La centralità dei valori cristiani nella nostra produzione artistica”. Questo, nelle parole di Vittorio Sgarbi, il tema centrale del suo ultimo libro “Nel nome del figlio. Natività, fughe, passioni nell’arte”. Così, martedì 8 gennaio, il noto critico d’arte ha presentato, al numeroso e attento pubblico, assiepato nelle sale del museo paleontologico “Luigi Boldrini” di Pietrafitta di Piegaro, il suo più recente lavoro editoriale. Durante l’incontro, patrocinato dalla Provincia di Perugia, Vittorio Sgarbi ha illustrato le caratteristiche e i contenuti della sua opera, senza tralasciare di approfondire, come nel suo stile, i temi inerenti lo stato attuale del patrimonio artistico culturale italiano. Ad aprire l’evento sono stati Marco Vinicio Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia, Nila Orlandi, direttrice del Museo paleontologico, Mauro Alunni Federici e Giselda Marina Bruni, rispettivamente vicesindaco di Piegaro e Panicale. Presenti all’incontro anche Alessandra Mencaroni e Maria Cristina Mencaroni, rispettivamente presidente della pro loco e della compagnia teatrale “La Badia” di Pietrafitta. “Il museo paleontologico – ha esordito il presidente Guasticchi – è un’importante struttura che contiene reperti di grande interesse, ma che necessita di essere pubblicizzata. Dobbiamo ringraziare perciò Sgarbi che, per la seconda volta, ha scelto questo luogo come sede per la presentazione di un suo libro, dando modo di veicolare anche le attrattive presenti al suo interno”. “L’autore – ha poi aggiunto Nila Orlandi – ha accettato con piacere il mio invito a venire al museo. Siamo molto soddisfatti del successo di questa iniziativa a cui il pubblico ha risposto entusiasticamente. Ciò permetterà, senza dubbio, di far conoscere maggiormente la struttura”.

 

“Nel nome del figlio” è un saggio edito da Bompiani, di 464 pagine, suddiviso in 10 capitoli e con oltre 250 illustrazioni. Soggetto centrale dell’opera è l’iconografia del Cristo, la sua diversa rappresentazione ed evoluzione, nel tempo e nello spazio. “Non si può non parlare di Cristo – ha commentato Sgarbi – una volta che esso diventa patrimonio universale. I valori della religione cattolica non sono soltanto simbolici, ma sono ormai profondamente culturali. È difficile immaginare una civiltà non cristiana, basti guardare a quello che è stato prodotto nell’arte da Giotto fino a Michelangelo e Piero Della Francesca”. Oltre agli autori citati, all’interno del libro non mancano, naturalmente, vista la consolidata presenza nel territorio di questo genere di opere artistiche, riferimenti a capolavori umbri. Da quelli, meno conosciuti, contenuti nel santuario della Madonna di Mongiovino a Panicale, ai più noti, presenti nella basilica di San Francesco ad Assisi. “Giotto – ha spiegato Sgarbi – è il punto di partenza dell’arte moderna, il primo momento in cui il mondo viene visto con riferimento all’uomo e alla sua natura. Giotto è il primo che ci mostra delle emozioni, sentimenti e pulsioni che sono proprie dell’uomo e non valori simbolici. Da questo punto di vista l’Umbria è il punto d’inizio dell’arte moderna”. “Il mio libro – ha concluso quindi Sgarbi – si rivolge a tutti. Anche agli atei. È un libro d’arte che dimostra l’inevitabile coincidenza tra i valori artistici e quelli religiosi. Chiunque vada ad Assisi, per esempio, cattolico o meno, vede comunque le opere più straordinarie dell’arte universale”.

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