Si è svolta a Perugia la prima Conferenza Nazionale sul tema. La messa in sicurezza e la protezione del territorio e del paesaggio sono una priorità da affrontare con urgenza

In Italia si verificano in media sette eventi disastrosi all’anno, con vittime, feriti, migliaia di senzatetto e danni economici ingentissimi, connessi anche alla distruzione di beni culturali ed ambientali. Lo Stato spende in media circa un miliardo all'anno per riparare i danni causati dal dissesto, mentre per la prevenzione vengono spesi in media 400 milioni di euro all'anno.

Il Ministero dell'Ambiente ha stimato che, per mitigare il dissesto idrogeologico e idraulico, sarebbero necessari investimenti pari a 40 miliardi di euro in 15 anni (circa 2,7 miliardi all’anno).

In Umbria vi sono almeno 35 comuni a rischio esondazione e tantissimi a rischio frana.

Negli ultimi dieci anni l’Italia ha consumato molto più territorio rispetto agli altri paesi europei. La spinta ad arrestare questa tendenza è apparsa evidente con le proposte legislative in materia di valorizzazione delle aree agricole e dicontenimento del consumo di suolo recentemente approvato in Consiglio dei Ministri e per le quali si attende la completa approvazione.

Questi dati mostrano che occorre promuovere un salto culturale per integrare sviluppo economico e ambientale e una maggiore sinergia tra interventi infrastrutturali e di politica industriale e quelli di natura ambientale, nell’ottica del raggiungimento dello Sviluppo Sostenibile per cui l’Italia ha assunto impegni anche nella recente Conferenza dell’ONU “Rio+20”.

Questi sono stati i temi affrontati ieri a Palazzo dei Priori in occasione della prima Conferenza Nazionale Manutenzione e Cura del Territorio a rischio organizzato dall’Associazione Alta Scuola a cui Stefano Villarini,  Presidente della Federazione dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali dell’Umbria, ha partecipato in rappresentanza della Federazione.

Per affrontare con decisione e urgenza la questione e per contenere il consumo di suolo diventa prioritaria lapianificazione territoriale e urbanistica – afferma il Presidente Villarini - vanno rafforzate le condizionalità previste dalla PAC (Politica Agricola Comune), garantendo lo scambio tra aiuti comunitari e manutenzione idraulico forestale e dei reticoli idrografici minori delle superfici agricole che generano l'aiuto stesso. Priorità di accesso ai fondi e incentivi potrebbero essere assicurati alle aziende agricole che si impegnano nella manutenzione del territorio di propria pertinenza.

L’ambiente non è solo qualcosa da proteggere. Va migliorato continuamente. In questo modo si migliora la qualità della vita dei cittadini, si rafforzano le opportunità di far crescere l’Italia sul piano economico e sociale, rendendolo un Paese attraente nel panorama mondiale, dove vivere bene e di cui apprezzare i prodotti e i servizi. Per questo, si deve assicurare la messa in sicurezza e la tutela del territorio e del paesaggio.

I Dottori Agronomi e Forestali saranno in prima linea per contribuire con la loro professionalità a predisporre un metodo che superi l’emergenza, imponendo una programmazione di interventi prima straordinari e poi ordinari, con una "agenda" stretta e realistica.

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