PRC Terni: "ASL4: La misura è colma"
La decisione dell'ASL 4 di equiparare, con la delibera dello scorso 12 Aprile, la spesa pro-capite per i servizi socio-sanitari nel distretto di Terni a quella degli altri distretti della provincia, determinando una riduzione di oltre il 30%, è un atto inqualificabile sia per l'unilateralismo che lo caratterizza, sia per la gravità delle conseguenze che andrà a produrre. Dobbiamo purtroppo constatare che questo stile di gestione della salute pubblica da parte della dirigenza dell'ASL 4 non rappresenta affatto una novità, in quanto già nel 2010 era stato avanzato il progetto di far calare questa sciagurata livella sulla spesa nel distretto di Terni; lo si è fatto a poco a poco, per poi arrivare alla spallata di questi giorni.
Il PRC di Terni, sulla scorta anche di quanto espresso lo scorso 13 Aprile nell'Assemblea Pubblica organizzata dalla Federazione della Sinistra, ritiene che la città e le sue Istituzioni debbano reagire ad un disegno prevaricatore ed arrogante, che rischia di compromettere in maniera irreversibile i servizi alla persona nel nostro territorio. Sono ormai tre anni che l'attuale Direttore dell'ASL 4, Vincenzo Panella, si sforza con ogni mezzo di trovare giustificazioni ad operazioni di razionalizzazione della spesa che si risolvono puntualmente in tagli; viene da chiedersi se sia questo il compito per il quale è stato inviato nel nostro territorio, anche perché di altri riscontri della sua opera riformatrice non si è avuto alcun ragguaglio.
Oggi come allora, l'argomento dell'equiparazione della spesa pro-capite è una mistificazione, in quanto non tiene in nessun conto il fatto che nel capoluogo si concentra una pluralità di servizi, evidentemente a disposizione di un'area molto più vasta e funzionali all'assistenza di tutta la popolazione residente nel territorio dell'ASL 4. Sarebbe utile, per fare una valutazione ponderata fra i tre distretti della provincia di Terni, sapere qual'è la distribuzione dei soggetti non autosufficienti, anziani e non, nel territorio, quali sono i servizi che compongono la spesa, così come sapere l'impatto delle varie strutture, in primis il centro geriatrico, sulle spese del distretto di Terni; richieste difficilissime da esaudire, con un'Azienda Sanitaria che ancora deve spiegare l'origine del famoso “disavanzo” del 2010 e che pubblica le proprie deliberazioni solo il tempo necessario per rispettare i termini di legge, facendole poi cadere nel più completo oblio. Atti importanti, riguardanti ad esempio l'indizione del bando di gara per l'area di integrazione socio-sanitaria, o la programmazione dei servizi integrati a livello di zona sociale; evidentemente la trasparenza, insieme alla partecipazione, non rientra fra le riforme previste dalla Direzione dell'ASL 4.
La portata dei tagli imposti dal Governo nazionale avrebbe dovuto indurre ad una maggiore condivisione nella definizione dei servizi e un più attento monitoraggio delle spese; ancora una volta si preferisce invece addurre i tagli delle risorse nazionali per giustificare operazioni predeterminate, nell'assurda ricerca della massima economia in settori – come la non autosufficienza - dove da risparmiare c'è ben poco. La triste realtà è che siamo ancora una volta di fronte ad atti decisi in maniera autoritaria dalla Direzione Aziendale, senza alcun confronto con la città, le sue Istituzioni, le rappresentanze degli assistiti e dei lavoratori.
Il PRC di Terni è ormai convinto della necessità, a distanza di oltre tre anni dall'insediamento del Dottor Panella nel ruolo di dirigente dell'ASL 4, che la città si faccia sentire per chiedere un'inversione di tendenza riguardo alle politiche socio-sanitarie del territorio; dopo aver subito per anni il rifiuto, da parte della direzione dell'ASL 4, di ogni forma di mediazione con i soggetti interessati, riteniamo che stia a tutta la nostra comunità il dovere di affermare, in ultima analisi, che siano ormai esauriti i margini di mediazione con la suddetta Direzione. Se è vero che in Umbria e a Terni le forze incaricate dai cittadini di governare la cosa pubblica si sono dette indisponibili a replicare il modello offerto dai tecnocrati italiani, è il caso di fare chiarezza anche sui suoi proseliti locali.
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