Perugia: Cgil e Spi, preoccupante aumento decessi nel nostro territorio
Nonostante il fatto che l’Umbria e la provincia di Perugia abbiano una delle aspettative di vita più
lunghe a livello nazionale, il Covid e i suoi effetti collaterali hanno lasciato tracce profonde. Basti
pensare che i dati dell’Istat, prodotti insieme all’istituto superiore di Sanità (ISS), indicano un
consistente aumento dei decessi nella prima parte del 2021.
Da questi dati emerge con nettezza l’incidenza del Covid e dei suoi effetti collaterali nella nostra provincia.
Per esempio nel confronto febbraio 2020 e febbraio 2021 l’aumento dei decessi è quasi pari al 30%, con un
trend per quel periodo superiore all’aumento dei decessi a livello nazionale, che dice sempre l’ISTAT, ha
visto nel 2020 un aumento dei morti pari al 9%.
Dai mesi successivi, a marzo 2021, si sta riscontrando per fortuna una riduzione della mortalità dovuta agli
effetti dei vaccini.
È evidente inoltre che l’aumento della mortalità che si è verificato non è dovuto solo al Covid, ma ad una
serie di patologie che non sono state affrontate adeguatamente, perché anche nell’era del Covid la prima
causa di morte continua ad essere rappresentata dai tumori.
Riteniamo inoltre che per contrastare l’abbassamento della aspettativa di vita, bisogna potenziare la sanità
pubblica, mettendo in atto politiche sanitarie alternative ai tentativi di privatizzazione che sta sviluppando
la Giunta Tesei-Coletto, potenziando la presenza dei servizi, rafforzandone la territorialità.
Nell’immediato invitiamo a completare la campagna di vaccinazione e a riaprire un confronto vero sul
futuro della sanità nella nostra Regione, cercando di superare le gravi disfunzioni, che tutti i giorni
colpiscono i cittadini e i pensionati umbri.
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