Lunghissima seduta ieri del Consiglio Comunale di Perugia in occasione della riunione “monotematica” dedicata al tema della “Sicurezza nella città, condizione presente ed ulteriori iniziative da assumere”.

La seduta si è protratta fino alle ore 22, con circa 20 interventi sulla delicata questione.

Essendo stati presentati due odg (uno della maggioranza ed uno dell’opposizione) ed avendo i consiglieri valutato l’opportunità di condividere un documento unitario, all’esito del dibattito il Consiglio ha dato mandato ad una commissione, composta dai capigruppo, di redigere un unico atto sul tema, per la cui approvazione sarà richiesta la maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti la suddetta commissione. In caso non si trovasse l’accordo, invece, nel corso della prossima riunione del Consiglio verranno eventualmente votati i due differenti odg già presentati.

I lavori sono stati aperti dal portavoce dell’opposizione Pino Sbrenna, il quale ha presentato a nome del centro-destra la prima proposta di risoluzione.

Sbrenna ha chiarito che “se Perugia è anche quella descritta dai servizi televisivi, ciò è dovuto in buona parte all’inerzia di questa e delle precedenti amministrazioni comunali. Che il nostro territorio sia gravato da situazioni pesanti è un dato obiettivo, tanto che Perugia ha evidenziato esigenze specifiche cui devono seguire risposte concrete”.

Sbrenna ha invitato tutti i presenti a convergere sulle proposte avanzate dall’opposizione, otto rivolte alle competenze centrali di Governo e Parlamento, quattro alle competenze locali (Comune).

Nel primo gruppo: “1) Affermare con norme e comportamenti adeguati e coerenti la certezza della pena conseguente a reati gravi, la cui espiazione è (o dovrebbe essere) la finalità prima della condanna nel cui periodo di detenzione va favorito il recupero sociale (non viceversa);

2) Affermare con norme e comportamenti adeguati e coerenti la pienezza della tutela giuridica delle vittime di aggressioni comunque subite a fronte dell’affievolirsi auspicabile delle medesime tutele per aggressioni, con particolare riguardo ai casi di legittima difesa;

3) Riconsiderare l’opportunità – specie in riferimento ai procedimenti penali per droga e correlato rimpatrio – del ricorso, attualmente consentito, ad espedienti legali in tema di competenze giurisdizionali che favoriscono l’immediata remissione in libertà (spesso contestuale alla ripresa dell’attività criminale) dei soggetti con procedimenti penali a carico, vanificando la preziosa azione degli inquirenti;

4) Completare al più presto (previe le opportune intese organizzative a livello internazionale) la fase transitoria della tracciabilità delle transazioni finanziarie, conseguendo enormi vantaggi nella lotta alla criminalità e nel recupero della evasione fiscale;

5) Dotare al più presto gli inquirenti di banche dati DNA utilissime per qualsivoglia indagine, restringendo il campo delle ricerche e basandole su dati scientificamente certi;

6) Dotare la città di ulteriori risorse umane e tecnologiche (monitoraggio graduale dell’intera città, ecc…), indispensabili per l’efficace contrasto nei confronti del grave contesto criminale esistente;

7) Definire scelte e conseguenti strutture – ove, dopo attenta analisi multidisciplinare, lo si ritenga opportuno – volte alla identificazione celere e conseguente espulsione di immigrati irregolari e clandestini in un contesto di stretta collaborazione tra istituzioni italiana e tunisina;

8) Concludere celermente l’iter di approvazione della proposta di legge sulla nuova polizia municipale”.

Quanto alle proposte rivolte alle competenze locali, sono le seguenti: “1) Riconsiderare celermente, nell’intero capoluogo, scelte urbanistico/edilizie che hanno facilitato e che continuano a facilitare insediamenti promiscui in piani interrati, scantinati o comunque locali originariamente inagibili per fini abitativi, sottoponendo a rigorosi, periodici controlli le abitazioni legittimamente ed improvvidamente, già assentite con specifiche modifiche della destinazione d’uso;

2) Favorire, con ogni incentivo utile, nuove residenzialità potenzialmente autoctone nel capoluogo, con particolare riguardo all’acropoli anche con specifiche, mirate destinazioni di edilizia residenziale pubblica (ad esempio, forze dell’ordine, militari, ecc..);

3) Coordinare opportunamente gli impieghi delle polizie locali a presidio del territorio (anche vigile di quartiere) con mirate intese da definirsi in sede di tavolo per la sicurezza, integrative delle azioni delle forze di polizia, prevedendo, per la polizia municipale, la ottimizzazione delle presenze dei propri addetti favorendo l’utilizzo di risorse umane, anche non afferenti al corpo, per il disbrigo di attività essenzialmente burocratiche, d’ufficio;

4) Acquisire definitivamente negli atti, nei fatti, nei comportamenti, il convincimento virtuoso che una rigorosa, attiva e continua operatività in tema di ecologia, arredo urbano, tutela anche dalle deturpazioni, dei beni immobili pubblici e privati, unita al serio e continuo contrasto a sporcizia, alcoolismo, prostituzione, accattonaggio, schiamazzi, vandalismo costituiscano, nell’insieme, significativi deterrenti nei confronti di quanti – tanti, troppi, allo stato – sono portati a pensare e ad agire, per un lassismo ed inerzia esistenti e superabili, che Perugia sia una città dove tutto possa essere consentito o tollerato. Anche per questa non secondaria azione costante ed intelligente si concorre efficacemente al miglioramento della qualità della vita e della sicurezza della città”.

Primo intervento della maggioranza a cura di Mearini, il quale non ha risparmiato critiche alla controparte, evidenziando come il centro-sinistra, sempre pronto alla collaborazione in questi due anni di consiliatura, non ha alcuna intenzione di fornire “sponde” ai “salti nel buio” proposti dall’opposizione ed a sostenere l’incapacità di una minoranza che non si è trasformata in volontà di predisporre proposte concrete. Mearini ha rigettato la descrizione della città fornita dal PdL nei manifesti affissi recentemente chiarendo che l’Italia intera è alle prese con un decadimento di valori e principi che ha favorito la recrudescenza di fenomeni di violenza inaudita.

“Noi crediamo che la sicurezza sia la base della libertà di un individuo; essa va garantita attraverso un forte monitoraggio della città, partendo dal contributo degli stessi cittadini ed arrivando a tutti i livelli istituzionali. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma una spinta decisiva deve arrivare in primis dallo Stato”. Sotto questo punto di vista Mearini ha chiesto a Parlamento e Governo di assumere ineludibili provvedimenti legislativi e di investire con forza sulle risorse umane, oggi carenti.

Chifari ha evidenziato che la città deve essere soprattutto “scambio di persone” e non di merci. In essa va ricercata la pace e la serenità, valori oggi troppo spesso minacciati.

Nell’affrontare i problemi che riguardano Perugia, però, va abbandonata ogni forma di demagogia, perchè la sicurezza non può essere ottenuta con provvedimenti occasionali, ossia provvedimenti “manifesto”, bensì con azioni mirate e diffuse.

“La verità è che, anche a Perugia da sempre città felice, armoniosa ed accogliente, si sta verificando quanto accaduto nel resto d’Italia: a fronte dei nuovi fenomeni, certamente a noi sconosciuti, ci siamo trovati impreparati, sottovalutando i segni che si manifestavano con continuità e minimizzandoli. Oggi dobbiamo prendere atto di una realtà mutata, accogliendo il principio della tolleranza zero per chi delinque, ma ampliando nel contempo l’offerta di politiche inclusive e di integrazione”.

Chifari ha chiarito che l’Amministrazione sta facendo molto, di concerto con gli altri soggetti competenti, ma ha proposto ulteriori interventi mirati in ogni settore di competenza comunale, dall’urbanistica al commercio, dal sociale al controllo del territorio.

Per Baldoni l’ordine pubblico è un bene comune di tutti, ma il buonismo di facciata finora non è servito e non servirà. “Lo slogan, tanto caro alla sinistra, del “vietato vietare” è stato devastante per Perugia, così come è pericoloso opporsi ad una maggiore presenza delle forze dell’ordine, additandola come militarizzazione del territorio”.

Baldoni ha riferito che se i 2/3 della competenza in materia di ordine pubblico sono a carico dello Stato, il restante 1/3 è a carico degli enti locali. Per questo il consigliere del PdL ha invitato il Comune a procedere con una sana politica sociale ed una corretta politica urbanistica, temi su cui in passato l’Amministrazione ha spesso sbagliato.

Varasano ha definito “sleale” chi ha ridotto Perugia nel modo in cui il PdL l’ha obiettivamente fotografata sui manifesti. “Non riconosciamo più questa città e ritenendo inaccettabile una situazione tanto grave, abbiamo inteso denunciarla con forza, presentando nel contempo proposte concrete che segnino una reazione dura”. Tra le cause dell’attuale scadimento, Varasano ha individuato le responsabilità diffuse tra tutti i livelli istituzionali, politici e non, gli errori commessi da parte di chi guida la città, ma soprattutto di chi l’ha guidata in passato e di una maggioranza che ha costantemente sottovalutato la situazione.

Sempre dai banchi del PdL Carlo Castori ha ribadito che il suo partito sul tema della sicurezza non è mai stato fermo in questi anni, tanto da aver presentato molteplici proposte concrete, tutte puntualmente respinte dalla maggioranza (es. istituzione del vigile di quartiere, potenziamento dell’illuminazione e della videosorveglianza, istituzione del reparto mobile, ecc.). “Oggi, a fronte di una situazione sempre più difficile, anche la maggioranza sta iniziando ad avanzare soluzioni, certamente tardive, ma che di fatto riproducono le nostre stesse proposte del passato: a Perugia troppo è stato tollerato e troppo è stato consentito; oggi è il momento di cominciare a rispondere”.

Prisco, nel confermare l’importanza del tema sul quale non serve creare divisioni perchè c’è in gioco la vivibilità della città, ha sottolineato che “è giusto porre delle regole (es. nel regolamento di polizia urbana), ma queste funzionano solo se vengono fatte rispettare con puntualità”. E su questo aspetto occorre la collaborazione piena dell’Amministrazione Comunale.

“Noi non vogliamo le dimissioni del Sindaco, bensì che egli faccia il suo dovere fino in fondo. Questa Amministrazione troppo spesso ha cercato le responsabilità fuori dal proprio ambito, scaricando ogni colpa sul Governo nazionale, ma non accorgendosi che nel frattempo Perugia stava compiendo evidenti passi indietro, tutti costantemente sottovalutati”. Per Prisco esiste un forte legame tra lotta al degrado e lotta alla criminalità; per questo l’eccessivo lassismo sul primo aspetto finora non ha pagato.

Quanto alle proposte operative, il consigliere del PdL si è soffermato soprattutto su quella connessa alla necessità di riorganizzazione della Polizia Municipale, da destinare di più al controllo del territorio e meno alle attività d’ufficio.

L’INTERVENTO DEL SINDACO

Tra gli interventi dei consiglieri si è inserito quello, molto atteso, del Sindaco Boccali, il quale ha spaziato su diversi fronti, partendo da un accenno all’ormai famoso servizio televisivo trasmesso su LA7, i cui toni drastici sono apparsi più un modo per promuovere l’attività giornalistica, piuttosto che rispondenti ad una realtà concreta.

“Sul tema sicurezza dobbiamo avere il coraggio di dire come stanno le cose: nessuno ha intenzione di partecipare ad un “concorso di inerzia e disattenzione”, la cui presenza in città io stesso talora ho riscontrato”. Sottolineando, preliminarmente, che la Costituzione Italiana delinea un preciso riparto di competenze in materia di ordine pubblico, Boccali ha chiesto agli organi che amministrano la giustizia la massima attenzione per Perugia; va in questo senso, peraltro, la decisione del Comune di costituirsi parte civile nei principali processi in atto connessi allo spaccio della droga; un modo, in buona sostanza, per tenere alto il livello di guardia.

“Sembrerà strano, ma per certi aspetti sono stato contento che sia andata in onda la trasmissione su LA7, perchè ciò ha contribuito a svegliare le coscienze di coloro che spesso mi hanno rimproverato quando sostenevo che la lotta alle dipendenze è determinante per il contrasto alla criminalità. Su questo e su altri punti la mia volontà è di stimolare la città a reagire, respingendo nel contempo ogni ipotesi di connivenza e complicità”.

Confrontando i dati di Perugia con quelli delle altre città italiane, il Sindaco ha chiarito come i fenomeni di criminalità siano superiori in larga parte del Paese, ma anche che in nessun altra realtà della penisola si registrano iniziative e provvedimenti amministrativi quanti ne sono stati assunti nel Capoluogo umbro.

“Più volte, durante gli incontri cui ho partecipato, i vertici della Polizia e del Governo mi hanno ribadito che quella di Perugia non è una situazione emergenziale; eppure noi perugini la viviamo come un’emergenza, perchè i fenomeni accaduti, nel passato sconosciuti, sono andati ad intaccare i valori di una città in cui abbiamo sempre creduto (vivibilità, inclusione, ecc.)”. Boccali ha riferito altresì di aver ricevuto rifiuti da parte del precedente Ministro degli Interni circa l’invio a Perugia di ulteriori uomini per le forze dell’ordine, a causa della cronica carenza di personale; “nonostante queste difficoltà, siamo comunque riusciti ad ottenere qualche risultato, cui abbiamo inteso contribuire mettendo in campo molto iniziative concrete. Per questo ritengo di aver intrapreso la strada giusta anche se sappiamo che non sarà un percorso facile, soprattutto per ciò che concerne la lotta al consumo di sostanze stupefacenti, su cui occorre un’attività straordinaria che parta dalle politiche di prevenzione e di assistenza alle famiglie”.

Il Sindaco ha preannunciato l’intenzione di non votare l’odg dell’opposizione per le modalità in cui è stato scritto, pur avendo apprezzato alcune proposte ivi contenute su cui l’attenzione dell’Amministrazione sarà massima.

Il lotto degli interventi consiliari è ripreso con quello di Mario Catrana, il quale ha riferito come le criticità e difficoltà sulla sicurezza cui Perugia deve far fronte siano le stesse che caratterizzano tutte le città italiane. “Su questa situazione sono evidenti le responsabilità del precedente Governo che ha lesinato risorse sul punto, contribuendo ad aggravare le cose”.

Secondo Catrana, oggi, per rispondere alle esigenze dei cittadini, occorre procedere ad un maggiore coordinamento tra tutte le forze sociali, politiche e di polizia, auspicando nel contempo che il Parlamento proceda con l’attivazione di quelle iniziative legislative non più rinviabili. Ciò perchè non possono bastare per risolvere le cose le sole ordinanze locali, assunte dal Sindaco.

Quanto all’ambito comunale, in ogni caso, Catrana ha segnalato alcune ipotesi di intervento: dal controllo degli affitti, all’incentivazione della residenzialità, soprattutto in centro, alla rivitalizzazione dei quartieri tramite iniziative sociali e culturali.

Per Numerini i perugini sono sempre stati abituati ad una vita tranquilla e mai avrebbero immaginato di dover fare i conti con fenomeni di incredibile violenza come quelli che si stanno oggi verificando in città. “Sui segnali emersi da tempo, purtroppo, c’è stata una diffusa disattenzione e sottovalutazione soprattutto da parte di chi ha governato la città negli anni ed oggi è necessario chiedere all’Amministrazione di intervenire concretamente attraverso l’assunzione di iniziative concrete”. Tra queste l’attribuzione alla Polizia Municipale di un ruolo di maggiore controllo del territorio (pattugliamento delle strade, controllo dei locali pubblici e delle abitazioni, ecc.), l’effettiva applicazione delle ordinanze adottate, la tutela del decoro urbano.

Sempre dai banchi dell’Udc il capogruppo Cozzari ha chiarito che il tema della sicurezza è strettamente connesso al concetto di libertà individuale e sullo stesso in passato sono stati commessi tanti, troppi errori che hanno finito per contribuire ad aggravare la situazione (si pensi all’autorizzazione concessa per i cambi di destinazione d’uso dei seminterrati in residenze, ecc.).

Sicurezza, inoltre, è inscindibilmente legata al termine giustizia; per tali motivi è auspicabile quanto prima l’adozione di una riforma della materia in Parlamento nel segno della certezza della pena e della corretta distribuzione delle risorse.

Altre soluzioni possibili suggerite da Cozzari sono state l’accreditamento in Comune dei cittadini col ruolo di ausiliari dell’ordine pubblico con funzioni di segnalazione delle situazioni di illiceità, il rafforzamento delle campagne pubblicitarie e di formazione, partendo dalle scuole, contro l’abuso di alcool, droghe, contro la prostituzione, l’evasione fiscale, ecc. “Serve, in sostanza, un cambio di passo, dando concretezza a tutti i provvedimenti adottati finora”.

Romizi ha detto di aver apprezzato le parole del Sindaco, perchè sono l’eco di quanto i cittadini vogliono sentire. “Giustamente non si può più far finta di niente, perchè la gravità della situazione a Perugia è sotto gli occhi di tutti. I manifesti affissi dal PdL possono essere contestati quanto si vuole, ma essi rappresentano fedelmente una realtà drammatica che lo stesso Sindaco ha riconosciuto”. Romizi ha snocciolato i dati sui fatti di cronaca nera accaduti a Perugia nel solo mese di marzo, numerosissimi: “di fronte ad un’escalation di violenza come questa, servono risposte concrete da parte della politica sia nazionale che locale, perchè è certo che non ci si può più tirare indietro ed anche il Comune deve fare la sua parte”.

Secondo Mariuccini occorre lasciare fuori dall’aula consiliare tutte le posizioni ideologiche per cercare di procedere unitariamente affinchè i cittadini possano operare per il meglio ed ottenere concreti benefici nel processo di vivibilità di Perugia.

“Ci sono situazioni gravi con cui purtroppo la città è costretta a fare i conti; non è un mistero che a Perugia mancano da tempo uomini all’interno delle forze dell’ordine così come mancano normative a livello nazionale adatte per combattere nel miglior modo possibile l’illegalità diffusa”.

Per Fronduti la sicurezza è un dato che va conquistato giorno per giorno. “Di questa emergenza il Sindaco ha preso atto oggi con correttezza e sincerità, ma in passato non è stato così, nonostante i fatti gravi che stavano interessando la nostra città. Oggi la situazione da grave è divenuta addirittura drammatica ed è necessario rispondere con proposte serie”.

A parere di Zecca l’insicurezza a Perugia nasce da situazioni che si sono sempre più diffuse, tra queste il deprecabile fenomeno degli affitti in nero, aspetto su cui l’indifferenza e la eccessiva tolleranza hanno pesato. “Oggi riconosciamo al Sindaco il merito di aver mostrato una massima attenzione su questo tema e ci sentiamo di invitare tutti i soggetti competenti ad intensificare gli sforzi per il monitoraggio del territorio focalizzando l’attenzione sulle frazioni come sull’acropoli”.

Neri, capogruppo PdCI, ha illustrato a questo punto a nome della maggioranza la proposta di odg del centro sinistra. Questo il contenuto integrale:

“Il Consiglio comunale:

al termine della discussione svoltasi sull’argomento “Sicurezza nella città, condizione presente ed ulteriori iniziative da assumere”.

Considerato che il Sindaco ha posto a riferimento nel suo intervento i motivi ispiratori del documento approvato dal Consiglio Comunale sulle questioni della vivibilità della città e del suo territorio, che hanno caratterizzato un ancor più accentuato dispiegarsi di azioni amministrative e relazioni istituzionali volte, per contrastare in particolare la criminalità diffusa, a rafforzare il sistema di relazioni sociali che caratterizzano da lungo periodo la qualità della vita della comunità perugina;

che il Sindaco ha argomentatamente presentato all’attenzione ed alla valutazione del Consiglio la complessa situazione sociale di Perugia che è base di riferimento per la primaria azione di valorizzazione di tutte le energie, individuali e collettive, che caratterizzano la popolazione perugina;

condivide in termini di analisi la divisione ed articolazione dei poteri e competenze individuati dalla normativa relativamente al ruolo delle Amministrazioni elettive, degli Organi ed Uffici territoriali dello Stato, della Magistratura, delle Forze dell’Ordine. In presenza di tale quadro di riferimento il variegato manifestarsi di azioni criminose, a vario livello di gravità, intaccano ed indeboliscono l’insieme della coesione sociale e delle positive relazioni tra cittadini perugini e cittadini pro-tempore che per studio e lavoro innervano il sistema sociale, culturale, ed economico della città di Perugia.

Condivide che spetta indubitabilmente al Sindaco ed all’azione amministrativa complessivamente intesa il ruolo di indirizzo, proposta e coordinamento per l’attivazione di tutti gli interventi tesi ad inserirsi, quali fattori di progresso, nel sistema territoriale che dal Centro storico alle zone esterne è fortemente attestato su livelli di vivibilità territoriale e sociale consolidati nel tempo e capaci, in forza di tali caratteristiche, di contrastare fattori di crisi economica e di disgregazione sociale. In altri termini è la solidarietà che si erge come primo baluardo della sicurezza.

Fa propria, in questo quadro, la richiesta del Sindaco per l’attribuzione di più ampi poteri e competenze nel campo della sicurezza proprio perché non si configura come pretesa di un accentuato ruolo di polizia in funzione della cosiddetta “tolleranza zero”. Si tratta invece di innervare più efficacemente l’azione di governo della città con azioni di controllo democratico del territorio, del quale i cittadini sono protagonisti primari. Ne è un concreto esempio il contrasto di sacche di comportamenti che favoriscono insediamenti ed azioni di criminalità diffusa attraverso una costante, diretta vigilanza pubblica ed un civico apporto collaborativo di segnalazione e controllo territoriale.

Il Consiglio comunale condivide altresì le proposte del Sindaco per vedere confermato da parte dello Stato il dispiegamento delle Forze dell’ordine che, con azioni convergenti nel contrasto della criminalità locale e di flussi criminosi di persone, sostanze illecite, capitali finanziari costituiscono il nucleo sostanziale ed insostituibile degli interventi di ordine pubblico che ad esse primariamente competono. I successi dell’ultimo periodo nel consegnare alla Giustizia i responsabili degli efferati crimini che hanno colpito inermi cittadini, così come una parte significativa della rete degli spacciatori sono la conferma di una competenza organizzativa ed operativa che la Città sente essere parte integrante della tutela della vita onesta e solidale delle comunità.

Il Consiglio comunale auspica infine che l’insieme delle proposte che il Sindaco ha presentato all’attenzione dei Consiglieri trovino altresì consenso al Tavolo della sicurezza, così come nel Governo e nel Parlamento, perché sia dia luogo anche all’affinamento di specifiche norme e direttive che, in particolare nell’azione di contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, rendano immediatamente efficaci i provvedimenti giudiziari”.

Commentando l’atto della maggioranza, Giorgio Corrado ha parlato della necessità di partire da un punto di chiarezza: “condividiamo la necessità che sui tavoli istituzionali debbano arrivare proposte condivise, ma bisogna evidenziare con forza le indiscutibili responsabilità politiche locali che hanno portato all’attuale grave situazione. E’ un dato certo, infatti, che in passato questa maggioranza ha respinto tutte le nostre proposte, tendenti a riservare maggiori risorse a favore della sicurezza. E su questo aspetto vorremmo che oggi si facesse un passo in avanti”.

Corrado ha criticato, dunque, l’atto di maggioranza, in quanto contenente richieste generiche, ed ha auspicato invece l’assunzione di provvedimenti concreti sia a livello locale che nazionale.

Per Pampanelli la situazione odierna viene da lontano e sconta le forti responsabilità dei governi nazionali che hanno continuato nel tempo a tagliare risorse sul punto.

A ciò si accompagna il fatto che la politica, soprattutto locale, è stata svuotata del proprio ruolo, con conseguente svilimento dei valori sociali.

Secondo il capogruppo Prc c’è troppo lassismo diffuso: “non è possibile che le iniziative di polizia e gli arresti si siano verificati solo quando “c’è scappato il morto” e quando la situazione sicurezza è emersa nella sua gravità all’attenzione pubblica”.

Per Pampanelli, dunque, è ora che si inizi a ragionare sul “sistema-Paese”, risolvendo le cose che non vanno: dalla disuguaglianza nell’applicazione della legge, al sovraffollamento delle carceri, alla scarsa certezza delle pene, all’adozione di una legislazione adatta alle necessità del paese.

Chiusura per Rocco Valentino, secondo cui bisogna partire dal presupposto che in questi anni qualcuno ha sbagliato. Tuttavia la risposta all’attuale grave situazione non può consistere nelle “parole espresse in politichese nell’odg della maggioranza”.

Per il capogruppo, il PdL si è limitato nei tanti criticati manifesti a segnalare l’esistenza si un problema serio, la cui risoluzione risiede nelle competenze dello Stato, ma anche del Comune e dei singoli Assessorati (urbanistica, viabilità, servizi sociali, ecc.).

“Oggi è necessario che il Consiglio Comunale dia una risposta concreta ai cittadini, perchè questo è quanto la gente ci chiede”. Valentino ha proposto, dunque, di istituire una commissione paritetica (tre consiglieri di maggioranza e tre di opposizione) col compito di redigere entro 15 giorni un documento condiviso da portare all’attenzione del Consiglio e contenente soluzioni concrete sul tema della sicurezza.

Come accennato in precedenza, su proposta del Presidente Mariucci, l’Assise ha deciso di affidare questo compito ad una commissione composta da tutti i capigruppo.

All’uopo tale commissione si riunirà per la prima volta giovedì 5 aprile.

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