PERUGIA - “La nostra esperienza lavorativa inizia negli anni '90 e abbiamo deciso di raccontarla in seguito ai cambiamenti rivoluzionari”che il Comune ha annunciato nel settore dei servizi educativi”. Comincia così la lettera aperta che le operatrici precarie degli asili nido hanno indirizzato oggi al Comune di Perugia per sapere quale sarà il loro riservato nell’ambito di questi asseriti cambiamenti.

“I nidi – osservano queste lavoratrici -, da sempre fiore all'occhiello nel settore dei servizi per la primissima infanzia del Comune di Perugia, subiranno una drastica riorganizzazione che nasconde solo problemi di ordine economico. Il nido non è e non sarà mai un'azienda e come tale non sarà mai fonte di profitto, ma anzi continuerà a pesare sul bilancio comunale. Il nido è un luogo educativo dove il bambino cresce e sviluppa le sue potenzialità, in costante confronto con i suoi pari, un luogo accogliente che rassicura e conforta anche noi adulti impegnati nel complesso ruolo di educatrici e questo lo diciamo anche da mamme utenti di asili nido pubblici fantastici”.

Nella lettera ricordano poi che alcune di loro “hanno iniziato a lavorare come l.s.u. (lavoratrice socialmente utile) all'interno del progetto L'ALBERO DI TUTTI, con tanta energia ed entusiasmo. Il tirocinio, chiamiamolo così, che ci ha viste impegnate all'interno dei nidi del Comune è durato fino al 2001, quando è arrivata la proposta di stabilizzazione. Finalmente avremmo avuto un ruolo importante in un nuovo nido (nato in compartecipazione tra una cooperativa e il Comune) e un lavoro sicuro!! Sono stati anni intensi, difficili perché ci siamo trovate a dover organizzare non solo un valido progetto educativo, ma anche a dover gestire in tutto e per tutto una nuova struttura”.

Quel periodo è stato estremamente formativo – affermano – “anche se la nostra decisione di lasciare un lavoro a tempo indeterminato è nata perché non condividevamo più la filosofia della cooperativa. La cooperativa ha un grande merito, offrire opportunità di lavoro, ma anche parecchie lacune. Vive sperando nel buon cuore dei suoi soci (che spesso accettano compromessi lavorativi pur di avere un impiego!), non valorizza la professionalità e ha scarsissime risorse economiche; la qualità del nido è costantemente minata da turni di lavoro pesanti, da rapporti tra educatrice e bambini che spesso vanno ben oltre l'1 a 8 e da costanti spostamenti in servizi affini per mancanza di personale”.

“Abbiamo così deciso di puntare – continua la lettera - su una nuova opportunità lavorativa che tenesse conto della nostra professionalità e della nostra esperienza e che ci gratificasse di più come persone. È stata una scelta difficile, che ci ha lacerato perché ci vedeva diventare a tutti gli effetti delle precarie e perché ci costringeva a lasciare un porto sicuro. Una scelta che però ci dava anche forza e coraggio per sperare in un futuro diverso e forse migliore per noi e per i nostri figli”.

Ed invece, “Oggi, dopo anni di precariato – scrivono ancora le 36 operatrici -, il Comune di Perugia ha annunciato di voler modificare, in base alla legge regionale, il rapporto esistente all'interno dei nidi tra educatrice e bambini e questo significa per tutte noi, lavoratrici precarie, la mancanza di lavoro per i prossimi anni scolastici e una perdita di qualità per i servizi dedicati alla primissima infanzia.
Noi pensiamo che questo cambiamento sia troppo drastico e che sia motivato soprattutto dall'intento di far quadrare i bilanci. Noi precarie siamo indubbiamente demoralizzate perché dopo anni di duro lavoro ci vediamo togliere anche l'ultima opportunità: non tanto quella di avere un posto fisso, ma quella di riuscire a lavorare almeno 9 mesi all'anno!! Il sindaco e l'assessore competente ci rassicurano che si troverà una soluzione, magari creando nuove strutture a compartecipazione, gestite da cooperative”.

“Noi abbiamo già dato – dicono -, abbiamo vissuto intensamente gli anni di lavoro in cooperativa e non abbiamo intenzione di tornare indietro, ma di guardare avanti, sempre piene di speranza per avere un futuro migliore.
Noi pensiamo che sia fondamentale garantire alla nostra società e ai nostri figli non solo un posto dove stare, ma il diritto di far parte di un percorso educativo in cui la qualità e la professionalità siano il fondamento del nostro essere, e l’essenza del servizio pubblico”.

“Ci interessa – conclude la lettera aperta - sottolineare un ulteriore aspetto degli asili nido che è quello sociale, riferito all'integrazione delle bambine e dei bambini e delle famiglie, elemento storicamente importante nel Comune di Perugia che da anni ha sostenuto il ruolo sociale ed educativo di questi servizi pubblici per la prima infanzia.
Da lavoratrici, da cittadine abitanti nel Comune di Perugia, vogliamo sapere da parte di questa Amministrazione di centrosinistra quale sarà il nostro futuro e il futuro dei Servizi Educativi Pubblici”.

La lettera è firmata da: Chiara Longetti, Chiara Tomassoni, Letizia Palomba, Samantha Bonucci, Castillo Claudia, Valeria Pierini, Mancini Sara, Mattioni Maria Rosaria, Marchesini Chiara, Giunti Marzia, Livia Rapetti, Laura Bagnetti, Chiara Quadrati, Vannoni Sonia, Brufola Arianna, Ricci Romina, Antonelli Silvia, Baioletti Valentina, Rossi Silvia, Ginepro Marilena, Sergenti Silvia, Isidori Nadia, Brumini Chiara, Merli Michela, Letizia Melari Daniela Pallini, Galoppo Francesca, Ciarafoni Manuela, Buratti Rosalinda, Simona Scarabotta, Sportolari Antonietta, Orazi Alessandra, Giovanni Alessandra, Cristiana Antonioni, Elena Rinaldi, Teresa Mundo
 

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