di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - “La posta in palio é altissima. Per i nostri avversari che inseguono la salvezza e per noi che dobbiamo continuare ad inanellare vittorie”.
Fabio Caserta tiene sempre fermo il timone e guarda alle vele ed alla rotta della sua nave, senza guardare alle altre competitrici: “Noi dobbiamo fare il nostro e sappiamo che non sarà sufficiente, perché le altre ci sopravanzano in classifica. Il nostro destino, però, per prima cosa, dipende da noi. E noi non dobbiamo mollare mai”.
Curioso il fatto che, nel corso delle guerre gotiche, Ravenna, capitale dell’esercato e Perugia, il centro più importante, dopo Roma, figuravano alleate. Il territorio tutto intorno risultava in mano ai Goti e il percorso Ravenna-Perugia-Roma veniva indicato come “il corridoio bizantino”. Ora lungo questo perimetro si decide il futuro,  calcisticamente parlando, delle due città in Lega Pro.
Il fatto che il Ravenna sia in fondo alla classifica non inganna l’allenatore calabrese.
“Le difficoltà che ci attendono - sottolinea - sono tantissime. La prima risiede nel fatto che le motivazioni e gli stimoli sono alti; la seconda é che lottano per mantenere la categoria. Ed in queste situazioni i valori, tecnici e di classifica, si azzerano. Questa partita significa tantissimo per loro e tantissimo per noi. Ecco perché lo scontro s’annuncia durissimo”.
Vincere a Ravenna significherebbe per i biancorossi anche mettere pressione alle squadre che sono davanti: il Padova (a +3) e il Sudtirol (a +1). 
A chi gli chiede se guarderà in tv le partite delle due battistrada il mister replica secco: “Se ne avrò tempo”.
Per la gara non avrà a disposizione Moscati, Angella, Sgarbi e lo squalificato Fulignati. Burrai resta incerto, perché nell’allenamento di mercoledì ha subito un trauma ad un piede ed é rimasto a riposo precauzionale. L’allenatore si augura di recuperarlo all’ultimo tuffo.
Non nega che non gli siano piaciute per nulla le critiche ricevute sulle formazioni iniziali da mandare in campo e sui subentri, apparse sui social, sui giornali ed in televisione. 
“Col senno del poi - rimarca, ma sempre mantenendo un tono calmo - é facile parlare. Io per varare la squadra compio una valutazione globale, completa sulla condizione dei giocatori, sul lavoro che hanno svolto in settimana, sulle qualità degli avversari, su chi mi può dare qualcosa in più al momento del subentro... E non faccio il ragionamento degli undici titolari: considero tutti quanti titolari. Le scelte non riguardano solo l’attacco, ma anche il centrocampo e la difesa. Per mia fortuna i ragazzi sanno come ragiono, conoscono i miei pensiero, cosa voglia e mi seguono alla grande. Perché io punto molto su chi sta in panchina. So bene che chi entra, spesso se non sempre, risulta decisivo, in quanto più riposato e più lucido.”
Non lo dice chiaramente ma lascia intuire che schiererà, almeno in partenza, la difesa a 3. Anche alla luce del fatto che Negro sta meglio ("sebbene io non sappia con esattezza - rimarca - se abbia la tenuta per tutti i novanta...”).
Ravenna dunque rappresenta una sorta di svolta, di curva d’ingresso prima della dirittura del rush finale. Dove é bene inserirsi in posizione favorevole con i tre punti in tasca, senza i quali lanciare lo sprint servirebbe a ben poco. L’ultimo messaggio é per i giocatori: “Noi siamo forti, ma dobbiamo dimostrarci, al tempo stesso, umili sul campo”.

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