PD Umbria, Alessandro Torrini: il mio contributo per il Congresso regionale
“Ricostruire l’unità del Centrosinistra per una stagione di grandi riforme”
di Alessandro Torrini
Nel Manifesto dei valori del PD, per individuare il campo politico in cui si inseriscono il partito e i suoi iscritti, sono stati utilizzati i concetti di: socialista, democratico e progressista. Tre parole che, credo, chiunque si definisca “di sinistra” o “di centrosinistra” faccia proprie, ma anche tre concetti che pulsano potentemente nella nostra Costituzione, spesso in quegli articoli, però, che non sono o sono solo parzialmente una realtà. In parte, infatti, la nostra Costituzione è “ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere”. E se è vero che, a costo di grandi sacrifici, molto si è realizzato nel tempo, altrettanto vero è che in questi ultimi anni il Paese si sia fermato o abbia fatto, addirittura, passi indietro in molti campi. Per molti motivi abbiamo creduto che quel “lavoro da compiere” fosse in parte terminato, che la meta fosse già raggiunta e che i nostri valori non fossero così nobili o fossero addirittura superati. Ci siamo limitati e adeguati ad amministrare la realtà, una realtà però ancora piena di storture e squilibri sociali che invece di risolversi si ampliavano. A volte abbiamo anche ceduto al campo avversario divenendo, agli occhi di molti, indistinguibili. La crisi economica globale ha fatto il resto, lasciando vita facile alla feroce propaganda populista e reazionaria a cui molto poco siamo riusciti a contrappore.
Il PD, nella sua azione politica, ha assunto nel tempo un profilo tendenzialmente moderato, dai riferimenti culturali e valoriali ancora non ben definiti.
Dobbiamo, invece, recuperare e rendere sempre più forte la nostra anima socialista, libertaria, democratica e progressista, aprendoci alla sinistra, all’area liberal illuminata e al mondo del cattolicesimo sociale, al contributo di quelle culture critiche che nel tempo più di altre si sono opposte a quella filosofia di pensiero e divenendone noi il punto di riferimento. Dobbiamo invertire la rotta e riprendere quel “lavoro da compiere”, tornando ad avere una visione, un progetto e un obiettivo a medio-lungo termine per il Paese, per cui le persone possano tornare ad appassionarsi e mobilitarsi. Queste non devono essere solo belle parole o buone intenzioni ma devono tramutarsi in misure concrete.
Occorre un’azione politica del mio partito che apra ai movimenti, ai giovani, alle donne, all’ambientalismo e all’antirazzismo, che recuperi una relazione stretta con il mondo dell’associazionismo, con i lavoratori, i precari, i disoccupati e i corpi intermedi che li rappresentano. Non è più il tempo dei distinguo tra riformisti e radicali perché la necessità storica dell’oggi e del futuro è quella di aprire un stagione di riforme che sappiano coniugare sviluppo economico, giustizia sociale e diritti civili.
Uno dei grandi problemi della Sinistra è la sua mancata unità. Abbiamo un patrimonio culturale comune ma il ‘nemico interno’ vince spesso sulle buone intenzioni. Divora energie, genera conflitti, sopraffà ideali e valori. Ecco, questo è il nemico da battere. Un PD e un centro sinistra unito sono una necessità per aggredire con forza gli ostacoli che si frappongono tra i problemi di oggi e le soluzioni per il domani.
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