PERUGIA - Domenica 30 ottobre si è appena conclusa la stagione di pesca, iniziata il 1 di aprile 2011, nelle Zone a Regolamento Specifico dei fiumi Nera e Corno in Provincia di Perugia, tratti fluviali ricadenti nei Comuni di Cerreto di Spoleto e Vallo di Nera in cui da oltre 16 anni la Provincia di Perugia, in collaborazione con Legambiente Umbria e le istituzioni del luogo, pratica una particolare gestione dell’ambiente acquatico e della pesca sportiva secondo criteri di eco-sostenibilità.

In sostanza, in questi tratti è consentito pescare solo con le esche artificiali usando solo le tecniche della pesca a mosca e dello spinning e il numero delle presenze giornaliere di pescatori è stato contingentato in relazione alle capacità naturali dell’ambiente acquatico. Infatti, per pescare le bellissime trote Fario nelle limpide acque delle Zone Regolamentate dei fiumi Nera e Corno occorre prenotare la giornata di pesca e munirsi di un permesso specifico a pagamento, contributo versato dai pescatori alla Provincia di Perugia utilizzato interamente per le spese di gestione.

“I numeri e i risultati ottenuti sono quelli che contano e che determinano differenze sostanziali”, dichiara Alessandra Paciotto Presidente di Legambiente Umbria. “Le oltre 5.400 presenze registrate nella gestione 2011 di pescatori provenienti non solo da tutto il territorio italiano, ma anche da paesi stranieri, gli obiettivi raggiunti di riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente acquatico, i posti di lavoro creati per operatori di gestione, la proficua promozione del territorio, sono risultati palpabili di 16 anni di attività sostenibile svolta in attuazione di progetti realizzati da Legambiente”.

Una prova inconfutabile, affermano da Legambiente Umbria, a dimostrazione che le buone pratiche di gestione del territorio nel tempo sono premiali. Una gestione intelligente quella della Provincia di Perugia sui fiumi Nera e Corno che, avvalendosi del mondo associazionistico, in questi anni è riuscita a coniugare una attività ludica come la pesca sportiva con una politica di gestione attenta alla salvaguardia e preservazione dell’ambiente naturale, ma che è anche in grado di autofinanziarsi grazie agli stessi fruitori e allo stesso tempo produrre ricchezza per il territorio. E i benefici di tutto questo non solo hanno toccato il mondo della pesca e dell’ambiente acquatico, ma con rilevanza anche gli operatori economici del territorio della media Valnerina grazie all’indotto economico generato dalle oltre 5.400 presenze.

Insomma, considerando l’allarmante crisi economica che attanaglia l’Europa e tra le tante misure la necessità di fare tagli ovunque, il caso “gestione pesca sportiva in Valnerina” non è del tutto secondario.
 

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