(AVInews) – Perugia, 23 giu. – Con la sottoscrizione, lunedì 18 giugno, da parte delle associazioni locali dei proprietari immobiliari e degli inquilini è entrato in vigore il nuovo accordo per la stipula dei contratti di locazione valido per l’intero territorio del comune di Perugia. Redatto in conformità alle disposizioni del Decreto interministeriale del 16 gennaio 2017, l’accordo recepisce le direttive della Convenzione nazionale che fissa i nuovi criteri per la stipula dei contratti a canone concordato e stabilisce, tra l’altro, che tali contratti agevolati non assistiti devono essere attestati da un’associazione dei proprietari immobiliari e da una dell’inquilinato per usufruire delle riduzioni fiscali e tributarie.

Le associazioni firmatarie. I dettagli sono stati presentati sabato 23 giugno, a palazzo dei Priori, dalle associazioni firmatarie dell’accordo rappresentate da Giacomo Iucci (Associazione piccoli proprietari immobiliari - Asppi), Claudio Moretti (Associazione piccoli proprietari case - Appc), Giuseppina Balducci (Unione piccoli proprietari immobiliari - Uppi) e Armando Fronduti (Associazione per la proprietà edilizia - Ape Confedilizia), Cristina Piastrelli (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari - Sunia), Marta Serpolla (Feder.casa), Alessandro Pampanelli (Sindacato inquilini casa e territorio - Sicet), Isabella Montanari (Unione nazionale inquilini ambiente e territorio - Uniat) e Aurel Ribac (Unione inquilini). È intervenuto anche l’assessore del Comune di Perugia Dramane Diego Wagué.

Aspetti principali. “Questo accordo – ha commentato il segretario di Asppi Perugia Giacomo Iucci – permette innanzitutto, per il tramite delle associazioni, di verificare la correttezza e la conformità dei contenuti economici e normativi dei contratti di locazione rispetto all’accordo stesso. Anche per usufruire dei benefici fiscali è obbligatorio utilizzare esclusivamente il tipo di contratto allegato all’accordo comunale ed è necessaria l’attestazione delle associazioni firmatarie, nell’ipotesi dei contratti non assistiti”.

Le novità. Nel nuovo accordo, che ha la validità di due anni, sono state apportate lievi modifiche nel calcolo della superficie convenzionale, nell’individuazione delle zone omogenee e nel calcolo degli elementi oggettivi dell’immobile per il corretto calcolo del canone concordato e alla conseguente applicazione della cedolare secca al 10 per cento. Così come sono state inserite percentuali premianti riferite all’arredo, alla maggiore durata contrattuale, alla classe energetica e all’eventuale presenza di elementi di particolare pregio dell’immobile e della zona dove lo stesso è ubicato. In conformità al Decreto del 16 gennaio 2017 sono state riscritte completamente le modalità per la predisposizione dei contratti di locazione parziale dell’immobile definendo anche le modalità per l’affitto di una singola stanza, “circostanza quest’ultima – ha sottolineato Iucci – estremamente positiva nell’ipotesi di locazione a studenti universitari o comunque per i contratti transitori in genere”.

L’importanza per gli inquilini. “Questo accordo è molto importante per gli inquilini – ha detto Piastrelli del Sunia – perché viviamo in una regione con un’altissima percentuale di sfratti. Gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno, il 12 giugno, ci dicono che sono stati 760 nel 2017. Una cifra elevata ma che grazie al contratto a canone concordato ha visto una riduzione del 20,48 per cento. Oggi non si investe più in alloggi di edilizia residenziale e non ci sono contributi né a livello territoriale né nazionale. L’unico strumento che ci rimane è quello di calmierare il canone tramite un buon accordo e quello che è stato fatto è un buon accordo”.

Nicola Torrini
 

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