Perugia/ Domani al PostMod proiezione del film “Manifesto” di Rosefeldt
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PERUGIA - E' in programma domani, martedì 27 febbraio, l'evento speciale organizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci, che presenterà il particolarissimo film di Julian Rosefeldt "Manifesto". Il Manifesto del Partito Comunista raccontato da un homeless, i motti dadaisti recitati da una vedova a un funerale, il Dogma 95 descritto da una maestra ai suoi alunni e così via. Tredici personaggi diversi: ogni personaggio uno scenario, ogni scenario un movimento celebrato attraverso intensi monologhi.
A dare corpo a queste parole una sola attrice: Cate Blanchett calata in 12 personaggi diversi. Con lei anche Erika Bauer, Carl Dietrich, Marie Borkowski Foedrowitz, Ea-Ja Kim.
Lo si potrebbe definire in molti modi Manifesto e uno di questi potrebbe essere "documentario", ma il termine rischia di essere molto riduttivo.
Per questo l'iniziativa promossa da Aldo Iori, docente della cattedra di Storia dell'Arte presso ABA Perugia, ha scelto di proiettare i 94 minuti di quest'opera che va oltre le regole che definiscono il genere documentaristico per offrire allo spettatore un'esperienza unica.
Non a caso, prima di arrivare sul grande schermo "Manifesto" è nato come installazione artistica. L'esperienza è unica perché una sola attrice ha prestato se stessa per fare esistere esseri umani contestualizzati in ambiti totalmente differenti l'uno dall’altro.
Cate Blanchett ci aveva già dato grande prova di trasformismo interpretando Bob Dylan in "Io non sono qui" ma in questa occasione si è superata, considerando anche il tempo ristretto (12 giorni) delle riprese. Eppure non si tratta di puro e semplice virtuosismo attoriale perché l'obiettivo è decisamente elevato: Rosefeldt rilegge un gran numero di "manifesti" per saggiarne la consistenza e la presa (se ancora c'è) sul rapporto odierno tra società, arte e vita quotidiana.
Andiamo così da Marx a Lars Von Trier passando per Marinetti, Kandinsky, Apollinaire, Fontana, Breton, Éluard e innumerevoli altri. Le loro parole, le loro ribellioni (giovanili e non) vengono fatte proprie da una punk tatuata oppure da una CEO a una festa privata ma proprio questa apparente astrazione le fa risuonare con maggiore evidenza interpellandoci.
Non è obbligatorio sapere tutto del Futurismo o del Situazionismo così come del Surrealismo o del Minimalismo. Anzi, stranamente, ci si accorgerà che meno se ne sa più quelle invettive o quelle definizioni che non lasciano spazio ad alternative acquisiranno una energia che si fa nuova proprio perché ignorata. Il confronto e la riflessione saranno inevitabili e produttivi.
La serata inizierà alle 21.30.
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