Nessuna presa d'atto da parte del Consiglio di
Scienze della Formazione. La decisione di istituire i bandi necessari a
ripristinare il corretto svolgimento delle lezioni (utili a coprire
quei ricercatori che non le tengono più regolarmente) sono stati
rinviati al 27 ottobre. E i 13 ricercatori che hanno aderito alla
protesta confermano la loro posizione. "Ci aspettavamo un atteggiamento
diverso dalla seduta di oggi -commenta Silvia Fornari, ricercatrice in
Sociologia-, ma la nostra indisponibilità rimane e le attività
didattiche inizieranno senza di noi". Ciò significa che il Consiglio di
facoltà non intende più sostenere la protesta come è avvenuto durante
questa settimana (che si chiuderà domani), ma, come pensano diversi
"indisponibili", intende far rientrare nei ranghi il personale
ricercatore e non concedere più spazio alla mobilitazione. "La nostra
impressione -aggiunge Fornari- è quella di trovarci di fronte ad
un'azione che attraverso questi rinvii vuole di fatto sfinire e isolare
la nostra protesta". E il leader Michele Capurso incalza e parla di
"poliche tutt'altro che efficaci. Questi presupposti -aggiunge- non ci
porteranno certo a raggiungere gli obiettivi nei confronti del ddl
Gelmini".
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