L’obiettivo continua a essere la società dei proprietari di casa.
Dal dopoguerra ad oggi le politiche abitative, sono orientate su questo obiettivo strategico. Obiettivo quasi raggiunto, il 78% delle famiglie, vive in case di proprietà, quindi da dove nasce la proposta del governo Draghi che consente agli under trentasei, di comprare casa con la garanzia dello stato ?
Iniziamo col dire che la proposta è vecchia, superata e inadeguata. Peraltro, già in vigore nella regione dell’Umbria da anni, dove la garanzia è a carico della finanziaria regionale GEPAFIN.
La crisi economica che ci ha investito da anni, alimentata dalla pandemia e la nuova realtà del mercato del lavoro, ha modificato il rapporto degli italiani con la casa e nei giovani questo rapporto è stato modificato radicalmente . Molti studi, oramai, documentano la grande sofferenza delle famiglie nel sostenere nel tempo il “mutuo casa”, con le banche che hanno la pancia piena di appartamenti non pagati.
Anche perché il disagio abitativo colpisce duramente il ceto medio in grave difficoltà economica . La casa di proprietà è stata vissuta come uno status simbol, infatti la percentuale di proprietari è passata dal 46% del 1965 al 78% nel 2000, ed in Umbria quasi all’85%.
La politica dei governi e stata di facilitare l’accesso ai mutui casa, a bassi tassi d’interesse. L’ammontare annuo dei mutui casa, ha raggiunto una cifra spaventosa, di circa trecentocinquanta miliardi .
Un colossale trasferimento di denaro dal lavoro alla rendita finanziaria e immobiliare( banche, proprietari fondiari, imprese di costruzione, speculatori, cementificatori, ecc) . La finanziarizzazione del mattone
si è tradotta in una massiccia ridistribuzione della ricchezza, dal basso verso l’alto. L’industria edilizia degli anni ’80 al primo decennio del 2000, ha sfornato l’impressionante media di duecentomila unità abitative    all’anno .
Uno sviluppo della filiera delle tre “C”, cavatori, cementieri, costruttori, assolutamente impressionante, con un consumo del suolo smisurato e un grave danno all’ambiente . Ora il rischio è che si accontenti il settore    immobiliare, piazzando qualche decina di migliaia di unità abitative ai giovani che in base a questa norma possono indebitarsi fino a duecentocinquantamila euro l’anno. Le misure a sostegno della proprietà, contribuiscono a mantenere basso il livello dell’offerta di case in affitto e alto quello dell’offerte di vendita . La centralità della casa di proprietà, relega l’offerta di affitti, in una posizione assolutamente
marginale, sia per quantità che per qualità degli alloggi, nonché a prezzi accessibili .
Nel 2019 le famiglie in locazione, avevano il doppio della probabilità di quelle in proprietà di vivere in alloggi con problemi strutturali .
Il problema dei problemi , è che da trent’anni non si costruiscono più case popolari . Il mercato degli affitti è debole e asfittico.
La proprietà è la scelta migliore per i più giovani? Il mercato del lavoro  chiede mobilità, è instabile e segmentato, trovare buone occasioni di lavoro, spesso significa spostarsi dal proprio territorio e dalla propria città ma, per tutti coloro che hanno un mutuo in corso, la capacità di spostarsi risulterà inevitabilmente più limitata.
Inoltre i costi di compravendita di un immobile rendono onerosa la scelta di cambiare casa, inevitabile quando la giovane famiglia cresce di numero .
Quindi le giovani coppie cercano lavoro in funzione della casa e non viceversa, insomma il mercato del lavoro chiede mobilità e il governo incentiva la casa di proprietà, ovvero il massimo della immobilità.
Se accolliamo in capo alle giovani coppie gravosi mutui da pagare, è gioco forza cercare lavoro in funzione della casa e non viceversa, occorre invece finanziare massicciamente i contributi all’affitto per le famiglie (sociale e calmierato ), colpite duramente dalla crisi economica e dalla pandemia.
Contributi all’affitto sono necessari anche per evitare gli sfratti che sono mediamente sessantamila l’anno e di questi 88% sono per morosità incolpevole perché chi perde il lavoro perde anche la casa.
Dati che appena saranno sbloccati gli sfratti sospesi per la pandemia, peggioreranno notevolmente . Occorre dunque cambiare una politica abitativa tutta incentrata sugli interessi della rendita, immobiliare e finanziaria con un cambio di prospettiva che parte dai redditi e dalle capacita di spesa delle famiglie .
              
La Redazione di UmbriaLeft

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