Patto di instabilità
di Roberto Musacchio
Definito stupido da uno dei massimi esponenti (e responsabili) tra i dominanti della UE, Romano Prodi, il patto di stabilità torna in campo dopo la “sospensione” da COVID.
Il teatrino della politica ci mostra i soliti “frugali” nordici sulle barricate rigoriste con la Germania a sostegno ma disposta a concessioni.
Quello italiano, di teatrino, vede un attivismo di Giorgetti, sul doppio fronte patto e Mes (il fondo per prestiti capestro), e un PD che sostanzialmente esiste attraverso Gentiloni che continua col basso profilo. Di Schlein non perviene praticamente nulla. Segno di un partito che dopo aver investito tutto sul fare parte del governo della UE contro populisti e sovranisti si trova ora soppiantato dalle capacità delle destre di essere di governo e di lotta. Naturalmente intendendo con ciò un concetto opposto a quello che fu di Enrico Berlinguer. Le destre sono ormai impiantate nel governo UE, sia negli establishment che nell’intergovernativismo. Condividono le guerre. A partire da questo manovrano sugli sfondamenti dei parametri innanzitutto a fini bellici, in cui infilare margini nazionali. Meloni ha poi firmato un patto con la Germania, leader del riarmo e guerrafondaia su Ucraina e Palestina, basato su una convergenza energetica, anti russa. E, come la Germania, si è vergognosamente astenuta all’ONU sulla risoluzione per il cessate il fuoco, vietata dagli USA in consiglio di sicurezza ma approvata a stragrande maggioranza in assemblea.
Purtroppo ciò che servirebbe, e cioè un prolungamento ad oltranza della sospensione del patto di stabilità promuovendo una fuoriuscita dal padre di tutte le idiozie e cioè Maastricht, non viene proposto né da Meloni né da Schlein. Ma solo da noi.
Dunque da una parte è ricominciato col patto il giochino idiota dei rientri obbligati con gli attivi di bilancio. Come se non fossero più di trent’anni che va avanti questa politica, appunto idiota, che porta indietro la società ma avanti i profitti dei dominanti europei. E come se le varie crisi e i finanziamenti arrivati non avessero consolidato precisamente debiti pubblici e profitti privati e decadenza del modello sociale europeo. Perché Maastricht non è solo moneta ma anche mercato, imprese. Ordocapitalismo.
Che ora punta in primis sulle armi. Il recente rapporto della rete Enaat, rete europea contro il riarmo, che qui linkiamo, mostra l’incessante ed enorme azione di lobbying delle multinazionali delle armi sulle istituzioni europee, le sliding doors dei ruoli, la volontà di allargarsi a tutti gli elementi strategici che la UE connette al suo suprematismo strategico, e cioè contrasto ai migranti e risorse ambientali. Se ne vogliono occupare le multinazionali delle armi.
E il Parlamento Europeo trova addirittura un’ampia maggioranza trasversale a sostegno delle “piccole” centrali nucleari. Una bufala, come spiega Massimo Scalia in un articolo uscito proprio il giorno della sua scomparsa avvenuta ieri e che riprendiamo dalla rete ricordandolo e ringraziandolo.
D’altronde in questo quadro assurdo di una UE che cerca di fare convivere dogmi monetaristi e nuovi impegni imperialisti si parla non a caso e apertamente di Draghi alla Commissione Europea e Von Der Leyen alla NATO. Le sliding doors appaiono appunto dentro la nuova fase atlantica dell’imperialismo europeo articolazione dell’Impero finanziario.
Draghi ormai teorizza che una società demograficamente vecchia ha bisogno di accrescere la propria forza e capacità armata. Von Der Leyen tra Ucraina e Israele è già dentro il contesto NATO.
Per questo la Pace, e le politiche per costruirla, sono l’alternativa al patto, stupido, di instabilità. Bisogna più che mai liberare l’Europa, chi ci vive, da un regime oppressivo che si chiama UE.
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