Dopo le assemblee, che avevano registrato una notevole arrabbiatura dei lavoratori, causata dalla minaccia dell’azienda di espellere, entro pochi mesi, trecentoquaranta lavoratori, si era creata una aspettativa positiva nei confronti dell’incontro fra le parti con la mediazione della Giunta regionale e di quella Comunale.

Purtroppo le speranze sono andate completamente deluse, infatti, ambedue le parti hanno ribadito le posizioni già note, tra l’altro completamente opposte.

L’azienda ha sostenuto che tutta la sua politica industriale risultava in linea con i punti dell’accordo sottoscritto un anno addietro, il sindacato, invece, ha parlato di promesse non mantenute, e ha invitato la Nestlè al rispetto delle intese sottoscritte.

La Sinistra per Perugia ritiene che, oltre l’interpretazione dei punti dell’accordo, la Nestlè debba rispettare l’impegno preso con la città di Perugia, con le Istituzioni locali, di sviluppare le attività produttive in Perugina, fin dal primo momento della sua venuta a Perugia, impegno ribadito continuamente nel corso degli anni.

Questa politica di non rispetto delle responsabilità, politiche e sociali, verso una intera comunità, è un fatto molto grave che denota l’atteggiamento negativo delle multinazionali verso ogni forma di socialità, di sentirsi parte integrante del territorio, di cultura e di progresso dei lavoratori che stanno attorno allo stabilimento.

Noi respingiamo la concezione delle multinazionali che le fabbriche sia posti neutri di produzione di ricchezza, che possono essere solo sfruttati e poi anche disinvoltamente abbandonati.

Le grandi dichiarazioni di marketing, di sviluppo di possibili politiche commerciali, non ci convincono, se non sono accompagnati da robusti piani di investimenti in tecnologie di processo e di prodotto .Sino a che non vediamo tornare in fabbrica produzioni nuove, alternative e competitive su tutti i mercati, rimaniamo dubbiosi e siamo autorizzati a respingere le false promesse.

Anche i sindacati devono, però, prepararsi ad un cambio di atteggiamento, rispetto al passato, nei confronti della multinazionale, e prepararsi alla lotta per difendere il futuro di questa azienda.

Nell’incontro al Mise soluzioni indolore per gli operai in uscita probabilmente si troveranno, ma è dentro la Perugina che si giocherà, nei prossimi mesi, l’intera partita sul suo futuro, pertanto, bisognerà prepararsi a lottare, anche duramente, contro l’azienda.

E’ di oggi la notizia che la Nestlè ha venduto tutto il comparto dolciario americano, Kit-Kat ed altri marchi, perché nel complesso del fatturato, di circa sessantacinque miliardi, rappresenta appena il 4% e non lo ritengono redditizio come gli altri prodotti: questo è naturalmente un segnale politico che ci dovrebbe ulteriormente mettere in allarme.

Noi riteniamo che, se vogliamo tentare di salvare la Perugina, la sua storia, il suo legame con la città e il suo popolo, dobbiamo lavorare perché venga rilevata da un gruppo che investa sulle tante potenzialità produttive e di vendita dello stabilimento di S;Sisto.

La Sinistra per Perugia è, comunque, accanto ai lavoratori che combattono per il posto di lavoro e per lo sviluppo della nostra città.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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