Perugia: “L'idrogeno per la sostenibilità urbana"
Grazie al progetto europeo LIFE+ dal nome H2power, l’Umbria vanta la maternità di un’importante ricerca sull’idro-metano da utilizzare come combustibile nella mobilità urbana.
Il progetto, nato nel 2010 dalla partnership tra il Comune di Perugia, Umbria Mobilità, Tamat ONG e I&TC Group, vede Egenera quale partner scientifico della ricerca, il cui obiettivo è di allestire un veicolo dimostratore adibito per il trasporto pubblico, alimentato con una miscela ad idrogeno e metano al fine di migliorare la sostenibilità ambientale delle aree urbane, riducendo le emissioni d CO2.
L’azienda ha sede a Perugia e si occupa di progettare e realizzare soluzioni innovative dedicate alla generazione dell'energia da fonti rinnovabili, alla realizzazione di progetti per la tutela dell'ambiente e alle tecnologie per il risparmio energetico. Tra le sue attività di Ricerca&Sviluppo, essa si orienta anche nella prototipazione di sistemi ad alto contenuto tecnologico, quali software per console di monitoraggio, monitoraggio remoto per la gestione degli impianti e Analisi energetica. In questo ambito è stato sviluppato e registrato il RISE (Remote Instrument to Save Energy): un sistema di monitoraggio e di gestione delle utenze e dei carichi energetici, applicabile ad una singola struttura o a un complesso di edifici e linee di consumo. Tramite l’installazione di sensori wireless e l'interfaccia web, l'utente ha la possibilità di visualizzare i dati in real-time. I grafici sviluppati, acquisendo i dati dei sensori, possono essere disposti all'interno del software in modo da poterne così leggere i valori, o istantaneamente o confrontarne i dati. I consumi energetici costituiscono una tra le principali fonti di costo per l’azienda e le attuali condizioni del mercato impongono di ricercare il miglioramento della competitività attraverso azioni di Risparmio e Ottimizzazione.
Inoltre, la sua attiva partecipazione al progetto H2power, attraverso la sperimentazione e la produzione di materiale scientifico, la rende una delle poche realtà umbre, se non l’unica, attive nella ricerca nel campo dell’idrogeno.
Il Workshop, organizzato dalla società I&TC e tenutosi a Palazzo dei Priori, lo scorso venerdì 11 Gennaio è stato l’occasione per discutere e fare il punto sugli sviluppi derivati dalla sperimentazione in atto, messi a confronto con i massimi esponenti del settore: personalità del modo accademico, imprenditoriale e istituzionale, da anni impegnate sulle problematiche ambientali e per l'innovazione nel settore delle risorse energetiche. Tra questi, il prof. Livio De Santoli, Energy manager dell'Università La Sapienza e Angelo Consoli, portavoce ufficiale in Europa della Fondazione Cetri Tires di Jeremy Rifkin. Inoltre, è intervenuto il decano delle applicazione dell'idrogeno in automotive in Italia, Iginio Benedetti e rappresentanti del CNR di Bologna, dell'Enea di Frascati e della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Perugia con la quale Egenera e gli altri partner di progetto hanno stretto una collaborazione.
L’ing. Enrico Venturini, responsabile del settore Energia di Egenera, ha potuto esporre gli ultimi risultati ottenuti dagli studi in atto, sottolineando come la sperimentazione si proponga quale indicatore per le aziende orientate al trasporto pubblico urbano, alle società con flotte interna e mezzi di pubblica utilità. La caratterizzazione del progetto si estende ai test di percorrenza urbana con tracciati gravosi, quali quelli del comune di Perugia. A tale proposito, le tecnologie sviluppate potranno, successivamente, essere trasferite ad altre realtà italiane ed europee con problematiche e caratteristiche orografiche simili, attraverso un sistema replicabile su una flotta già esistente di mezzi a metano.
<I vantaggi sono riconducibili alla sostituzione di atomi di carbonio con idrogeno, il che comporta una riduzione netta di CO2 emessa> afferma l’ing. Enrico Venturini. <L’utilizzo dell’idrogeno come combustibile> continua <evita la produzione di anidride carbonica, permette l’utilizzo di miscele più “magre”, riduce i consumi di combustibile, diminuisce gli elementi incombusti, aumenta l’energia per unità di peso>.
In questa fase del progetto si è pronti per iniziare i test su strada ed in particolare su una linea di trasporto pubblico in situazioni complesse, con l’utilizzo di zavorre per la simulazione dei passeggeri. La sperimentazione si concluderà ad ottobre del 2013.
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Mercoledì
16/01/13
16:51
A Trento li stanno sperimentando dal Settembre 2012 e a Ravenna, sullo stesso progetto, sono molto avanti rispetto a Perugia. Non capisco poi che cosa ci sia di ecologico, quando per produrre l'idrogeno si spende una quantità' di energia pari al 140% di quella poi rilasciata da questo combustibile.
Mercoledì
16/01/13
19:48
Se si legge con attenzione l'articolo, si apprende che a Perugia questa sperimentazione è iniziata nel 2010, quindi, volendo essere pignoli, ben due anni prima che a Trento. E si dice anche che "La caratterizzazione del progetto si estende ai test di percorrenza urbana con tracciati gravosi, quali quelli del comune di Perugia" e non ci pare che in questo ambito possa rientravi il comune di Ravenna. E poi nell'articolo non c'è scritto da nessuna parte che Perugia è la prima città in Italia a farlo, e neppure che è la più avanzata, ma si parla solo dell'Umbria e con un significativo "forse".
Quanto all'energia consumata per produrre l'idrogeno, che sarebbe superiore a quella ottenuta, si prega di considerare che si tratta di un progetto "sperimentale" e non ancora "esecutivo" e nella sperimentazione potrebbe essere compreso lo studio di metodologie più avanzate e meno ambientalmente negative rispetto a quelle ora disponibili.
Insomma, se non si esperimenta non si scopre nulla e non ci serviremmo oggi di oggetti e metodologie che ci appaiono comuni, come la comunicazione on line, ad esempio, che ci permette di esprimerci, a volte anche a sproposito.
Giovedì
17/01/13
02:38
Pignoleria per pignoleria a Trento e Ravenna hanno iniziato nel 2007. Il riferimento al mese di settembre 2012 era solo un dato di cronaca, non certo polemico, relativo all'entrata in servizio stabile dei mezzi pubblici alimentati con idrometano. Ovvero, in altre città italiane si è già entrati in quella fase "esecutiva" alla quale la Redazione nel commento fa riferimento. Sinceramente non capisco in quali aspetti un veicolo alimentato a idrometano che viaggia dentro Perugia sia più performante (e in generale più utile), rispetto ad uno che viaggia dentro Ravenna. Ma non è questo il punto. Se davvero, come è scritto nel commento, nella meritoria ricerca perugina "potrebbe essere compreso lo studio di metodologie più avanzate" per la produzione di idrogeno, questo impegno scientifico impatterebbe (mi auguro positivamente) in un contesto internazionale che, ormai da decenni, sta tentando di trovare una risposta proprio a tale quesito. Per questa ragione, come è noto, i principali gruppi automobilistici mondiali hanno frenato i loro programmi sull'idrogeno. Oltre alla questione "sicurezza", i costi industriali sono molto alti. Per non parlare di quelli ambientali. E' vero che l'Europa in passato ha finanziato molti progetti sull'idrometano, ma è vero anche che la stessa Europa, negli ultimi due anni, ha iniziato a prendere consapevolezza su quali sono e saranno i veri costi ambientali imputabili ai biocarburanti. Il rapporto IEEP del 2012 dimostra chiaramente come, sommando i costi diretti e indiretti imputabili alla produzione di biocarburanti, la bilancia ambientale resta pesantemente a sfavore dei biocarburanti, nonostante nelle nostre città possiamo avere la percezione di abbattere le emissioni inquinanti. Quando si parla di ecologia e sostenibilità, si deve misurare l'impronta complessiva delle nostre scelte, sia in termini di sostenibilità ambientale, sia economica e sociale, altrimenti si è convinti di guadagnare ma si continua a perdere.