A Perugia seminario su biodiversità, cambiamento climatico, bioeconomia
PERUGIA - Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di esseri umani, e per di più avremo a disposizione meno suolo coltivabile. I cambiamenti climatici poi, stanno generando importanti effetti sugli agroecosistemi. È necessario quindi, come si è detto nell’ultima conferenza di Marrakech sul clima, lavorare per la conservazione della biodiversità delle nostre colture
attraverso una gestione ecologica e resiliente dei nostri sistemi agroecosistemici. La biodiversità, il climate change e l’agroeconomia sono stati al centro del seminario “Biodiversità per una resilienza ai cambiamenti climatici su base ecologica nei sistemi agricoli”, tenutosi oggi, 31 maggio, al Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Perugia.
“L’incontro di oggi è l’inizio di un percorso per capire quali modelli economici e di sviluppo si possono applicare ai nostri sistemi territoriali. L’Umbria è la regione più adatta per la concretizzazione di un approccio di gestione degli agroecosistemi olistico ed integrato”, ha spiegato Antonio Boggia dell’Università di Perugia.
In quest’ottica di cambio di paradigma nella gestione ecologica degli agroecosistemi si inserisce anche il lavoro di Arpa Umbria che è impegnata verso l’affermazione di nuova visione complessiva dell’ambiente come ha spiegato, nel corso del suo intervento, Valentina Della Bella di Arpa Umbria che ha illustrato le attività e gli obiettivi del Centro “Cambiamento Climatico e Biodiversità in ambienti lacustri e aree umide”.
Ma qual è la strada da perseguire per coniugare le esigenze economiche con quelle della natura? Secondo Luigi Ponti di ENEA la risposta sta nei sistemi agricoli tradizionali “perché sono i più antichi sistemi di sfruttamento del territorio e l’uomo ha interagito con queste pratiche per decenni riscendo a vincere le sfide che la natura gli ha presentato”.
“La tradizione non deve essere in contrasto con l’innovazione, ha più volte ribadito nel corso del suo intervento Miguel Altieri della Berkeley University, “ma bisogna lavorare a un approccio integrato che è l’unico in grado di salvare oramai un pianeta in crisi.”
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