Dopo la delibera reazionaria della giunta leghista guidata da Tesei in Umbria, la protesta di migliaia di donne si è fatta sentire, e finalmente, il governo, nelle parole del ministro della salute Roberto Speranza, ha annunciato oggi la prossima pubblicazione di nuove linee di indirizzo sull’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico.
Il Ministro Speranza lo ha annunciato tramite un post su Facebook, che rimanda ad un articolo di Repubblica, fedele sostenitrice del governo in carica. La notizia è stata ripresa anche da vari telegiornali, ma la decisione annunciata non è per ora supportata da documenti ufficiali. Dobbiamo quindi fidarci di Repubblica, quando scrive che il limite per l’assunzione dei farmaci abortivi sarà portato a 9 settimane di gravidanza anziché le 7 attuali, e che sarà possibile effettuare l’aborto farmacologico sia in day hospital che in ambulatori e consultori.
Con dieci anni di ritardo, e infinite lotte, l’Italia si adegua alle evidenze scientifiche.
Le nuove linee di indirizzo, infatti, dovrebbero sostituire quelle del 2010, promulgate all’indomani della immissione in commercio del farmaco anche in Italia.
Una volta promulgate le nuove linee di indirizzo, le Regioni dovranno attivarsi per consolidare le procedure attraverso opportuni protocolli regionali.
In attesa di poter approfondire e visionare le linee guide, come Rifondazione Comunista ci impegniamo fin da ora per continuare a sostenere questa battaglia di civiltà in tutti i territori, lì dove sapete di trovarci.
 

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