Patrono Perugia/ Guasticchi: San Costanzo è un monumento dell'identità cittadina
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Il presidente della Provincia sottolinea l'importanza della ricorrenza di San Costanzo per la città di Perugia. "Una parte considerevole dell'anima di Perugia e dei perugini ha continuato, nei millenni, a risiedere in questa località di confine in cui la fede e la ragione, la religione e la città laica vivono in una unità che nessuna metamorfosi dei costumi ha potuto negare e mai potrà spezzare".
PERUGIA - ''Quando una citta' si stringe intorno alle proprie memorie piu' sacre e, in nome di straordinarie figure antichissime, celebra riti religiosi e civili nei quali ogni volta la partecipazione popolare e' forte e spontanea, non possiamo non riflettere sulla realta' che, credenti o no, i valori della spiritualita' sprigionano da se' fino a coinvolgere, generazione dietro generazione, il genere umano nei suoi legami profondi e autentici con il proprio luogo, la propria comunita', il proprio essere sociale'': cosi' il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi che sottolinea l'importanza della ricorrenza di San Costanzo per la citta' di Perugia.
''La festivita' di San Costanzo e', per Perugia e per l'Umbria, un periodo dell'anno - sottolinea Guasticchi in una nota - in cui la tradizione ha finito col riunificare lo spirito e la carne di un martire che e' anche, nello stesso tempo, monumento dell'identita' cittadina. Qui, nell'area di San Pietro, e' sorta la prima cattedrale della citta' di Perugia: i confini piu' esterni di Perugia, legati alla memoria del suo primo vescovo, stanno a ricordare anche che San Costanzo si era spinto ed era stato spinto ben al di la' del capoluogo e aveva visitato la Valle Umbra, dove, in realta', aveva trovato il martirio. Cosi' oggi il luogo di culto a lui dedicato e' la prima testimonianza di santita' che si incontra entrando in citta' provenendo da Assisi e, in continuita', in antica continuita' benedettina, subito dopo s'incontra l'abbazia di San Pietro. E, secondo un movimento opposto, la citta' attuale, la Perugia moderna e contemporanea, continua a scendere, anno dopo anno, verso questo confine che e' diventato il Borgo XX Giugno, lo oltrepassa e si ritrova a contatto con la sua piu' antica radice di fede e la piu' intima anima sociale. Cosi' la religione, che e' percorso e ragione di luce, avanza verso San Costanzo in una intensissima processione, la 'Luminaria', per accogliere poi ogni tradizione, anche la piu' laica, che dimostri di essere nata, nei secoli, dallo spirito popolare legato alla figura, lontanissima nel tempo, del Santo''. ''Una parte considerevole dell'anima di Perugia e dei perugini - conclude Guasticchi - ha continuato, nei millenni, a risiedere in questa localita' di confine in cui la fede e la ragione, la religione e la citta' laica vivono in una unita' che nessuna metamorfosi dei costumi ha potuto negare e mai potra' spezzare''.
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