PERUGIA – Ha suscitato profondo clamore la notizia dell’esposto presentato da Italia Nostra alla Procura della Repubblica e al Nucleo Carabinieri Tutela del Territorio relativamente ai lavori. La notizia ha trovato completamente impreparato il vice sindaco e assessore all’ambiente di Perugia, avv. Urbano Barelli che si viene praticamente a trovare sul banco degli imputati, proprio lui che di Italia Nostra era stato presidente cittadino prima di essere chiamato a svolgere un così delicato ruolo politico e che ha reagito stamani diramando una lunga nota dalla quale traspare tutto il suo nervosismo.

Una nota che si contraddistingue per un linguaggio prolisso, contorto ed a tratti estremamente burocratico che proviamo a riassumere nel modo più chiaro che ci è dato esprimere e, soprattutto, rispettando pienamente la sostanza del suo dire.

Dopo aver ricordato che il primo progetto di biblioteca degli Arconi era stato approvato dalla Giunta Boccali il 20 novembre 2013 e che lo stesso era stato poi modificato con determina dirigenziale del 22 dicembre 2014 per farne una biblioteca aperta ad attività laboratoriali e di servizio ispirata al modello inglese degli “Idea Store”, successivamente sullo stesso si erano svolti incontri per iniziativa della Soprintendenza, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, Comune e Regione (sue le risorse ammontanti a quasi 3,5 milioni di euro, alle quali si aggiungevano 700 mila euro della Fondazione Cassa Risparmio Perugia). Dopo una prima bocciatura del giugno 2015 da parte dell’allora Soprintendente, lo stesso lo approvava invece il 2 settembre dello stesso anno, dopo le modifiche apportate dagli uffici comunali, tant’è che il progetto stesso veniva approvato anche dalla giunta Romizi il 28 ottobre, sempre 2015, e come tale andava in gara.

Questo per quanto riguarda l’iter, ma, nota ancora Barelli, nel luglio di quest'anno, “dopo quasi diciannove mesi e con i lavori in corso di ultimazione, Italia Nostra di Perugia ed altri hanno manifestato diverse critiche al progetto”, e considerato che gli uffici comunali avevano in corso una variante al progetto per ragioni tecniche e per adeguarlo al progetto di biblioteca ambientale e a quello di GreenLab per coordinare il progetto Futuro nel Verde, si è colta l'occasione per concordare con la Soprintendenza una mitigazione del corpo estroflesso e per raccogliere ulteriori suggerimenti dai soggetti interessati. Per tale ragione il 27 luglio scorso è stato organizzato un incontro al quale presero parte anche rappresentanti di Italia Nostra.

Da qui la sorpresa di leggere oggi sui giornali che Italia Nostra di Perugia (della quale sono stato a lungo presidente) ha presentato un esposto alla procura della Repubblica (e ad un lungo elenco di altri enti pubblici) contro il Comune di Perugia, tirando in ballo anche il sottoscritto.”

“Tralascio la scorrettezza – spiega il vice sindaco di Perugia - di non aver nemmeno avvertito l’opportunità di informarmi e vengo al punto. Italia Nostra di Perugia ha partecipato attivamente all'incontro alla Sala della Vaccara del 27 luglio e sono intervenuti sia il presidente, arch. Fressoia, che la prof.ssa Canosci, membro del consiglio direttivo e in quella sede hanno esposto le loro perplessità ed hanno ricevuto tutte le risposte del caso. Di più, -prosegue Barelli- l’incontro si è chiuso con l'invito da parte del sottoscritto a recarsi negli uffici comunali per le ulteriori eventuali informazioni e, soprattutto, per proporre modifiche al progetto per mitigarne l'impatto. Oggi scopro che, a distanza di un solo mese da quell'incontro, è stato presentato un esposto sulla regolarità degli atti amministrativi e, addirittura, per bloccare immediatamente i lavori. Date le premesse che ho descritto, mi chiedo cosa sia successo, cosa ci sia di non chiaro e perché si chieda un provvedimento così drastico e grave quale è quello di sospendere i lavori. Grave per chi rischia di subirlo perché potrebbe rispondere dei danni all’impresa che ha vinto l’appalto, ma grave anche per chi lo chiede con tanta leggerezza e che per questo potrebbe essere chiamato a risponderne.”

“La spiegazione -aggiunge Barelli - potrebbe essere nel fatto che l’esposto è stato sottoscritto dall’avv. Valeria Passeri, in qualità di 'socia e difensore di Italia Nostra Onlus - Sezione di Perugia', non dal legale rappresentante dell’associazione, arch. Luigi Fressoia, il quale era presente alla citata riunione del 27 luglio scorso. Ma se così è, l’esposto non è dell’associazione Italia Nostra di Perugia, ma della signora Valeria Passeri.”

In conclusione per Barelli, “l’amministrazione comunale ha fornito ad Italia Nostra di Perugia e agli altri soggetti interessati tutti i chiarimenti sulla vicenda degli Arconi nell’incontro del 27 luglio scorso e ha dichiarato nella stessa sede di mettere a disposizione gli uffici comunali per ulteriori informazioni e per recepire proposte, senza alcun riscontro. Si attendono ora i chiarimenti da parte di Italia Nostra di Perugia e della signora Valeria Passeri su chi sia il responsabile dell’esposto e sulle ragioni per le quali è stato presentato.”

Vicenda, quella della Bibloteca degli Arconi, che è destinata, comunque, a tenere a lungo banco in città.

Intanto va segnalata una prima presa di posizione in merito, dai toni assai sarcastici, dei consiglieri comunali di opposizione Bori, Bistocchi e Arcudi, a parere dei quali “Quello che colpisce in realtà non è tanto il modus operandi di Italia Nostra che da sempre ha utilizzato questi strumenti (a volte anche abusandone) per impostare la propria lotta nella difesa, tutela e salvaguardia del patrimonio, quanto lo stupore dell’ex Presidente della sezione di Perugia paladino, a quel tempo, di tutti i comitati del NO a tutto come il suo stesso sito internet riporta con dovizia di particolari (vice-sindaco-perugia). Dall’azione di contrasto alla trasformazione del Mercato Coperto nell’ennesimo centro commerciale all’opera di sostegno ai comitati sorti contro il rumore del Minimetrò; dall’impegno contro la realizzazione dell’impianto fotovoltaico del Monte Tezio alla lotta al fianco dei comitati di Sant’Egidio e Santa Maria Rossa contro la realizzazione della centrale a biomasse; dalla ferma opposizione alla trasformazione della E45 in autostrada all’azione contro la costruzione della residenza universitaria di San Bevignate. Ma l’attività dell’Avvocato Barelli non si limita ad una necessaria azione di opposizione poiché tante sono le proposte ed i progetti presentati alle istituzioni cittadine”.

“Proprio per la storia personale tanto sbandierata di paladino del territorio contro i soprusi e gli abusi delle pubbliche amministrazioni – sottolineano i tre rappresentanti dell’opposizione - la posizione attuale del Vice Sindaco Barelli stride fortemente: siamo di fronte ad una trasposizione in salsa perugina del romanzo dottor Jekyll e mister Hyde? La storia non è fatta né di se né di ma, però, chissà quale sarebbe stata la reazione che Barelli, ancora Presidente di Italia Nostra di Perugia, avrebbe avuto di fronte ai blocchi in cemento degli Arconi? Avrebbe animato più di un comitato di lotta e resistenza? Avrebbe convocato svariate conferenze stampa, magari anche in loco, per denunciare lo scempio? Certo non si sarebbe fermato ad un esposto; ma si sa alcuni nascono incendiari per poi finire a fare i pompieri”. “La reazione scomposta ed anzi quasi intimidatoria per difendere uno scempio ambientale come questo che verte sul metodo e non sul merito dell’esposto è tipica di chi ha scarsi argomenti di autodifesa, di chi cerca di intorbidire le acque per nascondere le proprie responsabilità. Ormai Barelli ha compiuto il grande salto: è divenuto il massimo censore delle posizioni ambientaliste che prima tanto sosteneva come ha già fatto con il progetto IKEA, passando da un oltranzistico no ad sì totale”.

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