PERUGIA - Dall'arredo urbano, quindi dal cestino rifiuti tecnologico (con posacenere e musica) alle sedute in pietra artificiale che richiamandosi al Tai Chi uniscono cultura Occidentale e Orientale, al chiosco bar - avvolto da giardini verticali - realizzato recuperando i container dei negozi di piazza del Circo, passando per spazi gioco e fitness, installazioni sonore, fino ad arrivare all’accessibilità architettonica e alla segnaletica, senza tralasciare la sostenibilità, come il riciclo, e il risparmio di risorse. Sono tante le idee elaborate dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia per ridare smalto al parco della Cupa. Quattordici proposte, sulle venticinque che saranno consegnate, in cui hanno provato ad immaginare nuovi modi di vivere uno dei polmoni verdi della città, e che sono state presentate nell'aula magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università di Perugia, alla presenza dell'assessore comunale all'Ambiente, Urbano Barelli, del direttore dello stesso Dipartimento, Francesco Tei, dell'assessore a Cultura, Turismo e Università, Teresa Severini, di Mario Rampini ed Emidio De Albentiis, rispettivamente presidente e direttore dell'Accademia, Giancarlo Barboni, presidente dell'associazione Porta Eburnea, e Maria Antonietta Taticchi, presidente dell'associazione Priori.

L'iniziativa. Frutto della convenzione tra l'Accademia e l'associazione Rione di Porta Eburnea, in collaborazione con l'associazione Priori, l'iniziativa si è concretizzata con la realizzazione da parte degli allievi dell'Accademia di elaborati relativi a diverse proposte per riqualificare il Parco della Cupa. Un lavoro portato avanti con gli insegnamenti di Design 2, Metodologia della progettazione (diploma accademico di primo livello) ed Elementi di architettura e urbanistica (biennio specialistico) attivati nell’anno accademico 2017-2018 e tenuti rispettivamente dai docenti Elisabetta Furin, Paul Robb, Luca Martini e Alessandro Bulletti.

Sinergia virtuosa. Un progetto che ha inteso promuovere una sinergia virtuosa, nella particolare chiave di promozione della cultura e del territorio, facendo dialogare “l’Accademia con la città, le istituzioni e le imprese: i concept elaborati dagli studenti, alcuni impegnati nella loro prima esperienza progettuale, sono un regalo alla cittadinanza e immaginano il futuro di questa area verde storica, progettata dal celebre architetto Pietro Porcinai, tenendo conto delle necessità dei suoi utenti”, sostengono i docenti coinvolti. Una potenziale strada di riqualificazione che esprime anche un legame più profondo, che è poi il vero risultato per cui il presidente Rampini ha espresso soddisfazione: “È bello vedere che interagire fra loro studenti di varie nazionalità e che l'Accademia è sempre più dentro la città”. “Con questo progetto continuiamo un'azione positiva già iniziata dal precedente direttore Paolo Belardi – ha evidenziato De Albentiis -, una iniziativa che mi vede totalmente in sintonia perché è molto costruttiva per l'Accademia. Una via che offre ai ragazzi una vera e propria palestra di ricerca per progetti sia operativi in senso concreto che progettuali in senso più sognante. Auspico che questa esperienza sia portata avanti con tutti i nostri dipartimenti (quello di arti visive - con Pittura e Scultura-, di Progettazione e di Arti applicate - che comprende Scenografia e Design Progettazione artistica per l'impresa, incluso il biennio di Fashion design -, e il biennio di Pittura e Scenografia)”. 
Idee e concept che saranno ora vagliati dall'Amministrazione, che ne valuterà la fattibilità, che hanno incontrato l'interesse del vice sindaco Barelli. “Si tratta di una iniziativa importante, che pur essendo focalizzata su un parco può essere estesa anche ad altri. Le idee prospettate mi sembrano molto interessanti, l'auspicio è che quelle che non troveranno collocazione sulla Cupa possano essere declinate sul resto della città. L'obiettivo è che con l'Accademia si possano portare avanti altre collaborazioni di questo genere perché gli spazi che si possono ridisegnare non mancano: abbiamo oltre trecento aree verdi”.

 

 

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