Perugia: duro colpo all'occupazione nello stabilimento di San Sisto
E’ di ieri la notizia della cessione della produzione delle caramelle Perugina, tra cui la mitica "Rossana", da parte della Nestlè alla Soc. Fida di Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti.
Prosegue quindi lo smantellamento produttivo dello stabilimento di San sisto dopo la recentissima vendita del marchio dei biscotti “Ore Liete”.
Già da tempo avevamo più volte avvertito i lavoratori e la cittadinanza che la Nestlè era intenzionata a ridimensionare le produzioni nel sito di Perugia e che l’accordo sottoscritto dai sindacati e dall'azienda avrebbe messo a rischio l’avvenire di questa fabbrica.
Oggi i fatti concreti ci parlano di uno stabilimento con ormai una sola produzione: alcuni derivati del cioccolato.
L'intesa tra le parti, come purtroppo avevamo previsto, di fatto ha ratificato quello che in questi ultimi anni l’azienda aveva già scelto e programmato: pochi investimenti annunciati, finalizzati perlopiù ad un modesto ammodernamento tecnologico, non in grado di rilanciare lo sviluppo produttivo.
Anche le stesse Istituzioni locali e regionali, che con troppa fretta avevano dato il loro consenso all’accordo, erano state allertate: infatti vista la situazione economica mondiale, la contrazione di vendite nel mercato, il costo delle materie prime, la concorrenza, senza un nuovo piano industriale d'innovazione ed espansione anche la permanenza a Perugia delle ultime produzioni rimaste non sarebbe stata possibile.
Oggi, quindi, a San Sisto c'è una fabbrica sempre più piccola, con meno lavoratori e più stagionalità, un presente e un futuro all'insegna della precarietà. Se ne va un pezzo di storia industriale, sociale e anche culturale della città. Nel silenzio di gran parte del mondo produttivo, istituzionale, associativo. Impegnato invece, ironia della sorte, solo in un dibattito surreale: aprire o non aprire un bar sotto le Logge di Bracco, dove installare o non installare una insegna della Perugina.
E'del tutto evidente che, anche in questo caso, serve ben altro. Sinistra Italiana ha già indicato più volte la sua priorità: un piano regionale per il lavoro che rilanci sviluppo produttivo e di conseguenza crei occupazione. Con forti e concreti investimenti mirati su innovazione, tecnologia, know how. E' inoltre necessario che tutte le forze sociali e politiche che vogliono rappresentare sul serio il mondo del lavoro riaprano una stagione di forte mobilitazione e di lotta: in Umbria non solo non c'è ripresa economica ma al contrario aumenta ogni settimana il numero delle crisi aziendali aperte che ormai sono diventate nella regione più di 200.
Giuseppe Mattioli,
Sinistra Italiana
Comitato Operativo Regionale Umbria
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