In questi giorni ai cittadini di Perugia vengono recapitate le bollette di conguaglio della Tari per l’anno 2020. Un conguaglio salato perché la tariffa risulta maggiorata, mediamente, del 6-7% rispetto all’anno precedente, con la parte fissa, quella graduata in funzione della superficie e del numero dei componenti il nucleo familiare (cioè quella che incide maggiormente sul costo finale) che è aumentata del 15%. Lo denuncia in una nota la Cgil.
"L'amministrazione comunale non ha assolutamente mantenuto la promessa fatta quando dichiarò che avrebbe lavorato per la riduzione del costo del servizio di raccolta rifiuti con effetti positivi anche sulla Tari - commentano Vanda Scarpelli della Cgil di Perugia e Luciano Campani, dello Spi Cgil Perugia - Durante l’unico incontro con le organizzazioni sindacali (in cui si è di fatto evitata una vera contrattazione) l’amministrazione ha sostenuto che l'aumento è stato imposto dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e dall’Auri (Autorità Umbra per rifiuti e idrico). Ricordiamo al sindaco - proseguono Scarpelli e Campani - che le due autorità fissano i limiti massimi di aumento delle tariffe e chiedono la copertura integrale dei costi del servizio, mentre compete solo alla giunta determinare le tariffe con l'approvazione del consiglio comunale”.
"Constatiamo che quanto promesso era solo propaganda - concludono i rappresentanti Cgil - Chiediamo al sindaco che si impegni con la sua giunta ad elaborare un piano per ridurre i costi del servizio di raccolta dei rifiuti incrementando la differenziata e rivedendo le tariffe che sono tra le più alte d'Italia con il servizio nettamente peggiorato. Pretendiamo inoltre che la parola contrattazione entri nel vocabolario di questa giunta e chiediamo finalmente di passare dalle parole ai fatti”
 

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