C’è forte preoccupazione da parte di Confagricoltura Umbria e delle Cooperative dell’Alto Tevere (Fattoria Autonoma Tabacchi, ProAgri, Virginia Trade, Fattoria Agri&Service, Trasformatori Tabacco Italia, Unitab, Opta, Arpt e Agricoper) per le ripercussioni negative che le colture irrigue del territorio, soprattutto tabacco, orticole e barbabietola, potrebbero subire nel brevissimo periodo se non si trovano soluzioni immediate dove ci sono problemi di approvvigionamento idrico. Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell’Alto Tevere mettono l’accento in particolare sul comprensorio di Montedoglio dove la diga è piena ma in questo periodo di forte richiesta di acqua da parte degli agricoltori le quantità immesse nel sistema non sono sufficienti.

“Il problema – affermano – è che non c’è capacità di elargire volumi adeguati visto che sono già 10 anni che bisogna inserire una terza pompa a supporto. EAU, Ente Acque Umbre-Toscane, non solo applica tariffe più elevate nella parte umbra ma ha dimostrato in questi anni di avere una gestione del tutto inadeguata della diga relativamente alle esigenze del comparto agricolo”.

Il confronto con le tariffe applicate in Toscana evidenzia, infatti, che i maggiori costi dell’acqua in Umbria a seguito della gestione di EAUT e AFOR hanno portato ad un sovraccosto per i coltivatori umbri che oscilla da 1.000.000 a 1.400.000 euro con gravi ripercussioni economiche sulle imprese e sulle filiere.

Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell’Alto Tevere rilevano anche il fenomeno di alcuni utenti che baipassano il gestore finale e riescono ad avere costi notevolmente più bassi rispetto al resto degli agricoltori.

È stato chiesto più volte ai tavoli regionali di ridurre drasticamente i costi di EAUT, ente gestito dalle regioni Umbria e Toscana ma interamente pagato dagli agricoltori con le tariffe imposte per l’acqua erogata.

Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell’Alto Tevere hanno inoltre richiesto la gestione, come nella maggior parte dei consorzi irrigui in Italia, da parte di un consorzio gestito da agricoltori piuttosto che da AFOR il cui costo di gestione a metro cubo è assolutamente fuori controllo. Si evidenzia poi l’anomalia che anche i costi di manutenzione straordinaria vengono pagati interamente dagli agricoltori.

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