"Le recentissime sentenze n. 19/2013 e n. 20/ 2013 emesse dal TAR Umbria - si legge in una nota del Presidente dell'Adoc Umbria, Angelo Garofalo - hanno statuito l'illegittimità della maggiorazione del 29% alle prestazioni sanitarie erogate dai medici in regime di intramoenia, annullando la delibera della Regione Umbria n.3/2012. Tuttavia, il Collegio giudicante ha precisato che gli effetti dell'annullamento decorrono dalla data dell'annullamento, anziché retroagire al momento dell'adozione della citata delibera regionale; infatti, motiva il TAR 'la retroattività degli effetti dell’annullamento sarebbe oltremodo incongrua ed iniqua, in quanto potrebbe determinare […]  possibili squilibri finanziari nell’esercizio 2012, essendo la misura in questione destinata al mantenimento dell’equilibrio economico – finanziario'."

 

"In buona sostanza - continua Garofalo - siamo di fronte ad una sentenza "politica" che, pur accertando l'illegittimità dell'operato della Regione, dispone solo per il futuro, impedendo ai pazienti di ottenere il rimborso delle spese fino ad oggi sostenute. Inoltre, nonostante quanto sopra, la Regione non ha ancora dato attuazione alle sentenze in esame, limitandosi a dichiarare che delibererà in un prossimo futuro, mentre nel frattempo i medici continuano ad applicare la maggiorazione illegittima, in assenza di diverse indicazione dell'Amministrazione Pubblica."

 

"Reputiamo  questa sentenza - conclude la nota di Garofalo - discriminatoria verso i cittadini che in buona fede hanno precedentemente pagato rispetto a quelli che potranno usufruire degli effetti delle sentenze e in tal senso, l'ADOC ha deciso di procedere in via civile e di rivolgersi al consiglio di stato per il riconoscimento del diritto a riottenere il rimborso di quanto illegittimamente percepito dalla Regione, ovvero richiedere la parziale riforma delle sentenze del TAR Umbria nella parte in cui si limita l'efficacia temporale dell'annullamento della delibera n. 3/2012 della Regione Umbria."

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