PERUGIA - Gaia Mencaroni presenterà domenica 28 ottobre alle ore 17:30 alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni (Perugia) il suo secondo romanzo LA MALARTE (Il Seme Bianco, Gruppo LIT). Andrea Cernicchi aiuterà l’autrice nell’incontro e gli attori Greta Oldoni e Massimo Salari leggeranno parti del romanzo.

“La Malarte” è una nuova parola per indicare il legame tra la malavita e l’arte. “Cercavo un qualcosa che inquadrasse al meglio i temi presenti nella narrazione: l’arte, i soldi, il riciclaggio e dopo alcuni tentativi, ‘La cattiva arte’, ‘La mala e l’arte’, ecco l’idea: ‘La Malarte’”, spiega l’autrice.

“ La Malarte” è un romanzo dove arte, soldi, tanti soldi, banche, segreti bancari fanno da sfondo a una fuga. Sì, una fuga, perché Maddalena Cantarelli, nata a Siena e impiegata in una galleria d’arte contemporanea a Vaduz, scomparirà nel nulla, scatenando la ricerca concitata da parte della polizia di mezzo mondo. Una fuga e un piano perfetto. Così perfetto che Anna Moos, la regina dell’arte e la proprietaria della galleria, dove Maddalena, per quaranta ore alla settimana se ne sta a spacchettare e impacchettare con guanti bianchi le opere, a fotografarle e ad archiviarle, non dirà neanche una parola, ma si nasconderà dietro i suoi occhiali da sole grandi e neri.

Abbiamo chiesto all’autrice Chi è il personaggio o i personaggi principali del suo romanzo? “Maddalena Cantarelli e Marco Gatti sono i protagonisti. Maddalena è una ragazza italiana molto giovane che per uno strano gioco del destino si ritrova a lavorare in una galleria d’arte contemporanea a Vaduz. Marco è un fiduciario originario di Vicenza che lavora nel Principato del Liechtenstein e risiede a Lugano e nasconde, dietro la sua aria malinconica, un gelo e un’indifferenza alla vita e ai valori. È una persona con una pacatezza da far paura, di poche parole, nessuna discussione, decisionismo irremovibile, non un solo minuto perso in chiacchiere. Tra i due nasce una storia d’amore e sembrano essere due persone tanto dissimili. Ecco credo che Maddalena e Marco siano diversi a vederli così, dall’esterno, in fondo cosa ci fa un fiduciario corrotto fino al midollo e impantanato in loschi affari con una ragazza nata a Siena, laureata in storia dell‘arte, acquarellista e illustratrice di riviste? Eppure Marco e Maddalena, dissimili nella forma, sono simili nella loro essenza. E poi vi è Anna Moos. la regina dell’arte e la proprietaria della galleria, dove Maddalena lavora. Anna ha un ruolo chiave all’interno della narrazione”.

Quale è il messaggio racchiuso nella sua opera?

“Che non dobbiamo mai accontentarci. Non si deve essere come Marco Gatti, che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, se un mostro invisibile non gli avesse mangiato l‘entusiasmo, se non si fosse accontentato di poco e nella pochezza avesse smesso di credere in un mondo migliore. Non si deve aver paura dei cambiamenti e l’abitudine è come una siepe che ci protegge, ma che può nascondere ai nostri occhi il panorama. Ognuno di noi ha la possibilità di reinventarsi. E se a un certo punto ci rendiamo conto di non essere felici, dobbiamo cambiare, andare, fare, ma non stare immobili e lamentarci. Non dobbiamo credere alle persone negative che seminano paura e orrore. Tutti i personaggi della Malarte sono persone tenaci, nel bene e nel male: Anna Moos, che da cameriera austriaca bella rubiconda diventa la signora dell’arte, Jürgen Tanner, il grande riciclatore, che da figlio di mungitore a giornata diventerà il Re del Principato, fino ai personaggi secondari come la prostituta Liza”.

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