PIEGARO – Porte aperta al “Luigi Bodrini” di Pietrafitta per il geoevento “Settimana del Pianeta terra”. Dal 12 al 20 ottobre il Museo paleontologico di Pietrafitta, al cui interno si custodisce una delle più importanti collezioni di resti fossili d’Europa, spalanca le sue porte a scolaresche e gruppi di visitatori per visite guidate da esperti paleontologi.

Oggi è stata la volta delle terze classi elementari e delle terze classi medie di Tavernelle. Ad attendere i ragazzi all’ingresso rappresentanti dell’Amministrazione comunale, della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria e della Regione.

“Siamo ad un punto di svolta importante – è stato detto -. Questo Museo custodisce una parte fondamentale della storia del passato, ma anche di quella futura della Valnestore. E c’è la ferma volontà di rilanciarlo”.

Per le autorità intervenute questa mattina il patrimonio archeologico è una ricchezza che ogni cittadino, fin da giovane, deve contribuire a tutelare. In particolar modo quanto sorge a Pietrafitta è considerato un’eccellenza tra altre eccellenze umbre del genere che in futuro dovranno essere messe in rete “per far emergere l’inestimabile valore paleontologico della nostra regione”.

Intanto, come detto, sotto lo slogan “Quando in Umbria barrivano gli elefanti”, si sta svolgendo la settimana del Pianeta Terra, organizzata dall’associazione pro Museo Boldrini onlus.
Il progetto prevede il coinvolgimento diretto degli alunni delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado dei vari istituti del territorio provinciale.

Dentro al Museo, tra vetrine e pannelli espositivi, la visita si snoda tra le varie specie animali rinvenute a Pietrafitta, partendo da pesci, anfibi, rettili e uccelli, per poi passare ai mammiferi, che rappresentano il cuore della collezione: ben 14 specie diverse tra roditori, carnivori, scimmie, ungulati e proboscidati. La parte finale del percorso, quella centrale, è dedicata proprio ai pachidermi: una delle più ricche collezioni al mondo di elefante meridionalis, vissuta nel Pleistocene Inferiore.

I visitatori hanno l’opportunità di ammirare ben otto scheletri più o meno completi, le cui ossa sono state lasciate nella esatta posizione che avevano al momento del ritrovamento nello strato di lignite in “culle” di cemento armato.

Inoltre nel laboratorio del restauro si possono apprendere e osservare tutte le fasi operative del recupero dei fossili, che vanno dal loro ritrovamento, al restauro, alla loro esposizione.

Conclusa la Settimana del Pianeta Terra, il Museo rimarrà aperto nei fine settimana, secondo un programma che può essere consultato sul sito di Sistema Museo.

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