PERUGIA - Prosegue ormai da anni il calvario delle lavoratrici e lavoratori dell’appalto delle pulizie degli uffici postali della provincia di Perugia. Puntualmente, ad ogni cambio appalto, la ditta che lascia si trova in una situazione debitoria nei confronti di lavoratrici e lavoratori (stipendi non pagati oltre al Tfr) e l’unico modo per recuperare quei soldi è tramite il fondo di garanzia dell’INPS, quindi a carico della collettività.

Puntualmente, ad ogni cambio appalto, Poste taglia i costi sulle pulizie e chi ci rimette sono le persone dell’appalto, che si ritrovano sempre meno ore di lavoro, con le stesse metrature da pulire. Conseguenza inevitabile è quella di un servizio scadente.

Con l’attuale appalto vinto da Iside Gestioni le cose non vanno meglio, anzi, appena insediato la nuova ditta appaltatrice ha subito ridotto gli orari di lavoro dei dipendenti, per poi cominciare a ritardare i pagamenti, finendo con il non pagare la 14esima.

Inoltre, negli uffici postali in cui Iside Gestioni “gestisce” le pulizie, queste vengono effettuate da lavoratrici e lavoratori alle dipendenze di altro soggetto imprenditoriale (la SVN, cooperativa sociale di Catania) che applica un contratto collettivo non appropriato e che non paga da 3 mesi le retribuzioni, effettuando delle trattenute in busta paga, che noi riteniamo illegittime e ingiustificate, e che rendono ancora più povera la già risicata retribuzione.

Oltre al danno c’è poi la beffa. Le operatrici della cooperativa SVN, sulla cui reale proprietà vorremmo che si facesse chiarezza, non solo segnalano i mancati pagamenti di mensilità dovute, ma anche la mancanza di materiale di pulizia come i detersivi e le spugne, oppure di vestiario, come camici o guanti, che in molti casi vengono comprati a spese delle lavoratrici o portati direttamente da casa.

Le lavoratrici e lo stesso sindacato che le assiste (la Cgil di Perugia insieme alla Filcams-Cgil e all’Ufficio Vertenze Legali) hanno più volte lamentato e denunciato quanto sopra alla direzione di Poste, che è però rimasta sorda e indifferente.

La domanda allora viene spontanea: perché in questi appalti in cui è forte il rischio di illegalità e in cui i diritti di lavoratrici e lavoratori sono calpestati, Poste Italiane non interviene, nonostante le molteplici segnalazioni?

La maggior parte delle volte, queste storie, sono storie silenziose, sono storie di donne e uomini che si sentono, e forse lo sono, declassati a lavoratori di serie B, che hanno grande difficoltà a far sentire la propria voce e a far emergere la proprio condizione. Ma proprio per lo sfruttamento e l’abuso che subiscono e visto che chi si avvale del loro lavoro (Poste Italiane) è un soggetto di interesse pubblico nazionale, queste storie devono diventare materia su cui la politica e le istituzioni diano risposte immediate.

Per questo chiederemo ai parlamentari umbri di interessarsi di questo caso e di cercare una soluzione che ridia speranza anche a tante altre lavoratrici e tanti altri lavoratori nelle stesse condizioni.

Enrico Bruschi - Filcams Cgil Perugia

Eros Cozzari – Ufficio vertenze Cgil Perugia

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