Politiche attive del lavoro: la proposta di legge regionale non piace
Riteniamo imprescindibile il ruolo pubblico nelle politiche attive del lavoro e per questo valutiamo con preoccupazione un ipotetico ridimensionamento del suo perimetro, a vantaggio di agenzie private, come anticipato nella proposta di legge regionale sul mercato del lavoro in Umbria”. È quanto si legge in un documento approvato all'unanimità al termine dell'assemblea sindacale di Arpal Umbria, Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, partecipata da circa 70 lavoratrici e lavoratori, insieme a Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl.
“La grave crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria dovrebbe sollecitare uno sforzo per rendere trasparente il mercato del lavoro e favorire i sistemi formali di incontro tra domanda e offerta e non elargire sovvenzioni a pioggia verso operatori privati che si troverebbero ad agire con finanziamenti pubblici (BUL) per assolvere una funzione esercitata fondamentalmente per profitto anziché per ruolo sociale”, si legge nel documento. E anche nel caso in cui si andasse verso una soluzione cooperativa tra pubblico e privati, secondo i sindacati e la Rsu Arpal “dovrebbero innanzitutto essere definiti con precisione i compiti dei diversi attori sociali in campo, salvaguardando il ruolo di governance che spetta ad un soggetto pubblico come Arpal e che non può che passare attraverso il potenziamento dell’offerta a gestione diretta dei servizi”.
Per questo, insistono i rappresentanti dei lavoratori Arpal, come avvenuto nelle altre regioni andrebbe data priorità al piano di potenziamento dell'Agenzia, già finanziato dal Governo: “Non vorremmo – si legge ancora nel documento – che questi soldi andassero persi per consentire, successivamente, una esternalizzazione di servizi con conseguente dismissione delle attività di Arpal”.
Tra le priorità di intervento i sindacati indicano la stabilizzazione dei 18 precari attualmente in forza all’agenzia con contratto a tempo determinato, ma in possesso dei requisiti per essere assunti a tempo indeterminato; nonché una opportunità di valorizzazione dell’esperienza svolta dai Navigator reclutati da Anpal servizi ed attualmente operanti presso i Centri per l’impiego.
La proposta di modifica della legge regionale introduce, inoltre, la possibilità in Umbria per le aziende di assolvere gli obblighi di assunzione di soggetti disabili e categorie protette iscritti alla Legge 68/99 ricorrendo a convenzioni con cooperative di tipo B per evitare assunzioni dirette. “Una norma che a nostro parere andrebbe a colpire i soggetti più fragili e più bisognosi di inserimento lavorativo – si legge ancora nel documento di sindacati e Rsu - Vale la pena sottolineare che le cooperative non hanno tutta questa disponibilità di posti di lavoro, a meno che non vengano loro affidati appalti pubblici, e quindi si potrebbe creare un circolo vizioso tra affidamenti di servizi e possibili assunzioni”.
A fronte delle tante criticità i sindacati chiedono una audizione alla commissione consiliare che si occuperà della discussione della proposta di legge, riservandosi la facoltà in quella sede di avanzare ai consiglieri proposte emendative di dettaglio.
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