Parità di genere: niente rappresentanza in Umbria per il Forum del Terzo Settore
Apprendiamo con stupore e disappunto la scelta del Consiglio Regionale dell’Umbria di escludere la candidatura espressa dal Forum del Terzo Settore Umbro dalla nuova composizione del Centro Pari Opportunità. Si è scelto di escludere, dunque, la rappresentanza unitaria del mondo del volontariato, dell’associazionismo di promozione sociale e della cooperazione sociale della società regionale, a favore di soggetti che del nostro mondo sono al massimo rappresentativi di una parte minoritaria e ben identificabile di essa, dimenticando che il Centro Pari Opportunità è per sua natura un soggetto plurale, portatore di interessi multipli, che dovrebbe avere l’obiettivo di rimuovere ostacoli e favorire l’integrazione delle donne, a prescindere dalle differenze politiche e religiose.
Al contrario invece si evidenzia una chiara strategia di omologazione forzata dove coloro che rivendicano con forza la propria indipendenza dalla politica non hanno diritto di cittadinanza, come è evidente tra l’altro nella scelta di “tagliare” dopo 30 anni anche la rappresentanza della CGIL e le rappresentanze di quelle associazioni di genere che sono state più critiche sul taglio dei fondi per il finanziamento dei Centri Antiviolenza.
Prendiamo atto di questa scelta anche perché purtroppo da tempo ci siamo rassegnati a scelte istituzionali autoreferenziali e ad un rapporto con l’associazionismo, il volontariato e le sue forme di rappresentanza per così dire “pret a porter”, destinato quindi ad essere esercitato solo in determinati “facilmente intuibili” momenti, dimenticando come in questioni delicate come quella di genere, la competenza, la professionalità e la reale rappresentanza nella società dovrebbero essere i principali criteri distintivi per una scelta utile agli obiettivi che ci si prefigge e che invece continuano a segnare il passo a favore di dinamiche tutte interne alla politica, salvo poi lamentarsi del fatto che essa venga sempre più vissuta come un mondo scollegato dalle dinamiche sociali.
La dimostrazione di questo sta anche nei commenti dei giornali dove pare prevalere, come ovunque, la logica del presidio e delle spartizioni dimenticando che ogni individuo gradirebbe essere riconosciuto come tale, per le sue competenze, esperienza e professionalità, per i mondi che è chiamato a rappresentare e non come "moglie di..." tanto più nel contesto delle pari opportunità.
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