“Saremo oltre mille dall’Umbria alla manifestazione La Via Maestra sabato a Roma, tanto che non riusciamo più a raccogliere le richieste di chi vuol partecipare. Ma questo è un segnale chiaro di una comunità che non si arrende e che chiede un cambiamento a chi governa questo Paese”. Lo ha detto stamattina Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell'Umbria, aprendo l’iniziativa di presentazione del coordinamento provinciale di Perugia "La Via Maestra", formato dalla Cgil e da moltissime associazioni del territorio. Erano presenti le Acli, l’Anpi, Legambiente, Arci, Libera, Libertà e Giustizia, Udu, Rete degli Studenti, Uisp, Auser, Fondazione Capitini, Proteo Fare e Sapere, Link, Uds, Una Regione per Restare, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. Ma molte altre associazioni impossibilitate a partecipare stamattina hanno comunque dato la loro adesione.
Il coordinamento si è dato appuntamento, come detto, sabato 7 ottobre a Roma, per la grande mobilitazione nazionale per la difesa e l'attuazione della Costituzione, che vedrà due cortei sfilare nella Capitale per confluire in piazza San Giovanni dove si svolgerà la manifestazione conclusiva. Sono 14 al momento i pullman organizzati dalla provincia di Perugia, ma, vista l’impossibilità di reperire ulteriori mezzi, molte persone si stanno organizzando autonomamente. 
“Sarà una grande mobilitazione, per chiedere più equità e giustizia sociale e quindi una vera redistribuzione della ricchezza verso il basso in questo paese - ha detto il segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia, Simone Pampanelli - Noi vogliamo costruire un modello di società diverso, fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione, i principi cardine della nostra Costituzione, che sono l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo”. 
Il 7 ottobre non sarà però un punto di arrivo, ma solo l’inizio di un percorso di rivendicazione che proseguirà sul territorio, insieme alle tante associazioni che, ognuna nel suo ambito, si battono quotidianamente per i diritti delle persone. 
“Dobbiamo aprire conflittualità anche sul nostro territorio - hanno detto molti dei rappresentanti delle varie realtà intervenute - perché il rapporto tra cittadini/e e istituzioni non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto, ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili, contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando”.
 

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