Il 12 gennaio scorso sul sito della SII vengono riportate queste dichiarazioni del direttore, Paolo Rueca "gli eventi sismici non hanno comportato modifiche alle falde o conseguenze ai pozzi costruiti" e che "sin dal 2015 il SII ha avviato insieme al CNR uno studio specifico con l'installazione di strumenti di monitoraggio in continuo (...) e che dai dati rilevati (...) possiamo sostenere che il costruendo acquedotto  ed in particolare i pozzi di produzione da realizzare o realizzati non corrono il rischio di rimanere senz'acqua."

E' notizia di oggi che i pozzi scavati a Terria e che dovrebbero alimentare l'acquedotto Scheggino-Pentima,  garantiscono una portata idrica ridotta rispetto alle previsioni per cui il SII ha presentato una variante al progetto  in cui chiede una "rilocalizzazione delle perforazioni" cioè una nuova autorizzazione a perforare la zona alla ricerca dell'acqua. Facciamo parlare i documenti: "il pozzo P2 (...) ha registrato una produttività inferiore alla previsione (...) e il pozzo P3  in base ai logs geofisici sembra presentare una situazione analoga. Pertanto – continua il SII - la modifica che si intende apportare al progetto comporta una rilocalizzaione delle perforazioni per intercettare settori dell'acquifero basale a maggiore fratturazioni".

In pratica, dopo che sono stati scavati vari pozzi di 300 metri di profondità -tra l'altro sopra il sito di una vecchia discarica- il SII chiede di scavare altri pozzi. Ma non era tutto garantito e monitorato? Non è che la variante  al progetto nasconde qualcos'altro?  Magari la possibilità di continuare a scavare in maniera più libera dai vincoli ambientali per aumentare, in un futuro prossimo la captazione in un Ambiente da tutelare? Ancora la parola ai documenti: "con eventuale rimodulazione delle portate estratte  da ogni singola captazione che potranno essere anche in numero diverso da quello del progetto approvato". Chiediamo che la variante non sia un semplice atto burocratico ma necessiti di una nuova VIA valutazione di impatto ambientale che tenga conto degli scavi e dei lavori già eseguiti che incidono pesantemente sul sito.

Parafrasando il direttore del SII Paolon Rueca che ha definito l'acquedotto come opera magna, di “magna”, al momento, ci sono soltanto i contributi pubblici e quelli degli utenti spesi  per quest’opera, senza alcuna utilità sociale.

Ora siamo di fronte al paradosso, all'assurdo: stanno costruendo 34 km di acquedotto che attraversa la Valnerina, i parchi naturali, la cascata delle Marmore e nei pozzi l'acqua non c'è, i fatti smentiscono le dichiarazioni: non hanno trovato l'acqua prevista nonostante le perforazioni e la colata di cemento riversata a Terria.

Il coordinamento ha chiesto al SII i dati del monitoraggio del CNR ma il 2 febbraio  il SII ha risposto che non è nelle sue disponibilità (chissà perché?); abbiamo fatto richiesta direttamente al CNR e appena avremo i dati li renderemo pubblici, ma ad oggi sappiamo che nei pozzi scavati e previsti l'acqua non c'è , che siamo di fronte ad un acquedotto senza acqua, che  i fatti starebbero dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato. 

Tutto questo oltre al fatto che i lavori sono stati concessi in house, per più di 17.000.000,00 di euro, senza gara di appalto al socio privato del SII e siamo in attesa dei risultati delle indagini della Procura, nel cui operato continuiamo a confidare.

Oltre al fatto che il fabbisogno di acqua a Terni è gia completo e non è necessario alcun ulteriore apporto idrico e considerando che quasi il 50% dell'acqua distribuita dal SII si perde prima di arrivare ai rubinetti.

Oltre al fatto che abbiamo le bollette più salate dell'Umbria e tra le più care d'Italia.

Oltre al fatto che i costi dell'inutile opera sono a carico degli utenti, mentre i profitti se li spartiscono i gestori.

Per questo è necessaria una risposta popolare di massa per bloccare i lavori. Fermiamo il "mostro", il serpente velenoso di cemento e ghisa che morde in profondità e che si srotola lungo la Valnerina. Difendiamo il territorio, la nostra storia e il nostro futuro,  non  ci arrenderemo !

INVITIAMO TUTTI IL 24 FEBBRAIO ALLE 15 AL PRESIDIO DAVANTI AL CANTIERE, A FERENTILLO, PER CHIEDERE LO STOP DEI LAVORI .

francoppoli

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