La presentazione al Parlamento italiano di un disegno di legge che punta a modificare la “storica” legge n. 185 del 9 luglio 1990 sull’export militare preoccupa la Rete Italiana Pace e Disarmo, per l’introduzione di modifiche mirate all’allentamento dei controlli e a favorire le vendite delle aziende italiane che producono armamenti, con un controllo meno rigoroso “soprattutto a livello di autorizzazioni”, e di conseguenza “una maggior facilitazione all’export di armamenti a livello globale”. Occorrerebbe invece allineare la legge italiana alle norme internazionali e migliorare i meccanismi di controllo“visto il mutato quadro globale”.
Secondo Rete Pace Disarmo le motivazioni poste alla base di questo tentativo di modifica della legge 185/1990 “appaiono pretestuose in relazione soprattutto a fantomatiche difficoltà, rispetto a concorrenti europei e internazionali, dell’industria militare italiana a realizzare contratti di vendita”. Si tratta di un’affermazione “lontana dalla realtà come dimostrano gli stessi dati governativi che evidenziano una continua crescita nel volume di autorizzazioni e soprattutto di consegne all’estero di materiali d’armamento”.
Il timore di Rete Italiana Pace Disarmo e Opal è che lo spostamento del luogo della decisione sull’export di armi in ambito pienamente politico faccia saltare le salvaguardie che la legge 185 prevede nei confronti degli impatti delle armi sulle popolazioni civili coinvolte in conflitti o in situazioni di violazione dei diritti.

#ExportArmi #Legge185 con Rete Italiana Pace e Disarmo e Opal Brescia su Vita Trentina

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