attività roduttive del Comune di Orvieto, Emanuela Leonardi consigliera di amministrazione dell'Associazione TeMa e Walter Moretti, dell'Associazione 3.36.

“Un festival – ha affermato Francesco Cordio - che vede nell’Umbria di Francesco d’Assisi e di Aldo Capitini il luogo ideale per proporre tematiche legate ai diritti umani attraverso le opere documentaristiche di autori che in tutto il mondo si impegnano in un cinema molto spesso militante e autoprodotto.
Un festival che intende aprirsi al mondo, omaggiando, in ogni forma artistica, la ricorrenza del 70* della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ricordandone valori laddove è applicata e dolori laddove è disattesa.
I Diritti Umani in questa edizione vengono, infatti, declinati anche attraverso Convegni e dibattiti, mostre d’arte curate dai fratelli Ceccobelli e il teatro della compagnia Frosini-Timpano e la musica di Arturo Annecchino.
Abbiamo voluto aprirci ulteriormente ai giovani, proponendo dei workshop di grande livello sui mestieri del mondo documentario. 
La manifestazione vivrà due momenti emozionanti, uno in apertura ed uno in chiusura.
Il 1 novembre la testimonianza di Federica Angeli che presenterà il suo libro “A mano disarmata” e il 4 la presenza importante di Ilaria Cucchi che in occasione della proiezione di “Sulla mia pelle” verrà a ritirare il Premio Antigone (novità di questa edizione legata alla collaborazione con la associazione Antigone). 
Un festival che unisce tutte queste realtà non può che vivere nella convinzione che le violazioni dei diritti umani di oggi siano i conflitti di domani e che i meccanismi e le leggi sui diritti umani debbano essere difesi e promossi continuamente contro l’autoritarismo e la retorica populista.

«Il festival – ha aggiunto Stango - offre un’occasione importante per affrontare in chiave artistica problematiche di schiacciante attualità. Settant’anni dopo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’estensione progressiva della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali che quello storico documento e le successive Convenzioni internazionali avevano favorito sembra essersi fermata, mentre assistiamo invece a un regresso in molti Paesi. Questo è vero anche nella nostra Europa, inclusa la stessa Italia, e un’opera di risveglio delle coscienze, anche grazie alla cultura e all’arte, è urgente e vitale.»

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