Pil 2017, Umbria ancora la peggiore d'Italia. Situazione da allarme rosso
Nel 2017 l’Umbria, come era già avvenuto nel 2016, è la peggiore regione italiana per andamento del Pil (prodotto interno lordo). Una regione, l’Umbria, che ormai rappresenta un vero e proprio caso tra le realtà del Centro-Nord, visto lo scivolamento sempre più marcato verso il Sud. L’Umbria come detto nel 2017 è la regione che fa peggio, con il Pil in calo dell’1% (le altre due regioni con il segno meno sono Marche, -0,2% e Molise -0,1%, mentre tutte le altre hanno il segno più). Ma l’Umbria presentava un Pil negativo anche nel 2016 e, come se non bastasse, è la seconda regione italiana per peggiore andamento del Pil tra il 2008 e il 2014, quando il Pil è crollato del 17,1%, risultato secondo in peggio solo a quello del Molise (-21,5%).
Insomma, un disastro. Con la Regione che ormai dà l’impressione, e non da ora, di aver perso il controllo della situazione. Le brutte notizie si susseguono e i pannicelli caldi di qualche dato qua e là che non sa di disastro non riesce a nascondere una realtà in pieno declino, che continua a scivolare negli indicatori di ricchezza e benessere. A questo punto, non ammettere la situazione da allarme sarebbe per le autorità regionali essere irresponsabili. Il caso Umbria esiste e lo sanno bene i cittadini della regione, che ne pagano lo scotto in termini di reddito, lavoro e benessere complessivo.
I dati sull’andamento del Pil 2017 nelle regioni li fornisce Il Rapporto Svimez. Si tratta di un’anticipazione dei dati ufficiali dell’Istat, che usciranno a breve e che, storicamente, non si discostano mai in maniera significativa da quelli forniti dalla Svimez, che d’altronde lavora su dati grezzi forniti dalla stessa Istat.
Nel 2017, a dimostrazione dell’arrivo della ripresa, che tuttavia resta insufficiente, tutte le regioni italiane eccetto tre (Umbria, Marche e Molise) mostrano una crescita del Pil. L’incremento più alto della ricchezza prodotta nel 2017 spetta alla Valle d’Aosta (+2,6% in termini reali, ossia al netto dell’inflazione), 1,1 punti percentuali in più della media italiana, che sempre nel 2017 ha fatto +1,5%.
Il secondo miglior andamento lo marca il Trentino Alto Adige (+2,5%), al terzo posto la Lombardia (+2,2%). Quindi la Calabria (+2%), la Sardegna (+1,9%), Campania e Liguria (entrambe con + 1,8%). C’è tuttavia da dire che per alcune regioni non è tutto oro quello che luccica, perché la ripresa del Pil arriva dopo un vero e proprio crollo. Basti pensare che, tra il 2008 e il 2014, il Pil è sceso del 15,2% in Campania, del 15% in Sicilia e del 14,1% in Calabria.
Tra le altre regioni il Veneto nel 2017 vede aumentare il Pil dell’1,6%, Il Piemonte dell’1,3%, l’Emilia Romagna dell’1,1%, il Friuli Venezia Giulia dell’1%, la Toscana dello 0,9%, il Lazio dell’1,6%, l’Abruzzo dell’1,2%, la Puglia dell’1,6%, la Basilicata dello 0,7%, la Sicilia dello 0,4%. Ripresa sì, insomma, ma debole. Con l’Umbria ancora in recessione. Un incubo da cui non si riesce a uscire.
Recent comments
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago
11 years 47 weeks ago