Pd Umbria – La "Renzizzazione" forzata e la guerra delle donne
Di Ciuenlai - Cercasi “renziano doc” assiduamente. Manca solo il cartello sul portone di Piazza della Repubblica e poi la linea del PD umbro (e di quello nazionale) sarà nota a tutti. Siamo già oltre alle polemiche sulle riconferme, derubricate con un secco “se la devono guadagnare”.
E allora tutti nei collegi “disperatamente”. Per la Camera si parla già di Bocci a Perugia, Giulietti a Foligno e una donna a Terni e per il Senato La Ginetti o Romett a Perugia e Rossi a Terni. Tutti senza il paracadute del proporzionale sotto il quale dovrebbero ripararsi invece Anna Ascani e Walter Verini. Gli unici quasi sicuri di tornare a Montecitorio. E la notizia ha provocato diversi mugugni. Il primo di carattere territoriale.
“3 candidati dell'Alto Tevere sono troppi” dicono all'unisono ternani, perugini e “terzoprovincisti”. L'esclusa “ quasi sicura” sarebbe Valeria Cardinali “perchè due di Orlando sono troppi”.“ Una motivazione politica culturale e ideologica fortissima” dice ironizzando un suo sostenitore. Ma la ragione vera è che ormai il “Giglio tragico più che magico” sembra stia imponendo in tutta Italia la linea del “renziano doc”, di origine controllata e garantita.
Il presunto (mai dire gatto se non l'hai nel sacco) sanguinoso ridimensionamento del Partito Democratico (dai 100 parlamentari meno in su) potrebbe essere consumato a danno delle altre anime. L'obiettivo di Renzi, componenti moderate e centriste e compagnia, sarebbe quello di mantenere un nucleo, il più numeroso possibile, forte, fedele esicuro in Parlamento, per evitare qualsiasi ribaltone nel partito dopo la sempre presunta sconfitta e per giocare in proprio e possibilmente come azionista di maggioranza, la partita del Governo all'interno del “Partito della Nazione” (quel raggruppamento che mette insieme Pd, Forza Italia e residui moderati e centristi). Quindi chiunque non risponda a questi requisiti è a rischio. Tenuto conto che dei 9 Parlamentari in carica, solo Nadia Ginetti (della quale però non si dice un gran bene) e Anna Ascani sembrano averli. C'è spazio, dunque, per ulteriori innesti.
Da qui la caccia al Renziano doc. I primi nomi che sono circolati sono evidenti depistaggi. Parliamo di Simona Meloni Vicesindaco di Piegaro e dello sconfitto alle primarie per la segreteria provinciale di Terni Grimani, attuale Vicesindaco di di San Gemini. E ancora. Torna a circolare il nome del segretario regionale del partito Giacomo Leonelli. Le ragioni di una simile scelta appaiono molteplici. Il personaggio garantirebbe infatti non solo il riequilibrio a favore del segretario nazionale, ma anche la copertura territoriale di Perugia che, con l'uscita della Cardinali, sarebbe totalmente scoperta, con gravissime ripercussioni per il tentativo dei Dem di riprendersi, nel 2019, il Comune capoluogo. Però , negli ambienti del Pd si continua a pensare che il nome sarà un altro e “sarà una sorpresa per tutti”.
Piuttosto, nel quadro descritto, si fa fatica a capire come possano trovare spazio le candidature degli “alleati”. Rometti, rivelano senza veli i socialisti umbri, ha una promessa “che va mantenuta”. Come, solo “colui che non ha nome” può saperlo. Se poi entra in ballo anche Monni “siamo alle comiche finali”. Ma, tranquilli, la preoccupazione non abita qui”.
Tutto continua a camminare come se le lancette dell'orologio si fossero fermate a 5 anni fa, all'epoca dell'imbattibilità dei democratici. I conti del PD renziano continuano, come sempre,ad essere molti lontani dalla presunta realtà dei sondaggi. I Dem sono convinti di perdere, in Umbria, “al massimo”, solo il seggio di Gotor e di portare a casa almeno 8 posti. Loro fanno questo conto. “Possiamo vincere 4 se non tutti e 5 i collegi ed aggiungere ad essi 4 eletti nel proporzionale”. L'asticella minima è stata fissata a 6 parlamentari. “Sotto sarebbe un disastro”. Se fosse così “quelli del fiorentino” pensano di poterne portare a casa almeno 4 nel proporzionale (i 2 capolista indicati direttamente da Roma, Anna Ascani , Leonelli o chi per lui).
Ma le grane non finiscono qui. Accanto ai problemi generali si stanno aprendo anche partite particolari come quella “di genere”. Siamo alla guerra delle donne. Come si sa il 40% dei candidati deve declinare al femminile. E questo ha aperto una battaglia che era rimasta sotto il tappeto per tanto tempo riguardante la Presidente della Commissione femminile del partito. La sostituta di Anna Ascani (che dicono le malelingue da quelle parti godrebbe di pochi appoggi ) avrebbe dovuto essere indicata, per effetto di un presunto accordo, dalla Federazione di Terni . In questi giorni invece rimbalza con insistenza il nome del Consigliere Comunale di Perugia, Emanuela Mori. La vicinanza dell'esponente perugina a Guasticchi e quindi a Bocci ha fatto rizzare le orecchie (e i capelli) a parecchie democratiche, soprattutto a quelle della valle sud e dintorni. Il sospetto è che la nomina sia il lasciapassare per una sua candidatura o per l'indicazione di un nome ancora al coperto, gradito a quella corrente. Per il momento la cosa viene fatta decantare, ma prima o poi si dovrà passare ai fatti e allora saranno di nuovo dolori. E siamo solo all'inizio!
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