Perugia, primi segnali di ripresa Mister gli “spigoli” da emendare
di Elio Clero Bertoldi
L'ottava giornata, con il successo ed i suoi quattro gol scoppiettanti - porterà l'agognata svolta del campionato del Grifo?
Se prima sarebbe stato utile usar prudenza nel giudicare una squadra ed un allenatore privati - colpa del destino, non di altro - di tutti o quasi gli attaccanti e di altri elementi importanti della difesa, vieppiù oggi si dovrà attendere prima di innalzare peana per una vittoria roboante (quattro reti siglate da quattro giocatori diversi - Lisi, Ricci, due veterani e Di Maggio e Mezzoni, due "promesse" - che hanno sospinto la squadra nell'orbita dei playoff e fatto schizzare l'attacco - aspetto ai limiti del credibile - al secondo posto (12 reti, sia pure in condomino) alle spalle della mattatrice Ternana (leader con 18 segnature). Comunque Javier Faroni, che ha assistito sugli spalti, alla prima vittoria dei suoi "muchachi", partirà per l'Argentina coni cuore, almeno un poco, sollevato: i tre punti hanno regalato ampi spazi di azzurro sul cielo di Pian di Massiano.
Molti tifosi da cacciatori di teste (in primis quella del tecnico) si stanno riposizionando sul carro degli ottimisti. Sbagliavano gli uni, rischiano di commettere errori gli altri: guai a ragionare sugli eventi frutto di un solo turno. Serve una continuità di risultati prima di "sparare" sentenze e giudizi apodittici.
Dalla gara con la Lucchese emergono, certo, segnali positivi (il ritorno al gol; la sicurezza ritrovata - si spera - da Gemello; le prove convincenti di diversi giovani e dei "soliti" veterani), ma sottovalutare anche i difetti (comportamentali, tecnici, persino tattici) potrebbe risultare esiziale.
D'altronde, fino ad oggi, è stato coperto appena un quinto dell'itinerario e, pertanto, la squadra non può non mantenere una determinazione forte, feroce nel cercare di migliorasi ulteriormente. E spazi se ne intravedono.
Positivo anche il particolare che molti appassionati, che prima sollecitavano la ghigliottina per Alessandro Vittorio Formisano, ora abbiano assunto una posizione meno... sanguinaria.
Il tecnico napoletano "paga" il suo legame con la vecchia dirigenza, diversi errori di valutazione, oltre all'aria da "maestrina dalla penna rossa".
Gli sono stati contestati i limiti di chi maneggia bene la teoria (e d'altro canto chi ha seguito i corsi di Coverciano, ci mancherebbe altro che non fosse preparato su questi aspetti) e poco la pratica del professionista e della gestione dei giocatori più maturi (alcuni dei quali nati prima di lui).
Potrebbe aiutarlo, ulteriormente - sulla strada del miglioramento dei rapporti con la tifoseria - un ripensamento sulla gestione della propria comunicazione e, dunque, la lettura di qualche testo di psicologia.
L'altro percorso, che regala risultati certi - ma non sempre facili da ottenere considerata l'imprevedibilità del calcio -, resta quella dei risultati: vincere aiuta e vincere. Anche i contestatori più aspri.
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