Il Prefetto Gradone fornisce i dati sulla criminalità della provincia
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La Commissione d’inchiesta antimafia dell’Assemblea legislativa, presieduta da Eugenio Rondini, ha ascoltato l’informativa del prefetto di Perugia, Armando Gradone, sui temi legati al contrasto e alla prevenzione della criminalità nel territorio.
Il Prefetto ha fornito dati che i consiglieri regionali della Commissione hanno giudicato di estremo interesse per la prosecuzione e l’orientamento delle attività istituzionali: Nell’ultimo quinquennio, dal 2017 al 2021 (i dati del 2022 non sono ancora definitivi) si può notare come il totale dei reati sul territorio di Perugia si attesta nel primo triennio (2017-2019) intorno ai 24mila casi. Nel 2020 invece c’è una forte diminuzione, oltre il 30 per cento, ma si tratta di cifre condizionate dalla pandemia e dai lockdown. Nel 2021, che può essere considerato un anno “normale”, viene segnalato comunque un decremento molto significativo: rispetto ai 24mila degli anni precedenti siamo vicini ai 21mila. E i dati, ancora provvisori, relativi al 2022 individuano 20mila 400 delitti commessi nel territorio perugino.
“Rispetto al 2020 – ha detto il Prefetto – c’è stato un riallineamento ma siamo comunque molto al di sotto di quanto avveniva in precedenza. Il delitto che maggiormente incide sui cittadini è quello relativo ai furti, che incide per circa la metà (11mila) della delittuosità totale e condiziona molto la percezione di sicurezza che hanno i cittadini. I furti in appartamento – ha spiegato Gradone – non hanno come vittima solo il cittadino o la famiglia che li subisce, ma in qualche caso anche interi condomini, essendo fatti che vengono partecipati da tante persone e ciò fa assumere al fenomeno dei furti un peso importante, anche se c’è stata una diminuzione nel numero. Anche i reati legati allo spaccio di stupefacenti preoccupano, per la presenza di gruppi criminali per lo più etnici, albanesi, nigeriani e tunisini, che movimentano quantitativi importanti di ogni genere di sostanze stupefacenti. I gruppi nigeriani si segnalano anche per altri reati che incidono molto, come lo sfruttamento della prostituzione. In aumento le frodi informatiche legate al sempre più massiccio utilizzo degli acquisti online”.
Per quanto riguarda la presenza delle mafie in Umbria, il Prefetto ha detto di basarsi sui fatti più che sulle analisi di scenario, vale a dire su dati ricavati da procedimenti e condanne per reati di associazione mafiosa. Guardando ai fatti, “l’Umbria non mostra fenomeni di consorterie di tipo mafioso ma ha indubbiamente caratteristiche di zona franca, che si presta per attività di riciclaggio, quindi parliamo di vulnerabilità. Il lavoro della Prefettura su questo versante, oltre che attraverso un monitoraggio costante svolto insieme a enti locali e associazioni, nonché grazie alla stretta collaborazione con Procura e forze dell’ordine, si concretizza nelle interdittive alle imprese su cui gravano sospetti. Quelle intraprese dalla Prefettura di Perugia possono vantare un tasso di successo del 100 per cento: nessun provvedimento è stato censurato in sede di contenzioso”.
“Non dobbiamo vedere la mafia dappertutto – ha sottolineato il Prefetto - ma dobbiamo sviluppare un olfatto particolare per fiutare queste cose. A Perugia da anni ci sono diversi soggetti originari della Calabria ma che ormai sono umbri, perché hanno studiato qui o lavorano qui, sono umbri a tutti gli effetti ma hanno mantenuto relazioni con la terra di origine e in qualche caso utilizzano proventi acquisiti da cosche calabresi. Parliamo di piccole attività nel campo dell’edilizia, della ristorazione, recentemente anche compravendita di piccole imprese”.
Gradone ha poi ricordato il “Tavolo regionale con l’assessore Melasecche per creare una sinergia di interventi, con nostre risorse provenienti dal Fondo nazionale per la sicurezza e altre risorse distribuite ai comuni tramite appositi bandi: nel quinquennio 2018-2022 sono state attribuite risorse a 22 comuni della provincia di Perugia per poco meno di un milione di euro. Queste risorse vanno a beneficio di progetti di videosorveglianza, scuole sicure con prevenzione e contrasto dello spaccio, prevenzione delle truffe agli anziani, anche il progetto dei comuni lacustri per il contrasto all’abusivismo commerciale nella stagione estiva. La progettualità ha una dimensione regionale, riguarda anche Terni, che ha avuto 70mila euro destinate alla prevenzione dello spaccio di stupefacenti. Nella provincia di Perugia inoltre, ben 26 comuni hanno avviato progetti vicinato per il controllo del territorio da parte di gruppi di cittadini. Una sinergia che ci deve essere non solo fra istituzioni e forze dell’ordine ma a tutti i livelli”.
Il presidente della Commissione antimafia Eugenio Rondini ha ringraziato il Prefetto per la “importante disamina della situazione in provincia di Perugia” ed ha annunciato che fra gli impegni dell’organo di inchiesta di Palazzo Cesaroni c’è la “necessità di uscire fuori e impegnarsi in un’opera di sensibilizzazione su queste tematiche, ad esempio cominciando dalle scuole”.
Oltre al presidente Rondini hanno preso parte all’incontro i consiglieri regionali del PD Simona Meloni (vicepresidente) e Fabio Paparelli, Stefano Pastorelli e Paola Fioroni (Lega), Vincenzo Bianconi (gruppo Misto), Eleonora Pace (FDI) e Francesca Peppucci (Forza Italia). PG
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