di Renato Casaioli

PANICALE - Con undici voti contrari, favorevoli sei (un voto in più pervenuto dal consigliere di maggioranza Roberto Chiappini schieratosi con l’opposizione) e nessun astenuto, il consiglio comunale aperto di Panicale, ha bocciato nel cuore della notte, il documento messo all’ordine dei lavori del consiglio stesso. Dichiarazione con la quale le opposizioni, chiedevano alla giunta guidata della sindaca Luciana Bianco, di bloccare la possibile costruzione di una piccola centrale a bio gas.

L’impianto (meno di 1mw) com’è noto, dovrebbe sorgere nelle campagne adiacenti al piccolo centro abitato di Casalini. Il risultato della votazione era scontato. Dietro i numeri però si stanno muovendo tanti interessi di altra natura, che l’impianto a bio gas diviene un pretesto solo per tentare di conseguirli. E dai numerosi interventi che si sono succeduti, se ne avuta una riprova.

“Il problema non è tecnico, stiamo parlando di un impianto che per le sue dimensioni, non ha bisogno neanche della Valutazione Impatto Ambientale, VIA, per essere approvato, ma politico. I comitati hanno un’anima”, così ha ben sintetizzato l’imprenditore Palmiro Fioroni. “Dietro a queste resistenze della popolazione alla realizzazione dell’impianto, ci sono motivazioni anche passionali sedimentate nei decenni”.  Questa la sua analisi, a cui ha fatto seguire la denuncia: “Questi agrari Minciaroni e Marchini non hanno mai legato con il territorio. Con i loro divieti, hanno calpestato tradizioni secolari come quella della fruibilità del territorio”.

Efficace a questo proposito, anche l’intervento della dottoressa Maura Lepri,  che ha ricordato i cinque contadini ammazzati dalle guardie regie nel 1920, che protestavano. A far intervenire i militi era stato proprio il conte di Montalera, Minciaroni.

Il sindaco Bianco, in uno dei suoi appassionati interventi ha affermato che “la presentazione dei progetti è un atto soggettivo, ma che la valutazione delle istituzioni deve essere oggettiva”. Insomma le leggi e i regolamenti valgono per tutti. Il primo cittadino ha ricostruito puntigliosamente e nessuno l’ha contestata,  tutta la storia del progetto, partendo dalla sua prima bocciatura. Atto amministrativo sul quale ora è in corso la valutazione del TAR.

L’altro eco che si è sentito forte, è quello dell’imminente campagna elettorale amministrativa. I comitati com’è noto, spostano consensi e a quei voti nelle file della minoranza, sono in molti a guardare con interesse. Esplicito in questa direzione, è stato anche l’intervento del vice presidente del consiglio Provinciale Franco Granocchia, (IdV) che ha contestato platealmente il Piano Regionale Energetico e il bio digestore. Con toni da campagna elettorale ha elogiato i comitati “perché espressioni dirette di democrazia”.

Dai banchi della maggioranza è stato fatto notare come anche le Istituzioni sono espressioni della democrazia. Ovviamente non poteva mancare e tutti gli interventi lo hanno sottolineato, il riferimento al fatto che, la centrale in questione, rappresenterebbe solo un dato economico speculativo, senza nessuna ricaduta per il luogo. Territorio che a seguito di ciò, ne sarebbe fortemente danneggiato sotto il profilo paesaggistico e ambientale. O come l’aver sparato da parte di Alessandra Todini, la cifra delle 350 tonnellate annue di reflui suini, che dovrebbero finire nell’impianto. Fatti i conti si tratta di un camion al giorno.

Fin qui il fronte del no. Per il resto si è assistito al solito copione. Quando chi, come il rappresentante della regione Monsignori, o l’esperto di problematiche energetiche, ingegnere  Gianfranco Bartocci, responsabile energia per Confagricoltura, ha tentato di portare nel dibattito un po’ di chiarezza scientifica, si è cercato da parte di esponenti del comitato, di buttarla nuovamente in caciara. Bartocci  ha messo in guardia dalle strumentalizzazioni affermando che “i più agguerriti avversari delle energie rinnovabili sono gli importatori di gas e di petrolio”.

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Ieri mattina infine si è riunita la Commissione Provinciale per la apposizione del vincolo ambientale previsto dalla L. 42. Sono stati ascoltati i comuni d Panicale, Paciano e Castiglion del Lago. Subito dopo l’associazione Pan Kalon. La commissione adotterà le proprie decisioni. Il comune di Panicale ha sostenuto quanto già comunicato ed osservato con il proprio documento scritto e inviato alla Regione in data 3 maggio 2012. Dall’esito di questa commissione, il riferimento al progetto NOVERA, cambia la procedura e la competenza relativa al rilascio dell’autorizzazione. La coerenza e la serietà dell’amministrazione comunale trova riscontro negli atti assunti nel tempo.
Su Brutti la Bianco ha dichiarato: “Il consigliere Brutti, dovrebbe dire su che treno intende viaggiare, visto le cariche che l’IdV ha in Regione e in Provincia”.

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