PERUGIA - Il Consiglio comunale di Perugia ha dedicato la seduta “aperta” di ieri al tema, attualissimo, della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

E’ stata l’occasione per confrontarsi con gli operatori sullo stato dell’arte e sulle possibili iniziative da assumere in futuro per contribuire a migliorare le condizioni dei lavoratori.

E’ stato il presidente Leonardo Varasano a spiegare le ragioni che hanno portato alla convocazione della seduta aperta, proposta del consigliere Camicia e poi accolta unanimemente dalla conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari.

Le ragioni – ha affermato Varasano – sono molteplici. Innanzitutto per la storia recente della nostra città e per l’impegno mostrato dallo stesso Consiglio. Tutto trae origine dal settembre del 2005 quando, in via dei Filosofi, morì tragicamente Nicola Coniglio. L’evento, doloroso, colpì l’intera città e portò, di conseguenza, l’Assise cittadina ad attivarsi in prima persona. Non a caso nel 2006 fu votato all’unanimità un odg per la costituzione di una consulta permanente per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Successivamente, nel 2007, fu sottoscritto un patto per la salute dei lavoratori; infine nel 2008 la consulta, nel frattempo attivata, promosse unitamente al Consiglio un concerto dal titolo “lavorare per vivere”.

Altro atto consiliare è del 2008, con un odg sulle morti bianche, con cui si dava mandato all’allora Amministrazione di procedere alla costituzione del Comune quale parte civile nei principali processi legati ai decessi sul lavoro.

“Da allora – ha aggiunto il presidente – questo interesse è, purtroppo, un po’ scemato; per questo il Consiglio comunale ha deciso di attivarsi nuovamente per tenere alta l’attenzione sul tema”. E lo ha fatto questa mattina intitolando a Nicola Coniglio una strada in località Ramazzano. Ed ancora ha scelto di inserire la Consulta sulla sicurezza tra gli organismi indispensabili; su questo punto Varasano ha chiesto espressamente agli operatori presenti un giudizio ed una disponibilità a collaborare in seno a tale organismo.

Infine, terza ma non ultima iniziativa, questa seduta del Consiglio.

A tutti i relatori Varasano ha chiesto di fornire un quadro della situazione e delle iniziative che già sono state assunte, ma anche, come accennato, un’opinione circa l’opportunità di mantenere viva la consulta ed ha concluso citando il monito lanciato recentemente dal Presidente Mattarella: “ogni morte sul lavoro è una ferita per l’Italia”.

E’ seguito poi l’intervento del consigliere Camicia. Il capogruppo Cor ha sottolineato che, purtroppo, la situazione è rimasta ferma agli anni 2006-2007 quando, sulla scorta del tragico evento costato la vita a Nicola Coniglio, tutta la comunità perugina si mobilitò. Scattò allora una sorta di allarme generale che coinvolse Consiglio comunale, sindacati, operatori, ma anche semplici cittadini, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione su un tema così delicato. Si disse, in quella occasione, che la morte di Coniglio doveva essere l’ultima, ma non è stato così. Ciò a causa della responsabilità di tutti, dalle Istituzioni (ree di aver mostrato scarsa attenzione a questa tematica), alla Consulta (partita bene, ma poi naufragata) per arrivare agli addetti al lavori.

“Per questo – ha osservato - oggi è giunto il momento di rialzare il livello di guardia e vogliamo farlo partenendo da questa seduta aperta del Consiglio, affinché chi è preposto possa assumersi le proprie responsabilità fino in fondo onde tutelare la salute dei lavoratori”.

In conclusione Camicia ha fornito anche alcuni dati: nel 2015 gli infortuni sono sì calati del 9%, ma, nel contempo, sono aumentati quelli mortali (+16%): “per questo abbiamo il dovere di intervenire perché il lavoro è un diritto, morire no”.

Sono seguiti poi molteplici interventi che, spaziando a 360 gradi nell’ambito della materia, hanno fornito spunti utili di riflessione.

Anna Lisa Angeletti (Cna Umbria) ha confermato che a Perugia ed in Umbria qualcosa è stato fatto sulla sicurezza grazie ad una positiva collaborazione tra tutte le Istituzioni, ma molto si deve ancora fare. L’obiettivo primario deve essere quello di modificare i comportamenti, anche in materia di appalti (negativa l’aggiudicazione al massimo ribasso) per dare un impulso concreto alla sicurezza. Decisiva la costituzione di una rete a tutela dei lavoratori.

Alessandra Biribanti (Dtl Umbria) ha precisato che la sicurezza sul lavoro non è data solamente dalle risorse impiegate dalle imprese, ma è soprattutto creare un rapporto di lavoro vero e stabile. Per questo l’area vigilanza ha potenziato i controlli (a settembre già individuati 300 lavoratori in nero) con particolare attenzione rivolta agli orari di lavoro per prevenire stanchezza e disattenzione.

Andrea Galli dell’ordine degli ingegneri ha sottolineato che occorre potenziare gli strumenti già messi a disposizione dalla normativa. Il riferimento è al tema degli appalti, affidamento servizi ingegneristici, controllo della legalità, semplificazione delle procedure burocratiche anche in termini di accesso alle banche dati.

Il Segretario regionale di Cgil Vincenzo Sgalla, nel ricordare che l’Umbria è in testa alla classifica degli incidenti gravi sul lavoro, ha riferito che tale record negativo deriva da gravi carenze conseguenti al mancato rispetto delle normative sia nell’ambito dei rapporti di lavoro privati che in quelli pubblici. Per questo ha invitato ad uscire dalla formalità dei ruoli per raggiungere risultati condivisi attraverso proposte concrete che una volta per tutte cambino lo stato delle cose. Sgalla ha sollecitato, infine, l’adozione di un accordo quadro di legislatura a livello regionale che fissi obiettivi specifici con risorse certe.

Il quadro attuale della situazione è stato poi delineato da Lorenza Nistri dell’Inail. Nel 2015, ha detto, gli infortuni nella provincia di Perugia sono stati oltre 8mila contro i circa 12mila del 2011 (meno 26%). Ciò è stato possibile grazie all’azione congiunta portata avanti da parti sociali ed Istituzioni. Crescono invece le malattie professionali (+24% dal 2011 ad oggi), fra le quali spiccano quelle osteoarticolari. In crescita anche le patologie tumorali. I settori più a rischio sono, nell’ordine, il manifatturiero, le costruzioni, i trasporti e l’agricoltura. Per combattere questo fenomeno l’Inail ha operato tantissimo in termini di prevenzione, ma anche di incentivo alle imprese. In conclusione Nistri si è espressa a favore della Consulta.

Anche Giorgio Miscetti, direttore del dipartimento di prevenzione dell’usl 1, ha posto l’accento sull’opportunità di riattivare la Consulta. In senso generale ha precisato come il lavoro vada interpretato anche come elemento che può contribuire a modificare lo stile di vita delle persone. Il luogo di lavoro, non a caso, deve diventare ambito ove sviluppare azioni di promozione della salute individuale e collettiva. Infine un dato allarmante: l’uso dei mezzi in movimento è la prima causa di morte sul lavoro (20% dei casi).

Il collegio dei Geometri è stato rappresentato da Paolo Moressoni che ha concordato sulla necessità di far applicare le norme già esistenti. Rivolgendosi al Comune ha lanciato, poi, l’idea di attivare negli appalti dei sistemi premianti/penalizzanti rivolti alle imprese basati proprio sulla sicurezza (andamento infortuni, risorse impiegate, ecc.) ed ha chiesto di potenziare i controlli sulle pratiche edilizie.

Ultimo intervento “tecnico” quello di Gianluca Cappellari di Confindustria che ha sottolineato come la cultura della sicurezza debba venire prima di ogni altra cosa. L’obiettivo – ha affermato – è quello di ridurre il numero degli incidenti sul lavoro e lo si può ottenere puntando su alcune azioni quali formazione, informazione, condivisione. In particolare l’ultima è fondamentale perché le aziende sono fatte di persone ed è sulle persone che bisogna investire.

Dopo i relatori il microfono è passato ai consiglieri comunali.

Il capogruppo Pd Diego Mencaroni ha ricordato come, a livello legislativo, non sia previsto purtroppo l’intervento diretto dei Comuni nella materia concernente la sicurezza sul lavoro. Tuttavia – ha sostenuto - il Comune può, comunque, promuovere ed adottare buone pratiche che contribuiscano ad aumentare la sicurezza stessa. Attraverso la sensibilizzazione, in sostanza, si può intervenire soprattutto per combattere fenomeni odiosi come quello del lavoro nero, ambito ove proliferano gli infortuni e le morti.

Mencaroni si è detto anche convinto che l’attenzione per il tema della sicurezza non può e non deve emergere solo quando si verificano eventi tragici; al contrario la formazione e la prevenzione sono argomenti che vanno portati all’interno delle scuole per creare fin da giovani una cultura della sicurezza.

Il capogruppo del M5S Cristina Rosetti ha riferito che il dibattito in Commissione consiliare è stato assai serrato, come quello  in Consiglio comunale, proprio sul tema degli organismi indispensabili. E’ emerso che, purtroppo, negli anni molti di questi organismi, compresa la consulta per la sicurezza, non hanno avuto la possibilità di funzionare a causa dell’inerzia di qualcuno. Oggi, invitando gli addetti ai lavori, si è voluto attivare un confronto sulla Consulta anche per capire se questo organismo può essere o meno un fondamentale strumento di partecipazione.

Dagli interventi dei relatori – ha osservato Rosetti – è emerso che la Consulta si conferma strumento di assoluta validità n seno al quale tutti i soggetti competenti (in primis gli operatori) potranno confrontarsi con l’obiettivo di costruire un percorso volto alla tutela della sicurezza e salute dei lavoratori. Quindi ha rivolto un auspicio affinché la consulta possa ripartire al più presto.

Nel contempo il capogruppo pentastellato ha sottolineato che dagli interventi dei relatori sono emersi spunti utili che, in taluni casi, riguardano direttamente il Comune e gli uffici comunali (controlli, appalti, semplificazione, ecc.); spunti che l’Ente deve saper cogliere per realizzare una politica a 360 gradi. “Crediamo che questi input debbano partire proprio da Perugia, Comune Capoluogo di regione, con l’obiettivo di coinvolgere tutta l’Umbria”.

Da parte sua il consigliere del M5S Stefano Giaffreda ha ricordato come il fenomeno delle morti sul lavoro sia ancora oggi attualissimo: ne è conferma lo sciopero di qualche giorno fa (cui ha aderito anche l’Ast di Terni) per ricordare i tre lavoratori recentemente deceduti e protestare per una situazione drammatica ed inaccettabile. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono già 500 le persone che sono morte in Italia nel corso della loro attività lavorativa. Numeri inaccettabili favoriti dalla crescente precarietà, dalla mancanza di formazione, dall’utilizzo del lavoro nero.

Giaffreda ha altresì ricordato le parole espresse dalla Governatrice Marini in occasione del tavolo sulla sicurezza svoltosi lo scorso 1 luglio, con cui la presidente si è impegnata ad aprire una nuova fase in merito al tema della sicurezza. “Vorremmo che queste non rimanessero solo parole – ha detto Giaffreda – ma si tramutassero in azioni reali ed utili perché in questo Paese non si continui a morire di lavoro e, purtroppo, anche per la mancanza di lavoro”.

Chiusura dei lavori a cura del Presidente Varasano:  “oggi – ha detto – abbiamo scritto un’altra pagina positiva per la città. Auspichiamo che questa possa avere un seguito, partendo proprio dalla riattivazione della consulta sulla sicurezza”. Varasano ha anche sottolineato che per cambiare le cose serve una sinergia stretta tra tutte le componenti interessate, in primis la Regione. “Oggi, rispetto al passato – ha infine concluso -, si muore in maniera diversa, spesso silenziosa, ma si muore ancora; per questo non dobbiamo abbassare la guardia”.

 

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