di Antonio Torrelli

Perugia - Le stesse motivazioni avanzate nel settembre scorso dal consigliere Pdl Massimo Monni. Queste le cause che hanno spinto l’Autorità di vigilanza a multare il Comune di Perugia.

L’esponenete di centro-destra, infatti, fece avanzare un’interrogazione in cui chiedeva “se sono state verificate e approfondite tutte le normative in materia; se sono state osservate le norme previste dalle leggi in materia di protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici, ed elettromagnetici comprese le autorizzazioni alla sovrintendenza dei beni culturali per l’applicazione dei dispositivi di funzionamento”.

E ora, dopo poco più di tre mesi, arriva la batosta dell’Autorità: una multa di 100mila euro al Comune perché non sono stati violati i criteri di libera concorrenza sul mercato. Questo perché le cosiddette liberalizzazioni degli hot spot wi-fi aperti al pubblico, sono entrate in vigore solo dal primo gennaio di quest’anno. E il cosiddetto “wi-fi day” del 5 giugno scorso, non poteva dunque ancora usufruire della nuova normativa.

L’assessore competente, Monia Ferranti, pare che sia stata avvisata per tempo delle possibili conseguenze legare all’evento del giugno 2010, ma, come ha spiegato lo stesso Monni, “il Comune è andato dritto per la sua strada. Per questo -conclude il consigliere del Pdl-, già a partire da lunedì prossimo, mi muoverò per fare un esposto alla Corte dei Conti e chiedere il danno erariale”.

 


 

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