Farsi promotore di un incontro tra tutte le associazioni della proprietà e dell’inquilinato, per rivedere completamente l’Accordo comunale per la definizione delle locazioni abitative a canone concordato, così come previsto dalla legge 431/98. È ciò che l’Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari (Asppi) provinciale di Perugia chiede all’amministrazione comunale del capoluogo umbro. Rivisto nel 2007 e nel 2010, l’accordo risale, nella sua impostazione sostanziale, al 2000, anno in cui la prima stesura venne depositata al Comune di Perugia.

 

“L’esigenza di rivedere l’Accordo – spiega Giacomo Iucci, segretario provinciale dell’associazione - poggia essenzialmente su tre necessità. In primo luogo, ridefinire, in maniera più conforme ai reali valori di mercato, l’individuazione delle zone censuarie che, insieme allo stato dell’immobile e ai metri quadrati dello stesso, concorrono alla definizione della fascia minima e massima del canone d’affitto. Inoltre, ricalcolare le locazioni a canone concordato, per riprendere una politica abitativa, a Perugia e in Umbria, che premi i proprietari che scelgono questo canale di affitto, vantaggioso anche per gli stessi inquilini, siano essi famiglie o studenti universitari. Infine, stipulare contratti di locazione a canone concordato, conformi alle disposizioni di legge e ai criteri dell’Accordo locale, al fine di evitare alle parti di ricorrere a costosi contenziosi giudiziali”.

 

“Rispetto a quest’ultimo punto – aggiunge Iucci -, va fatto notare che sono sempre più numerosi i piccoli proprietari immobiliari che si rivolgono alla nostra associazione perché il contratto a canone concordato è stato stipulato in modo errato, sia per quanto riguarda l’individuazione della zona censuaria che la fascia di appartenenza. Tali errori comportano che l’inquilino richieda l’applicazione del canone corretto e la restituzione delle somme versante in eccedenza. In un momento di crisi come l’attuale, i piccoli proprietari, vessati dall’Imu e dalle tante imposte che gravano sull’abitazione, non possono reggere sulle loro spalle anche un contenzioso dovuto alla stipula di contratti di locazione predisposti in maniera difforme alla normativa”.

 

“Questo problema – commenta ancora Iucci - si somma alla sempre più drammatica situazione di morosità degli inquilini che, schiacciati dalla crisi, faticano ad arrivare a fine mese. Questo dramma sociale, però, non può e non deve ricadere sui piccoli proprietari immobiliari. Molto spesso, infatti, il reddito dell’affitto è per loro l’unico modo per integrare una pensione normale, derivante da anni di lavoro e sacrifici e non per aver trascorso qualche anno sui banchi parlamentari o di qualche consiglio regionale”.

 

“Tutti i soggetti interessati – conclude infine il segretario provinciale di Asppi -, a partire dalle istituzioni pubbliche, hanno il dovere, soprattutto in questo momento, di aprire un serio e concreto tavolo di confronto a 360 gradi per impostare un politica abitativa in grado di rispondere alle esigenze dei proprietari e degli inquilini. Questo è possibile, tra le altre cose, favorendo e incentivando la stipula di contratti di locazione a canone concordato in maniera corretta e trasparente, e, a partire dal prossimo anno, anche con l’abbattimento generalizzato dell’Imu per i proprietari che hanno concesso in locazione gli immobili a canone concordato”.

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