Di Ciuenlai - Più la botta è grossa e più si fa finta di niente.  Cosa? Si è votato n Umbria? Abbiamo perso? Chi l’ha detto? Ah il Tg. Peccato sarà per la prossima volta! Ogni sconfitta il Pd accende la macchina della minimizzazione  e ne racconta di tutti i colori.

Insomma in Umbria si è perso perché qualcuno ha fatto casino nel Governo, perché Renzi non è venuto a fare la foto, perché hanno votato in troppi, perchè abbiamo avuto poco tempo per spiegare, perchè “gli elettori non ci hanno capito ed essendo degli ebeti non hanno votato con la testa” ecc. ecc, ecc.

Anzi, contrordine compagni, a pensarci bene non è mica andata così male,  il Pd ha tenuto (ha infatti perso solo il 13% sulle scorse regionali). Ed, immancabilmente, si annunciano riflessioni e discussioni che, naturalmente, non si aprono mai. Non possono cominciare perché se inizi un dibattito, se fai delle analisi, se ti metti a studiare , un pochino ma solo un pochettino, vengono fuori cose che si chiamano errori.

E gli errori si portano dietro coloro che l’hanno commessi e conseguentemente, un bel mucchietto di persone da mandare a casa. Ma Il Pd e l’ex centrosinistra non lo fanno mai, perché sono solo un universo di sigle vuote funzionali ad un ceto politico autoreferenziale, che tiene il consenso che ha, grande o piccolo che sia,per  garantirsi un posto al sole. Per la serie “finchè dura fa verdura”.  Del resto non possono fare altro perché se gli venisse l’idea di aprire una fase nuova non saprebbero come e cosa fare.  

Dovrebbero eliminare tutto l’attuale gruppo dirigente, scoprendo che non ne hanno un altro di riserva. Il Pd è nato ed è cresciuto come luogo di una casta che non ha permesso la crescita di adeguati sostituti. L’apparato dei democratici è fatto, in gran parte,  di portaborse e di giovani e meno giovani di terza e quarta scelta  rispetto alla preparazione, all’esperienza sul campo e alla capacità politica. Apparato al quale non è stata data nessuna possibilità di crescere. E’ una pratica dovuta ai capobastone, fatta per evitare che ci fosse qualcuno che potesse, un giorno,  fargli ombra.

L’unica cosa che questa massa di pretoriani ha imparato è quella di litigare e battersi strenuamente per dividersi il bottino che c’è. E ce n’è sempre meno. E continuerà così anche adesso, dopo una mazzata che avrebbe ucciso un toro, che dico, un  Minotauro. Vedrete; ora tutte le attenzioni si incentreranno su chi farà il capogruppo (Bori o Paparelli?), su chi verrà nominato Vicepresidente dell’Assemblea (Porzi o Meloni) e sui posti che spettano alle minoranze nelle Commissioni consiliari.

Poi si continuerà con gli unici strapuntini disponibili rimasti : gli incarichi di partito. E giù a scannarsi in un nuovo congresso per chi fa il segretario, il presidente di assemblea,  fino all’usciere di Via Bonazzi. Intanto chiuse le urne iniziano i primi patemi.

Sappiamo chi è stato eletto ma la composizione e il numero dei gruppi ancora non è chiara.  Nel Pd un paio di neoconsiglieri sono sospettati “di puzzare di renzismo e sono sotto osservazione”. E ancora; che strada prenderà Forza Italia se non avrà un compenso adeguato?  E Bianconi, che farà Bianconi? Ha detto che non starà all’opposizione , ma alla proposizione. Un metodo elegante per “tornare a casa” insieme al suo gruppo e stabilire rapporti “amichevoli”i con la maggioranza di centrodestra?

L’IMPIETOSA PESANTEZZA DEI NUMERI – Come cacchio ha fatto qualcuno dell’ex sinistra a pensare che schiaffando davanti due candidati di centrodestra si sarebbe ribaltata la situazione, presentando come unico programma la paura delle Boba Salvini, in una regione nella quale il 70% della popolazione è già governata dalla lega e dai suoi alleati? Si fa dando retta ad una forza poco riflessiva, la forza della disperazione.

Non c’è quindi da stupirsi se i numeri delle elezioni più che impietosi, sono terrificanti . Il pd ha perso in tutti, ma proprio tutti,  i grandi ed importanti comuni. Si era sparsa la voce che il Trasimeno e l’Alta Umbria erano le uniche zona che avevano tenuto. E’ una balla colossale. Bianconi ha vinto (e spesso  di una incollatura) solo nelle “metropoli” lacustri di Paciano e di Panicale e nelle “megalopoli” del Niccone e di Montone. Da Corciano al confine la bandiera del candidato piddino è stata issata solo ad Allerona e Parrano.

Siccome “il prescelto” è stato presentato anche come “un capo amato e stimato da migliaia di abitanti della sua Valnerina” (mi scuso per il cifrato ripreso e rielaborato da una frase contenuta nell’introduzione dei libri di Kim il Sung) siamo andati a vedere come è andata lì, sotto casa. . E in effetti non è andata male, è andata malissimo. Il risultato migliore l’ha ottenuto nella sua Norcia con il 38%. Per il resto “quattro voti”, con la Tesei che ha superato il 70% nei 2/3 dei casi ed è andata sotto il 60% solo a Santa Anatolia di Narco (58%), un comune nel quale se fai incacchiare una famiglia perdi il 20%. Complimenti per la scelta e per le grandi strategie messe in campo.  La prossima volta, visto che questi di Forza Italia non hanno funzionato, andiamo oltre, candidiamo un ex fascista e ci caviamo la paura.

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