PERUGIA - Fanno bene all’ambiente ma se non vengono smaltite correttamente possono inquinarlo. Le lampadine ad alta efficienza (lampade fluorescenti compatte), che hanno sostituito le vecchie lampadine a incandescenza, permettono, infatti, un significativo risparmio di energia (fino all’80% rispetto a quelle tradizionali) e una riduzione delle emissioni di CO2. Se a fine vita però non vengono raccolte correttamente in maniera separata possono disperdere mercurio, sostanza nociva per l’ambiente.

Per questo è partita il 17 febbraio in tutta Italia e il 25 febbraio sarà a Città di Castello presso il Supermercato COOP «Le Fonti», l'iniziativa “Illumina il riciclo”, la campagna di sensibilizzazione di Legambiente e Ecolamp, sulla raccolta differenziata delle lampade fluorescenti esauste, che informa chi deve sostituire una lampadina a basso consumo e a acquistarne una nuova sulle modalità di smaltimento corrette e sulla normativa che le regolamenta. Nelle giornata i volontari di Legambiente, in collaborazione con Ecolamp, allestiranno un punto informativo dove i consumatori potranno conoscere i dettagli della legge e avere chiarimenti sulle procedure da seguire per disfarsi di questo tipo di rifiuti. Un gesto responsabile che permetterà a tutti di sapere meglio come funziona la raccolta differenziata e quali sono i prodotti che appartengono alla categoria dei rifiuti elettrici ed elettronici. Secondo la normativa (Decreto Legislativo 151 del 2005), infatti, le lampade a basso consumo appartengono ai RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, categoria R5) ed è compito dei produttori finanziare ed organizzare le operazioni che ne assicurano la raccolta e il trattamento in sicurezza. Da qui deriva anche la nascita di consorzi come Ecolamp. I rivenditori, inoltre, sono tenuti a organizzare la raccolta dei RAEE presso i propri punti vendita e a conferirli ai Centri Comunali attrezzati.

“Vogliamo far sapere a più cittadini possibile – ha dichiarato il Presidente del circolo Legambiente «Alta valle del Tevere" Simone Cumbo - come smaltire correttamente le lampade fluorescenti esauste, per evitare che finiscano erroneamente, come spesso avviene, nel cassonetto dell’indifferenziato. Questo, infatti, comporta non solo lo spreco di materiali come il vetro o la plastica che possono essere riciclati, ma anche la dispersione nell’ambiente di sostanze molto nocive come il mercurio. Tant’è che la normativa a riguardo è molto rigorosa– aggiunge Cumbo - e impone obblighi precisi per produttori e rivenditori sulle modalità di smaltimento. Come il ritiro “1 contro 1” che dà diritto ai consumatori di vedersi ritirare la lampadina vecchia nel momento in cui ne acquistano una nuova senza doverla portare personalmente in un’isola ecologica. Un diritto poco reclamato – conclude il Presidente di Legambiente - e che i rivenditori non pubblicizzano con la dovuta efficacia”.

E anche se è vero che la quantità di sostanze nocive contenute in ogni lampadina è minima, i numeri sulla diffusione delle lampade ad alta efficienza non lasciano dubbi sulla pericolosità, per l’ambiente e la salute, di un cattivo smaltimento. Basti pensare che ogni anno in Italia vengono immessi sul mercato circa 120 milioni di lampade a basso consumo e con l’uscita definitiva delle tradizionali lampade a incandescenza questi numeri sono destinati ad aumentare.

Grazie alla nascita di consorzi come Ecolamp la raccolta dei RAEE dal 2008 a oggi è finalmente entrata a regime, ma visto il costante aumento dei rifiuti tecnologici e di illuminazione, è fondamentale che l’informazione sull’esistenza e il funzionamento della raccolta di questa tipologia di rifiuti sia diffusa il più possibile tra operatori professionali e cittadini.
Due le possibilità di smaltimento che si possono scegliere. Le lampade esauste possono essere restituite direttamente presso i punti vendita, quando si acquistano quelle nuove, in virtù del sistema di ritiro “1 contro 1” entrato in vigore il 18 giugno 2010. Oppure possono essere portate, come tutti gli altri rifiuti elettrici ed elettronici, nelle isole ecologiche comunali dove ci sono gli appositi contenitori metallici verdi con la scritta Ecolamp.
 

Condividi