PERUGIA - Migliaia di fedeli hanno partecipato oggi a Perugia alla celebrazione della solennita' del Corpus domini culminata con la tradizionale processione del Santissimo Sacramento per le vie e le piazze del centro fino alla basilica di San Domenico. Anche quest'anno i giovani delle opere segno della Caritas diocesana hanno realizzato, fin dall'alba, la grande infiorata raffigurante i segni eucaristici davanti la gradinata della cattedrale di San Lorenzo. L'arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, a inizio della sua omelia, riferisce la diocesi, ha ringraziato quanti hanno preso parte alla festa del Corpus Domini, in particolare l'Unitalsi, il Centro volontari della sofferenza di Casa Emmaus e la Misericordia. ''Dinanzi alla Santissima Eucaristia, fratelli e sorelle - ha detto il presule -, possiamo ripetere le parole dette da Pietro a Gesu': 'Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto!'. E che fare dinanzi all'Eucaristia? Riconoscere le nostre infedelta' e ricominciare un nuovo cammino. L'Eucaristia e' per il nostro amore, una misura forte, severa. Ci accorgiamo che non abbiamo ancora cominciato e rispondere seriamente alla parola di Dio. Lui, Gesu', si dona. E noi riusciamo a donarci interamente a Lui? L'Eucaristia e' il culmine e la fonte della nostra vita cristiana, Lui si dona totalmente, ma ci chiede una risposta d'amore: 'Mi ami tu?'. Ma l'Eucaristia e' una misura severa anche per la nostra comunione fraterna. Noi che mangiamo lo stesso pane e beviamo lo stesso calice, dobbiamo essere un solo corpo ed un solo spirito, ci dice San Paolo. Eppure siamo divisi, lontani, talvolta polemici con i nostri fratelli. Non e' difficile trovare rivalita', indifferenza, fatica nel fare il primo passo verso la riconciliazione, come Gesu' ha fatto con noi. Ogni Eucaristia dovrebbe essere il punto di partenza per questo impegno di comunione fraterna. Il Signore ci domanda di diventare come lui, pane spezzato ed offerto, ci chiede di amare senza calcolo, sino alla fine, di donare noi stessi senza riserve. E' bello l'esempio del 'pane spezzato ed offerto' che ci viene dalla comunita' parrocchiale di San Giovanni del Prugneto, che ringrazio di cuore, dove sono accolti 23 giovani profughi fuggiti dai loro Paesi di origine (Burkina Faso, Costa d'Avorio e Mali) per arrivare in Libia con la speranza di trovare lavoro, ma hanno trovato la guerra e sono poi giunti in Italia rischiando ancora una volta la vita. Ho avuto modo di incontrarli gia' due volte e mi hanno colpito i loro volti segnati da una sofferenza profonda. Noi cristiani siamo chiamati a farci carico di questa loro sofferenza, di questa loro poverta'''. Mons. Bassetti ha quindi sottolineato che ''aumentano, purtroppo, le poverta' di casa nostra''. ''Ormai non si contano piu' - ha aggiunto - le famiglie che non ce la fanno ad andare avanti. I rapporti Caritas rischiano di diventare dei bollettini di guerra. Percio' in autunno e nel prossimo Avvento ripartiremo con una colletta per aiutare le famiglie povere della nostra Diocesi. Chiedero' a tutti, istituzioni, banche, imprese e, prima di tutto, parrocchie di mettersi una mano sulla coscienza, di compiere un vero miracolo di generosita'. Non possiamo riservare ai poveri i nostri spiccioli. L'Umbria terra di San Francesco e di San Benedetto, Perugia la citta' del diacono Lorenzo, devono risvegliarsi in un sussulto di autentica carita' tante volte sperimentata nel passato. L'Eucaristia ci chiede ancora una volta di donarci e di donare senza calcolo, di amare senza riserva. La processione, l'assemblea liturgica non parlano al cuore dei distratti, degli indifferenti, dei non credenti, se non attraverso la nostra vita: una vita che vuole esprimere adorazione di un mistero, che e' piu' grande di noi, e che noi portiamo, per grazia di Dio, nell'esperienza della nostra Chiesa; una vita che diventa sempre di piu' - ha concluso l'arcivescovo - attenzione e solidarieta', amore e servizio e rispetto di quanti incontriamo sul nostro cammino di uomini e di credenti''.

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