Ieri sono riprese le trattative fra la Rsu Perugina e la Nestlè in merito alla verifica dell’accordo aziendale del 2016 e alla minaccia di licenziamento per 364 lavoratori, fra operai e impiegati.

Dopo circa otto mesi di trattative, sia a livello locale che al Mise, le parti hanno sempre ribadito le proprie posizioni: il sindacato chiede il rispetto degli accordi, l’azienda pone il problema dell’esubero di personale, come condizione per il rilancio aziendale.

Ora la campagna natalizia è stata fatta, dall’ultimo incontro è passato, purtroppo, un lungo tempo di silenzio, sia del sindacato, delle Istituzioni, dei partiti, che dell’intera comunità cittadina, ma oggi i problemi rimangono invariati.

La Sinistra per Perugia sostiene che sia arrivato il tempo della chiarezza e delle scelte coraggiose, di fronte al dramma che stanno vivendo molte famiglie perugine.

L’azienda deve impegnarsi concretamente per un nuovo piano di investimenti produttivi, altrimenti, secondo noi, sarà necessario sostenere che, prima di sedersi al tavolo di nuove trattative, l’azienda ritiri i licenziamenti.

Quello che assolutamente i sindacati dovranno evitare è la logica dell’azienda che ti porta a discutere del piano di ristrutturazione e, di fatto, alla divisione dei lavoratori, da una parte quelli che si salvano, dall’altra quelli che possono essere sacrificati, come già successo in un’ altra fabbrica del nostro territorio.

Noi riteniamo che, di fronte alle posizioni intransigenti dell'azienda sugli esuberi, non rimane altra alternativa che dichiarare una lotta dura e chiamare la cittadinananza per scongiurare questo provvedimento, che sarà non solo di calo occupazionale e produttivo, ma minaccerà il futuro stesso della Perugina.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

 

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