MAGIONE - Sull’ antico molo di Sant’Arcangelo, dove nelle notti del 19 e 20 giugno 1944 trovarono la libertà gli ebrei confinati ad Isola Maggiore, si è svolta la cerimonia per ricordare l’evento, organizzata dall’ Associazione Nazionale Polizia di Stato di Perugia, che nel  2014  aveva collocato una targa a ricordo dell’eroico  agente  della Questura di Perugia Giuseppe Baratta. Quest’ultimo durante l’ ultimo conflitto aiutò don Ottavio Posta a salvare gli ebrei. Il Baratta per il suo gesto fu sul punto di essere fucilato dai tedeschi contro il muro del castello di Isola Maggiore.

Sullo stesso molo già il 15 settembre 2011 l’Amministrazione Provinciale di Perugia aveva messo una targa alla memoria di don Ottavio Posta e dei pescatori che avevano traghettato gli ebrei.

Alla cerimonia hanno presenziato oltre a un numeroso pubblico, il sindaco di Tuoro Elena Minciaroni, la nipote di don Ottavio, Enrica Posta, rappresentanti delle forze dell’ordine: una rappresentanza numerosa della Polizia di Stato, il comandante della stazione dei carabinieri di Città della Pieve capitano Andrea Caneschi e della stazione di Magione maresciallo Roberto Biagini.

Bruno Cappellazzo presidente dell’ Associazione Nazionale della Polizia di Stato, ha aperto la manifestazione; Massimo Lagetti il vice sindaco di Magione ha portato il saluto dell’ Amministrazione  comunale.

Il parroco di S. Feliciano ha impartito la benedizione;  il prefetto di Perugia Armando Gradone e il questore Antonio Sbordone hanno deposto una corona di fiori ai piedi delle lapidi poste a ricordo della vicenda.

Successivamente il dottor Gianfranco Cialini, che per primo ha riscoperto la vicenda, supportata da documenti e testimonianze, ne ha rievocato i fatti più salienti, arricchiti di particolari quali il ritrovamento di documenti inediti nell’ Archivio di Stato di Roma; ha descritto l’arrivo degli alleati a Sant’Arcangelo, lo scontro a fuoco con i soldati tedeschi, la morte di un sergente irlandese, ha illustrato la procedura seguita dallo stesso davanti allo Yad Vashem di Gerusalemme, conclusasi con  il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni di don Posta. Lo storico ha quindi terminato  l’intervento con l’illustrazione  del prezioso e disinteressato contributo dato dall’agente Giuseppe Baratta nel salvataggio del gruppo di ebrei.

Baratta (1918-1994), originario di Salerno ed all’epoca in forza alla questura perugina, aveva aiutato una trentina di ebrei a nascondersi per tre giorni e tre notti nei boschi per sfuggire al rastrellamento dei tedeschi, tanto da essere messo al muro dai nazifascisti. 

Nell’occasione l’ Associazione Nazionale della Polizia di Stato ha reso noto di aver chiesto la concessione all’agente Baratta della medaglia d’oro al merito civile alla memoria.

 

Condividi